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Alessio si abbandonò sulla poltrona fissando il vuoto.
Si passò una mano fra i capelli e guardò la porta della stanza, la sentiva piangere, ma stava cercando di rispettare la sua scelta: stare sola.

Sospirò alzandosi e si appoggiò allo stipite della porta, reprimendo il desiderio di entrare in quella stanza.

Si mosse con qualche passo verso la cucina e si versò un bicchiere di Montenegro.

Sospirò frustrato.

"Accetta i suoi spazi e le sue decisioni." si ripeté tra sé.

Appoggiò cautamente le labbra al bordo del bicchiere pensieroso.

Sospirò a fondo di nuovo.

Si appoggiò al mobile con la schiena e fissò il proprio sguardo oltre la finestra.

Svuotò il bicchiere in un fiato e lo appoggiò sul ripiano.

"È tornato, il mio compito qui è finito."

Sospirò contraendo le labbra in una smorfia al pensiero.

"È inutile prendersi in giro, tutto quello che eravamo è finito tempo fa."

Prese la bottiglia tra le mani, se la rigirò tra le dita con lo sguardo assente.

Se la portò alla bocca socchiudendo gli occhi, bevve quattro sorsate e posò la bottiglia di nuovo sul ripiano della cucina.

Aprì gli occhi con un sospiro esasperato.

Abbassò lo sguardo e se la trovò davanti.

Sharon accennò un sorriso nella penombra della cucina.

«Se non hai voglia di sorridere non sforzarti.» le disse.

Il sorriso di lei svanì, prese la bottiglia dietro di lui, si strinse nelle spalle e se la portò alla bocca.

Alessio la guardò impassibilmente.

«Non voglio più avere niente a che fare con lui, non voglio nemmeno ricordare quello che c'è stato tra di noi.»

«Però anche solo vederlo ti fa male.»

Sharon a quelle parole fece una smorfia.

«Sì, perché mi sento usata.»

«Sei sicura che sia solo questo?»

Lei lo guardò negli occhi senza rispondere, si riportò la bottiglia alle labbra con un gesto semplice e meccanico, incurante del gusto che le invadeva le papille gustative, inghiottì quattro sorsate e appoggiò la bottiglia sul ripiano.

Rimasero a guardarsi per qualche istante negli occhi.

Alessio riprese la bottiglia e lei sorrise di quella strana complicità legata da una semplice bottiglia.

Lo guardò bere con gli occhi persi.

Alessio sospirò posandole fra le mani la bottiglia, lei gli sorrise, portandosela alla bocca.

Lui distolse lo sguardo e rimase sorpreso di trovarsi il suo viso così vicino da un momento all'altro.

Le prese la bottiglia dalle mani sollevando controluce per evitare di focalizzare l'attenzione su Sharon che gli stava davanti.

Lei con una mano gli prese il mento disegnandone il contorno con lo sguardo.

«Abbiamo quasi finito la bottiglia di Montenegro.» constatò lui cercando di pensare ad altro.

Sharon si strinse nelle spalle noncurante.

Alessio si morse il labbro con un gesto spontaneo dettato dall'elettricità della situazione.

Sei il mio abbraccio, quello che mi protegge dalle fauci del mondo. [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora