Capitolo 17

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Alle dieci in punto, Tommaso fu sotto casa di Luana. Quella giornata era tutta per loro e non dovevano sprecare nemmeno un minuto. Doveva anche dirle che tra qualche giorno sarebbe partito per Parigi e che non si sarebbero rivisti per quasi una settimana. Alla fine, era pochissimo tempo, ma perché sembrava infinito? Si era appoggiato con braccia e gambe incrociate alla portiera dell'auto, proprio di fronte alla porta di casa sua, e aspettava che lei uscisse. Non appena Luana apparve sulla porta e lo vide, scese velocemente i pochi gradini di casa e si precipitò fra le sue braccia. Tommaso dal canto suo non aspettava altro.

"Mi sei mancata" le sussurrò all'orecchio.

"Anche tu" rispose Luana stringendolo più forte. Dopo qualche secondo, Tommaso la staccò leggermente da sé e la guardò negli occhi. "Andiamo?"

"Andiamo" rispose lei decisa. Salirono in macchina e partirono.

Anche se erano nel pieno della stagione invernale, quel sabato era particolarmente soleggiato. Non soffiava un filo di vento e non erano previste piogge.

"Allora, dove siamo diretti?" chiese Luana dopo che avevano percorso qualche metro.

"Come siamo impazienti! Noto che le sorprese ti piacciono."

"Beh, è solo curiosità", cercò di rimediare. Era stata colta in fallo. Era vero che era molto smaniosa di sapere cosa Tommaso avesse in mente.

"Hai terminato il lavoro per Parigi?" Provò a cambiare discorso.

"Quasi, mancano ancora gli ultimi ritocchi." In risposta, lui fu molto vago. Anche se Luana era al corrente della sfilata che si teneva ogni anno all'estero, non sapeva ancora della sua partenza per la capitale parigina. Parlarono, così, del più e del meno aggiornandosi delle cose fatte da entrambi negli ultimi giorni. La loquacità di Luana non le diede modo di notare che, nel frattempo, Tommaso era arrivato di fronte al grande centro commerciale della città, e stava per entrare nei parcheggi sotterranei. A quel punto, lei si bloccò da ciò che stava dicendo e lo guardò.

"Come mai siamo venuti al The city?" chiese, cercando di capire i suoi pensieri.

Tommaso non rispose, ma sorrise solamente. Parcheggiò, scese dall'auto e andò ad aprirle lo sportello. Quel gesto all'inizio la imbarazzava parecchio ma adesso, lo vedeva, come un segno distintivo del suo uomo che lo rendeva speciale agli occhi della sua donna.

Appena scese anche Luana, la prese per mano e si avviarono a prendere l'ascensore.

"Ti ho detto che oggi è una giornata piena di sorprese, quindi non chiedere nulla, ma assecondami solamente." Doveva, in sintesi, solo fidarsi.

Si fermarono all'ultimo piano. E già, a Luana, quello la insospettì. Il The city era alto cinque piani e, l'ultimo, era dedicato solo ai negozi chic. Qualche volta con Mary avevano curiosato in quel reparto, ma non erano mai riuscite a comprare niente. Nemmeno il portafoglio cospicuo di Mary era adatto a quei negozi.

Appena uscirono dall'ascensore, Tommaso, tenendola ancora per mano e rimanendo in silenzio, si avviò verso la gioielleria più famosa del centro. Stavano per entrare, quando Luana lo trattenne.

"Aspetta un attimo! Cosa ci facciamo qui?"

Tommaso, molto tranquillamente, le prese il viso tra le mani e la baciò delicato sulle labbra.

"Amore mio, ti ho detto di non chiedere. Ma, se sei proprio così curiosa, ti anticipo solo che voglio farti un regalo e non provare a dissuadermi."

"Ma io..." Non ebbe il tempo di continuare che Tommaso la prese per mano e la trascinò dentro. Il negozio era fantastico. Era luminosissimo e aveva un sacco di vetrine contenenti gioielli di ogni tipo. C'erano almeno una decina di commesse, ognuna dietro a un banco in vetro. Una ragazza, appena li vide, si avvicinò.

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