"I’m bleeding out
said if the last thing that I do
is to bring it's down
I’ll bleed out for you."Il giorno dopo, non mi attardai fuori scuola, ma filai in classe per non rischiare di incontrarlo. Non volevo più averci a che fare. La paura, l'odio, il dolore e la felicità che inizialmente mi aveva donato si attorcigliavano dentro di me mandandomi in confusione. Non riuscivo più a reggere niente. La mattina alzarmi dal letto era più pesante del solito, non m'importava dei compiti da fare, delle lezioni da studiare, di mangiare, respirare, parlare con mia madre, mio padre. Mi sentivo insensibile anche al loro dolore. Mi limitavo a guardare la vita scorrere fuori dalla finestra della mia camera. Mi guardavo indietro e vedevo come fin dalla mia nascita non avessi partecipato. Ero mai servita a qualcuno, io? Se fossi scomparsa, chi sarebbe venuto a cercarmi?
Ma poi tornavo a quella calma piatta che prima o poi raggiungono tutti coloro che hanno pianto fino a finire le lacrime, e uscivo per andare a scuola, fingere di stare "bene".
Ormai, avevo raggiunto il punto di rottura. Si trattava solo di farla finita.-Per cui, vorrei che a coppie faceste una ricerca su un filosofo che vi assegnerò personalmente. Vediamo... Benjamin e Beatrice sono la prima coppia.-
Alzai lo sguardo dal banco, attonita.
-Potete molto più di un semplice sei in filosofia, ragazzi.- Constatò il prof, allegro.
L'avrei strozzato volentieri con la cravatta in quel momento.
-Io non farò quella ricerca.- Intervenni, secca. Le teste di metà classe si voltarono all'istante verso di me. Non avevo mai spiaccicato parola durante le lezioni.
-Cosa, prego?- Fece il professore, incredulo.
-Non farò quella ricerca con Benjamin, prof.- Mi sforzai di mantenere un tono fermo. Avevo paura. Ma non avevo niente da perdere.
-Invece, De Angelis, ti troverai con il tuo compagno e svolgerai la ricerca. A meno che tu non voglia ricevere un 1.-Mi minacciò a denti stretti il prof.
-Oh, andiamo Bea, hai paura che rimanendo in una stanza da sola con me...-
-Benjamin. Nota.- Lo richiamò il professore. Lui si zittì.
-Posso anche rispondergli da sola, sa?- Lo attaccai di nuovo. Vidi ogni singola persona nella classe voltata, stupita, verso di me.
Il professor Sona fumava di rabbia. -Non provocarmi ulteriormente, Beatrice. L'unico motivo per cui non hai ancora ricevuto una nota come il tuo compagno è che la tua condotta è sempre stata impeccabile.-
-Fino ad ora.- Replicai.
-De Angelis. Tu farai questa ricerca.-
-Non vedo perché dovrei farlo. È contro la mia volontà.-
E poi, probabilmente, entro la fine dell'anno non ci sarei stata più.
-Non ti metterò una nota.- Disse Sona, un'espressione indecifrabile in volto.
-Non mi sarebbe importato comunque.-
-Sei messa direttamente in punizione, infatti.-
E allora, andai più a fondo che potevo. Rompere le regole sapendo che non si ha più niente da perdere poteva anche essere elettrizzante.
Mi alzai dalla mia sedia e raggiunsi la porta aperta, ventisette paia di occhi alcuni stupiti, altri furiosi, altri interrogativi posati su di me.
Mi voltai lentamente verso Sona, che sembrava mi avrebbe staccato volentieri la testa a morsi. -Prima che lei dica "chi non è interessato può lasciare l'aula".- Uscii e gli sbattei la porta in faccia.Fuori da scuola, prima che scappassi via senza che qualcuno mi avvicinasse dopo la performance nell'ora di filosofia, Benjamin mi si affiancò. Non perse tempo. -Tu farai la ricerca con me.-
-Non lo farò, Benjamin.- Dissi, piano, senza lasciare che la paura prendesse il sopravvento.
-Di cos'hai paura?- Chiese, quasi a fatica.
Spostai lo sguardo verso di lui. Non riusciva a guardarmi negli occhi.
Di te, gli avrei detto. Ho paura di te.
-Non succederà niente. Nonostante quello che vedi tu tutti i giorni durante le lezioni, non ci tengo ad essere bocciato.-
-Ma io non ci tengo ad aiutarti, per cui no.- Lui spalancò gli occhi dalla sorpresa, e l'avrei fatto anch'io. mi sentivo come se niente avrebbe più avuto conseguenze d'ora in poi. Ogni più piccola cosa aveva perso d'importanza.
Mi avevano fatto talmente soffrire, se ne erano sbattuti così tanto di me che ora non m'importava se fossi stata io a far del male a loro.
-Beatrice. Tu farai quella dannata ricerca con me. Non m'importa se stai vivendo i tuoi cinque minuti di ribellione da bambina delle elementari.- Si fermò prima del cancello di uscita, si girò verso di me e mi afferrò i polsi. -Se non lo farai, verrai bocciata. Sona ha abbastanza potere per far sì che accada.- Rimasi zitta, impegnata nel mantenere il mio respiro stabile. -Ci vediamo qui, domani dopo la scuola. Andremo a casa mia e faremo tutte le ricerche filosofiche inutili in un pomeriggio, così poi non ti lamenterai più come un neonato.-
Mi lasciò di scatto i polsi, come ustionato, mi voltò le spalle e se ne andò.
Lo detestavo con tutta me stessa.
E detestavo anche me per essere sempre così debole con lui.
Per non riuscire a controbattere come avrei dovuto.
Perché stavo per arrendermi.[Frase a inizio capitolo: da "Bleeding out", Imagine Dragons.]
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bullying
Teen Fiction"Forse ti vedrò, in classe, con quel tuo solito guardare fuori dalla finestra come se ci fosse davvero qualcosa da vedere. Se ci penso _ voglio dire, se penso a te _ capisco che dopotutto non ho bisogno di nient'altro." 14.12.2017, #11 in teen ficti...