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Sharon correva lungo il viale in lacrime, si sentiva debole e puerile ad abbandonarsi al pianto, ma sentiva di non riuscire a fare altrimenti.

Perchè l'aveva trattata così?

Voleva solo essere gentile.

Perchè quelle parole le facevano così male?

Trasalì sentendosi fermare per un braccio.

«Dove vuoi scappare?»

Guardò Lorenzo nel buio.

«Io...» fece una smorfia trattenendo appena le lacrime «Io, non lo so.»

Guardò le varie macchine parcheggiate davanti al cancello e con una smorfia riconobbe la sua, quella sconosciuta.
Tutto le sembrava ostile perfino quella macchina nera che stava lì poco distante e la fissava suggerendole che non ci fosse più modo di ritornare indietro.

Guardò con una smorfia del cuore il suo proprietario ancora appoggiato al muretto.

“Perchè mi sei così ostile?” si chiese con le lacrime agli occhi.

Lorenzo le si avvicinò guardandola mortificato.

«Mi dispiace che lui si comporti così.»

Sharon si strinse nelle spalle cercando di apparire indifferente.

Lui la abbracciò e Sharon cominciò a piangere, continuavano a rimbombarle in testa le sue parole come un eco meschino.

“Una stupida ragazzina che non vale niente.”

Lorenzo le spostò una ciocca di capelli.

«È solo un idiota, non dargli ascolto.»

Sharon si asciugò le lacrime vedendo la macchina di Federico far capolino.

“Tempismo perfetto, davvero.”

Tentò di ricomporsi, non voleva farsi vedere in quello stato da Federico.

Ricacciò le lacrime in fondo al cuore e fece un grande sospiro.

“Adesso calmati, sii forte.”

Federico e Simone scesero dalla macchina.

«Cosa ci fate qui?» chiese Federico chiudendo le portiere.

Lorenzo guardò lei che mimò appena un no con la testa.

«Due passi.» mentì Sharon al suo posto.

«Allora come è la festa?» chiese Simone affiancandosi a Federico.

«Movimentata.» sorrise Sharon.

“Sì, movimentata nel modo decisamente sbagliato.” pensò reprimendo una smorfia.

«Bene.» disse Federico porgendole la mano e tutti e quattro percorsero il viale.

Il cuore di Sharon arrancava vedendolo ancora lì.

“Sta calma, non ti deve importare ciò che fa o dice.”

Federico arrivato quasi sotto la terrazza si piazzò davanti a Sharon e la guardò confuso, le sollevò il viso per guardarla meglio.

«Perchè hai mascara ovunque?»

Lei annaspò tentando di trovare una scusa che suonasse credibile.

Macinava accampando scuse nella propria mente, cercava quella che fosse più credibile.

Federico guardò Lorenzo in cerca di spiegazioni e questo guardò preoccupato Sharon.

Sei il mio abbraccio, quello che mi protegge dalle fauci del mondo. [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora