47.

5K 231 33
                                    

"When oblivion
is calling out your name,
you always take it
further
than I ever can."

[quando l'oblio
chiama il tuo nome
vai sempre oltre,
più di quanto io possa mai.]

Fuori il cielo è nuvoloso, e mi sembra che quelle nuvole avvolgano anche la mia testa, dentro e fuori. E mi sembra di non capire niente, di non sapere come zittire la mia testa, come scacciare i miei fantasmi. Mi sento come una stanza chiusa da anni. Abbandonata, piena di polvere, con le finestre serrate e nemmeno un filo d'aria fresca che entra da troppo tempo. E rivedo sempre gli stessi mobili, gli stessi miei segreti spaventosi. Non riesco a smettere di pensare a tutto quello che di sbagliato ho fatto. Riesco a capacitarmene, ma non a perdonarmi. E forse non ci riuscirò mai.
Non dormo da due notti. Come provo a posare la testa sul cuscino, so già che a un passo da me c'è un incubo. E non ho più le forze di svegliarmi in piena notte con il cuore in corsa, la pelle in fiamme e le lacrime agli occhi per aver sognato di nuovo i miei mostri. Non ho più le forze di prendere quelle pastiglie. Quelle pastiglie... Il loro sapore freddo, la sera, mi chiudeva gli occhi a forza. Senza, non sarei riuscito ad addormentarmi. Io non le ho mai volute, ma il medico diceva che non potevo vivere in preda dall'ansia, dell'insonnia. Ho imparato in pochi giorni a non dire più a mia madre di non riuscire più a dormire. Fingevo. E fingo anche ora. Non so se preferisco che i miei fantasmi mi sbranino vivo o dormire con le palpebre pesanti solo a causa di un ansiolitico.
Mi fa male la testa, a volte, dal tanto che è piena di un disordine. Non so nemmeno esattamente ciò che sto scrivendo. Me l'hai consigliato tu, Bea, ed io ci provo, ma come sempre non sarà abbastanza. Non è mai abbastanza quando si tratta di me.
A volte, quando il dolore allo stomaco è così forte da riuscire a malapena a respirare, penso a te.
A mano a mano che prendi forma nella mia mente, il mio respiro si calma e i miei muscoli si rilassano, fino ad addormentarmi.
Quando dormivo con te tra le mie braccia, non dovevo nemmeno preoccuparmene. Dentro avevo una tranquillità che non avevo mai provato, e sapevo che era a causa tua.
Io ti amo, Beatrice. Non te l'ho ancora detto, ma ti amo.
Sei forte come un gigante e non te ne accorgi.
Sei passata in un tunnel di dolore atroce a causa mia, e sei ancora capace di starmi vicino.
Non me lo merito e non potrò fare a meno di pensare che non me lo meriterò mai.
Del consenso degli altri non te ne frega niente, ma per assurdo in certi punti ti tocca così tanto che ti annulli del tutto, ti metti da parte fino a scordarti che esisti. E fa paura. Fa paura a me, e non riesco a capire come diamine tu riesca ad avere una forza tale da reggere il modo in cui ti tratti.
E se so una cosa per certo, è che tu sei più forte, gentile e coraggiosa di me. Tu andrai sempre oltre continuando a correre senza perdere il fiato. Io non riuscirò a stare al tuo passo, e prima o poi smetterò di correre, camminerò e poi mi fermerò. Ma tu continua a correre senza mai stancarti.
Non lasciare che io ti fermi, che ti faccia tremare le ginocchia.
Tu corri, non guardarti mai indietro, non coprire nessuna ferita, nessuna cicatrice.
C'è sempre il vuoto che mi perseguita, tu lo sai, ma se ci sei tu, perde la forza e non fa più male.
Sei in ogni parte di me, Beatrice, ci sei sempre stata. Quando mi ero chiuso nella mia prigione per proteggere il mondo da me, sei arrivata tu e hai spezzato le sbarre, sgretolato i muri, senza nemmeno dire niente.
È lì che ho capito di amarti da sempre. Diamine, mi sento un idiota per mille motivi diversi. Perché mi si cariano i denti per quello che sto scrivendo, perché sto così bene eppure allo stesso tempo la paura mi sbrana. Dovrei prendere un tranquillante o qualcosa del genere, mia madre mi ucciderebbe se sapesse che di notte non riesco mai a dormire e non faccio nulla a riguardo. Eppure se scrivo di te o anche solo se ti penso, te l'ho già detto, non ho più paura di nulla.
E allora cosa importa degli incubi, dei nemici, del passato, dei mostri?
Cosa, se ci sei tu?

Qualunque cosa accada, perché non posso fare a meno di pensarci, non mi dimenticare.
Sono nelle tue ferite. Quelle che ti ho causato e quelle che ho curato.
E tu sei nel vuoto che ho nello stomaco. Lo riempi fino a farmene scordare l'esistenza.

Ti ho portato a vedere l'alba una volta, e ho guardato te.
Vestita delle tue ferite che si vedevano anche da sotto la maglietta, gli occhi scuri dello stesso colore dei tuoi lividi. Sei bellissima anche così, ho pensato. Sei più bella così.
Con i capelli scompigliati che mi inondano il petto di prima mattina, la pelle imperlata di sudore perché sei appena sfuggita a un incubo, gli occhi struccati e stanchi, il passo insicuro ma che non si ferma.
Sei più bella quando sei in bilico e sai già che cosa ti aspetta ma non riesci a sottrarti, sei più bella quando ti fai prendere la mano perché possa portarti in salvo.
Sei più bella quando ti fai piccola perché non sai più da cosa proteggerti, e allora ti nascondi da tutto.

Sono le cinque e fra tre ora inizierà la scuola.
Forse ti vedrò, in classe, con il tuo solito guardare fuori dalla finestra come se ci fosse davvero qualcosa da vedere.
Se ci ripenso _ voglio dire, se ripenso a te _ capisco che dopotutto non ho bisogno di nient'altro.

Posai il foglio leggermente stropicciato sulle mie gambe e mi girai a guardare Benjamin.
Un medico mi aveva detto che era normale che avesse quegli spasmi si dolore.
Ed era normale soffrire con lui, volevo chiedergli?
Ogni tanto gemeva o alzava un braccio come per chiedere aiuto.
Allora gli prendevo la mano, come se potesse servire a qualcosa, e mi sembrava quasi che riuscisse a vedermi.
Non lo seppi mai, se riuscì a vedermi davvero.
All'improvviso persi un battito.
Fissai solo un secondo dell'azzurro più chiaro che avessi mai visto.
Quello dei suoi occhi spalancati.

[Frase a inizio capitolo: da "Oblivion", Bastille.]

//

Cosa ne pensate?
COMUNQUE RAGA,
io non sono pronta a rientrare a scuola
qualcuno mi sAAaaaLvIiiiIIIIIIiiiII

bullyingDove le storie prendono vita. Scoprilo ora