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Sharon rigirava la forchetta nel piatto senza appetito.

“Come farò?”

«Non hai fame?» le chiese Lorenzo preoccupato.

«È che sono preoccupata per domani mattina.» mentì.

Lui le sorrise.

«Vedrai, andrà bene.»

Sospirò frustrata.

«Lo spero.»

Si mise a fissare le zucchine nel piatto, sì, Lorenzo era davvero un ottimo cuoco, ma proprio non riusciva a mangiarne nemmeno una forchettata, sentiva lo stomaco letteralmente chiuso.

Sobbalzò sentendo bussare alla porta a vetri che dava sulla terrazza.

«È arrivato.» disse Lorenzo alzandosi dalla sedia.

Sharon si morse il labbro nervosa affondando gli occhi nel vuoto.

“E moh?”

Le rieccheggiavano nella testa le parole scritte su quel foglio spiegazzato.

“Sono malata d'amore.”

Fece una smorfia pensadoci, si chiedeva perchè nella Bibbia ci fossero scritte delle frasi simili.

Ripensò all'espressione stupita di sua madre quando quella mattina le aveva raccontato cosa lui volesse che facesse.

“È un testo molto famoso, si dice che Salomone stesso lo abbia scritto per una delle proprie amate, ma tu piuttosto ti senti pronta a fare una cosa del genere?”

“Non è che lui mi abbia dato molta scelta, se non lo faccio sarebbe come fare un torto a Melissa.”

Ripensò alla smorfia dispiaciuta di sua madre e si risvegliò dai propri pensieri sentendo un rumore assordante.

Sollevò lo sguardo e vide Alessio dietro una pila di fogli appoggiati sul tavolo.

«Tutti questi fogli sarebbero?» gli chiese Lorenzo con una smorfia.

«Il mio lavoro.» rispose Alessio a denti stretti. «Mentre voi finite con quella cazzo di teoria della patente, io mi porto avanti.»

Lorenzo lo guardò in tralice, non capiva perchè fosse così ostile poi si stupì di vedere un sorriso malizioso comparire sulle sue labbra.

«Cenetta a due?» ammiccò Alessio.

Lorenzo alzò gli occhi al cielo.

«Penso a tre, ora.» disse girandosi verso la cucina.

Sharon fissava il piatto appoggiata al proprio gomito.

«Hai studiato?»

Lei sollevò lo sguardo confusa dal non vedere più Lorenzo, non si era nemmeno accorta che fosse andato via, persa com'era nei propri pensieri.

Guardò Alessio soffocando l'istinto di sospirare.

«Circa.» rispose senza troppa enfasi.

«Come sarebbe a dire circa?»

«Che ci ho provato, ma non puoi pretendere che impari a memoria tutti quei versi in un solo giorno.»

Lui si sedette al tavolo guardandola senza aprir bocca e qualche secondo dopo Lorenzo fece capolino con un piatto, un bicchiere e delle posate.

«Pure la cena?» chiese Alessio con una smorfia divertita. «Cosa ho fatto per meritare un simile trattamento?»

Lorenzo alzò gli occhi al cielo di nuovo.

Sei il mio abbraccio, quello che mi protegge dalle fauci del mondo. [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora