31

285 47 51
                                    

«Fammi sapere assolutamente come va domani.»

Sharon guardò Lorenzo con un sorriso.

«Lo farò sicuramente, grazie di tutto.»

Spostò lo sguardo su Alessio che si stava infilando la giacca.

"Non me la sento di star con lui sola in macchina quaranta minuti."

Vide Alessio e Lorenzo salutarsi e fece una smorfia, vedendo il suo ex uscire dalla porta finestra.

«Ciao Lorenzo.» lo salutò lei.

«Ciao bella, in bocca al lupo per domani.» le augurò facendole l'occhiolino.

«Farò del mio meglio.»

«Andiamo? Io domani devo lavorare!»

Sharon fece una smorfia sentendo la voce ostile di Alessio che stava già scendendo le scale della terrazza.

Sorrise a Lorenzo e si voltò seguendolo.

Si morse il labbro imbarazzata pensando al viaggio che la aspettava.

Tentava di mantenere il suo passo, ma sembrava che lui stesse galoppando verso la macchina.

Di cosa parlare durante il viaggio?

Non sapeva minimamente come comportarsi.

Lo vide aprire la macchina con il telecomando e riporre la pila di fogli dentro il baule.

«Che fai lì imbambolata? Non entri?»

Sharon mise la mano sulla maniglia della portiera e fece una smorfia, quella macchina sconosciuta.

Entrò mentre lui si toglieva la giacca e la abbandonava su uno dei sedili posteriori.

Sospirò sentendo l'odore della pelle dei sedili nuovi intriso al suo profumo.

Niente in quella macchina la riportava indietro nel tempo come succedeva con l'altra auto.

Fece una smorfia pensando a quante donne probabilmente quella macchina avesse visto, lo stomaco le si serrò in una morsa indescrivibile.

«Hai freddo?»

Lei lo guardò mentre infilava la chiave nel quadrante.

«No, perchè?»

Lui si strinse nelle spalle.

«Se avevi freddo, ti avrei acceso il riscaldamento del sedile.» disse con noncuranza.

«Ah, no, grazie, sto bene così.» rispose stringendosi le mani in grembo.

Averlo lì vicino la metteva in subbuglio.

Lui fece una manovra brusca uscendo dal parcheggio sollevando un gran polverone.

Lei lo fissò torva.

«Perchè una cosa del genere?»

Lui si strinse nelle spalle abbozzando un sorriso.

«Boh, mi andava, avevo un po' di frustrazione da scaricare.»

Lei tornò a guardarsi le mani, lui le sembrava così distante.

Si sentiva amareggiata e frustrata, avrebbe tanto voluto parlargli di quello che provava, ma lo sentiva dal modo in cui la guardava, dal modo in cui le parlava che non l'amava più, era diventato una persona totalmente diversa, o forse era solo tornato ad essere lo stesso di un tempo.

Disegnò il suo profilo con una stretta al cuore.

Che stupida era stata ad averlo lasciato andare.

Sei il mio abbraccio, quello che mi protegge dalle fauci del mondo. [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora