Capitolo 28

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Il frastuono che regnava appena si entrava nel negozio era insopportabile. C'erano donne che gridavano a destra e uomini che litigavano a sinistra. Altri cercavano di parlare al telefono, urlando per la confusione e provando a farsi sentire. Il disordine dominava lampante, con molti abiti sparsi a casaccio sui banconi in vetro. Nessuno si accorse della donna che entrò in quel fracasso. Riuscì ad arrivare fino al centro del negozio, senza essere notata o fermata da qualcuno. Bloccò una ragazza che le passò accanto.

"Cosa sta succedendo?" chiese la donna.

La giovane aveva una pila di abiti incellofanati fin sotto il mento che teneva con entrambe le braccia.

"Mi scusi, devo consegnare questi vestiti urgentemente", e senza risponderle, scappò via. La donna, allora, si spostò più avanti verso un gruppo di tre ragazze, messe sotto uno scaffale a sistemare scarpe e borse.

"Scusate." E aspettò che si voltassero. "Sapete dirmi cosa succede? Perché tutto questo baccano?"

Una di loro, forse la più irruenta, sbatté la borsa che teneva in mano sul bancone di vetro, facendola sobbalzare.

"È da stamattina che corriamo di qua e di là. Deve arrivare una famosa modella per domani, e il capo ha chiuso il negozio per modificarlo e allestirlo con il suo stile." Si fermò e si guardò in giro. "Solo che questa persona ha dei gusti troppo esigenti, ci sta facendo rivoluzionare ogni cosa a suo piacimento!"

"Effettivamente, il vostro capo sta un po' esagerando" incalzò la donna, sorridendo.

La giovane sbuffò e si rigirò per terminare il lavoro. "È meglio se continuiamo." Ma ci ripensò e si voltò di nuovo verso la nuova arrivata. "Scusi, ma lei chi è?"

Stava per risponderle, quando un urlo proruppe all'improvviso.

"Elle Flores, what are you doing here!?"

Le tre giovani commesse e la donna di fronte a loro trasalirono all'esclamazione.

"When are you arrived?" esclamò la nuova voce maschile, avvicinandosi.

"Hi Brian, surprise!" rispose, voltandosi.

La commessa, che aveva parlato poco prima, si intromise nel dialogo fra i due. "Mister Gray, conosce questa signora?" chiese timidamente.

Brian Gray, un uomo di trentacinque anni, alto un metro e ottanta, capelli scuri lunghi fino al collo e legati sempre in un codino, e due occhi grigi opachi, era il titolare del negozio. Nato e cresciuto negli Usa, era per metà italiano da parte di madre e per metà americano da parte di padre, pertanto, sapeva parlare la lingua italiana, con il classico accento statunitense. Era vissuto fin all'età di diciotto anni nella sua città natale a Somerville, per poi trasferirsi a New York, dove aveva ideato e costruito un marchio di abbigliamento a suo nome, la Brian's creation, famoso in tutto il mondo. Da qualche anno, la sua fama era arrivata anche in Italia, nelle città di Milano e Roma. Finalmente, era arrivato il turno pure di Firenze.

Puntò gli occhi sulla commessa e la guardò torvo. "Spero per voi che abbiate trattato bene la mia ospite. Avete davanti a voi la modella Elle Flores direttamente da New York" dichiarò in italiano, con voce compiaciuta.

La commessa, insieme alle colleghe, sbiancarono in viso, rendendosi conto della figuraccia. La guardarono più con attenzione. Era vestita con dei jeans skinny strappati nelle ginocchia, una maglia lunga bianca leggermente svasata e un giacchino di pelle nero corto. Come potevano riconoscerla? Era italiana, e quello non aveva aiutato.

"M-mi dispiace per prima" si scusò rivolgendosi a Elle. "Non l'ho riconosciuta."

Lei sorrise. "Non mi sono offesa. È vero, mister Gray ha esagerato" disse più sottovoce.

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