Capitolo 24

2.2K 82 0
                                    

Era pomeriggio inoltrato, quando Tommaso riuscì a liberarsi da tutte le persone presenti alla festa. Padre e figlia Leone furono gli ultimi ad andarsene, ma sarebbero ritornati il giorno dopo per i dettagli lavorativi. Vittorio propose al figlio di ritornare a casa insieme e cenare con la madre, ma lui declinò l'offerta, chiedendogli di precederlo. Il padre acconsentì e lasciò anch'egli l'ufficio, facendosi però promettere che non avrebbe mancato alla cena.

Rimasto solo, Tommaso, prese un taxi e si precipitò a casa di Luana. Se non riusciva a rintracciarla telefonicamente, quale migliore sorpresa presentarsi alla sua porta? Arrivato a destinazione mandò via il taxi e suonò il campanello. Nessuna risposta. Risuonò e aspettò. Nulla. Guardò l'orologio, le 16:30. Forse erano in giro per delle commissioni, pensò. Si sedette sugli scalini d'entrata e decise di aspettare l'arrivo di qualcuno.

Dopo quattro ore non comparve nessuno. Aveva continuato a chiamare Luana al cellulare, ma risultava essere sempre irraggiungibile. Aveva anche rifiutato ben dieci chiamate da parte della madre. Le mani e i piedi gli si erano congelati anche se, da un po', camminava avanti e indietro sul marciapiede. L'ansia lo stava attanagliando e non poteva più aspettare. Compose il numero di Jimmy, che gli rispose immediatamente.

"Ciao amico mio! Sei tornato? Allora dobbiamo vederci sub..." Ma Tommaso lo interruppe.

"Mi daresti il numero di Mary?" gli chiese, senza tanti preamboli.

"Il numero di Mary? Perché? È successo qualcosa?" rispose Jimmy confuso.

"Ti spiegherò tutto più tardi, adesso dammi solamente il suo numero" ripeté, ancora più convinto. Al sentire la voce agitata di Tommaso, Jimmy capì che era successo qualcosa di serio e, senza chiedergli più nulla, acconsentì.

"Ok, te lo mando subito."

"Grazie Jimmy, ti richiamo." E, chiusa la conversazione con l'amico, Tommaso attese che gli arrivasse il messaggio. Avuto il numero, chiamò Mary.

"Pronto? Chi parla?" rispose lei, non conoscendo il nuovo interlocutore.

"Ciao Mary, sono Tommaso" disse in breve. "Scusami se ti disturbo, ma volevo chiederti se hai notizie di Luana. Sono tornato oggi dalla Francia e non riesco a mettermi in contatto con lei, e nemmeno a casa sua c'è nessuno" spiegò tutto d'un fiato.

"Beh, anch'io sono un paio di giorni che non la sento. Non ero in città e non ho avuto modo di chiamarla." Si fermò un attimo a pensare. "A volte va con i genitori a trovare i suoi nonni in campagna, sarà per questo che non trovi nessuno a casa e chissà, forse in quel posto, non prendono i telefoni" ipotizzò Mary.

"Sai dove abitano?" le chiese Tommaso.

"No, mi dispiace" gli rispose, con voce delusa.

"Grazie Mary, scusami ancora", e chiuse così la chiamata. Nemmeno lei gli era stata molto d'aiuto. Continuava ad essere agitato e non capiva perché. Se fosse andata dai nonni, perché non dirgli nulla? Se fosse in campagna da due giorni, allora c'era la possibilità che il giorno dopo o, al massimo quello ancora, sarebbe tornata. Si passò una mano tra i capelli. C'era sicuramente una spiegazione, non bisognava pensare al peggio. Se le fosse accaduto qualcosa, Mary l'avrebbe saputo di sicuro.

Ritornò a casa stanco e infreddolito. Appena entrò nel salone d'ingresso, vide Ida camminare avanti e indietro per la stanza, torcendosi le mani.

"Sono tornato" disse Tommaso. La madre, sentendo la voce del figlio, si precipitò ad abbracciarlo.

"Figlio mio, dove sei stato? Perché non rispondevi al telefono? Stavo morendo dalla preoccupazione. Tuo padre aveva detto che saresti tornato per cena" lo rimproverò, singhiozzando. Ricambiò anche lui l'abbraccio.

Non è colpa tuaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora