41.

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"Quando stringi i pugni
e il sangue cola
rosso
come quel non sufficiente
che ti toglie la voglia di scuola."

Benjamin gli teneva il petto inchiodato a terra e gli riempiva il viso di pugni.
La sua mascella faceva movimento improbabili, e il suo naso sbandava a destra e a sinistra sprizzando fuori sangue che andava a sporcare la felpa di Benjamin.
Non riuscivo a fare niente.
Aspettavo che la polizia arrivasse correndo.
Io non riuscivo a muovermi.
Non sapevo decidere chi dei due mi avesse fatto più male.
Le parole di Filippo mi rimbombavano così forte in testa che ne ero stordita, non sentivo nulla che non fossero quelle e il dolore che ne conseguiva.
E restai immobile anche quando mi lasciai trascinare via dai poliziotti, e in modo sfocato vidi che due di loro separavano Filippo e Benjamin, li prendevano di peso e li circondavano con le braccia possenti per tenerli fermi.
-Qual'è dei due ragazzi che ha la droga?- Chiese l'uomo che mi aveva portata più lontano, forse per non farmi vedere quello che stava succedendo.
-Hai chiamato dieci minuti fa dicendo che un ragazzo era in possesso di droga. Qual'è dei due?-
Dalla gola non mi usciva una sola parola. Indicai Filippo, con un rivolo di sangue che gli scorreva giù dal naso e la mascella stranamente a posto.
Il poliziotto non disse nient'altro, e si avvicinò a Filippo mettendosi a perquisirlo.
Trovò quello che cercava.
I grammi di coca.
Il cellulare con cui avevo chiamato la polizia prima di raggiungere Benjamin e Filippo giaceva a terra. L'avevo lanciato a Benjamin acceso sulla schermata delle mie ultime chiamate, per comunicargli che avevo chiamato la polizia, di non dare fuori di matto.
Solo, non mi aspettavo che Filippo mi avrebbe rivelato tutto. 
E, soprattutto, non mi aspettavo che facesse così male.
Alcuni poliziotti parlarono con Benjamin, ma subito dopo se ne andarono.
Era già finita, in teoria.
Benjamin mi guardò per un attimo, prima di camminare verso di me.
-Lo metteranno in cella di detenzione.- Disse. -Suo padre lo tirerà fuori quasi sicuramente, ma non gliela farà passare liscia. Gli impedirà di uscire per mesi.-
Rimanevo zitta.
-Hai fatto bene, Bea. Credevo di poter risolvere le cose da solo, ma sei stata più forte di me.-
Non riuscivo nemmeno a guardarlo.
Mi faceva schifo.
Si è avvicinato per una scommessa.
Davvero non ci aveva mai tenuto a me?
Diamine: lo odiavo così tanto che avrei corso centinaia di chilometri per stargli lontano, ma lo amavo così forte che mi cedevano le gambe.

[Frase a inizio capitolo: da "Lacrime", Ghali.]

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Ah rega buongiorno
questo capitolo è moolto corto perché quello dopo (aggiorno tipo subito) è moolto lungo.
I due si devono dire tante cose.

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Come sempre fatemi sapere cosa ne pensate, love you goodbye
❤!
C.

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