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Sharon aprì gli occhi sentendo il proprio telefono suonare impertinente.

Si abbandonò ad una smorfia di frustrazione, non aveva nessuna voglia di alzarsi per vedere chi la stesse chiamando.

Mise i piedi sul pavimento rabbrividendo, il parquet era freddo, ma non era minimamente paragonabile al freddo che si portava dentro.

Quell'amara constatazione le gelava il cuore.

Lui non provava nulla, nulla di nulla.

Perse il proprio sguardo nel vuoto e il telefono smise di suonare.

“Ah, già stavo per rispondere...”

Si alzò e svogliata mosse qualche passo verso la scrivania.

Prese il cellulare fra le mani.

“Federico.”

Si portò il telefono all'orecchio in attesa.

«Sharon?»

«Sì, scusa non ho fatto in tempo a prendere la chiamata.»

«Stavi dormendo?» le chiese lui confuso.

«Sì.» ammise.

«Scusa non pensavo di svegliarti, sono le sei di sera.»

Sharon sgranò gli occhi guardando l'orologio sulla parete, era vero, tra lacrime e pianti si era rigirata nel letto tutto il giorno.

«Volevo chiederti se ti andava di mangiare insieme, mia madre ci teneva ad averti a cena.»

Fece una smorfia a quelle parole.

«Ma...»

«Oh, non ti preoccupare per mio fratello, lui non c'è, stamattina ha fatto la valigia e se n'è andato.»

«Se n'è andato?» chiese con il cuore in gola.

«Sì, boh, è arrivato a casa e ha sbattuto le prime cose che gli capitavano a tiro dentro una valigia.»

«Ah.»

«Vedo che però non te la senti, dico a mia madre di rimandare.»

Sharon rimuginava sulle parole di Federico.

«Sharon?» la incalzò vedendo che non rispondeva.

«No, no, vengo.» rispose assente.

«Allora ci vediamo a casa mia, ci sarà anche Mel.»

«Ciao Fe.»

Era troppo persa nei propri pensieri per sentire Federico che la salutava.

“Se n'è andato, dove è andato?”

Melissa guardava Ginevra intenta a preparare la cena.

«E di cortesia per dove sarebbe partito?»

Federico si strinse nelle spalle mentre apparecchiava la tavola.

«Ha parlato di andare a sciare con degli amici.»

Melissa guardò perplessa Federico.

«Tuo fratello? A sciare?»

«E boh, sono rimasto anche io di sasso.»

«Ad Alessio non piace nemmeno sciare.»

Melissa annuì alle parole di Ginevra, infatti era vero, detestava sciare, che quella fosse una scusa?

Sì, ma una scusa per cosa?

«A me è sembrato scosso.» disse Ginevra rimestando distrattamente l'insalata nella ciotola di vetro.

Sei il mio abbraccio, quello che mi protegge dalle fauci del mondo. [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora