Capitolo 44

2.7K 97 4
                                    

'Maledetto!', l'imprecazione di Vittorio fu così violenta che Ida sussultò. Era seduta sul divano del salotto insieme al marito, solo che, a differenza sua, lui ogni tre minuti si alzava e inveiva contro il figlio, iniziando a girare per la stanza. Poi, tornava a sedersi, ma ricominciava la trafila appena si inalberava nuovamente. Lei, invece, rimaneva ferma nella stessa posizione con le mani aggrovigliate in grembo. L'ora di cena era passata da un pezzo, ma Tommaso ancora non si era fatto vedere.

Dopo che erano rimasti ad aspettarlo per tre ore, Monica, alla fine, aveva avuto una crisi isterica. Era scesa dall'auto e lo attendeva insieme agli altri all'interno della chiesa ma, quando tutti cominciarono a capire che lo sposo non sarebbe più arrivato, iniziò a gridare e a colpire tutto quello che trovava davanti a sé. Svenne da tanta furia. Fu portata subito in ospedale e immediatamente sedata. Ida e Vittorio si apprestarono a raggiungerla in clinica, ma furono cacciati in malo modo non appena comparvero davanti ai coniugi Leone. Non potendo fare altro, ritornarono a casa. Vittorio continuò, per tutta la giornata, a dare ordini affinché trovassero Tommaso ma, quel suo benedetto figlio, sembrava scomparso nel nulla.

Però, Ida era assalita dall'ansia. Come mai non tornava? E se veramente gli fosse successo qualcosa di grave? Aveva provato a comunicare le sue preoccupazioni al marito, ma lui l'aveva aggredita, accusandola di essere poca risoluta verso il figlio e, di conseguenza, la causa delle sue negligenze. Alzò gli occhi e lo guardò fare avanti e indietro, passandosi di continuo una mano tra i capelli. Rimanere in quello stato non avrebbe aiutato nessuno, anzi, avrebbe infervorato di più il suo animo. Così, stava per dirgli di chiamare la polizia, quando sentì aprire il portone di casa. Lei si girò di scattò in quella direzione, e Vittorio si bloccò dal suo andirivieni con una mano a mezz'aria. Tommaso entrò fino al centro della stanza e si fermò davanti ai genitori. Ida da seduta si alzò e gli andò vicino, il padre, invece, rimase dov'era.

"Cos'è successo? Perché torni solo adesso?" gli chiese Ida, strattonandolo per un braccio. "Eravamo molto preoccupati."

Tommaso si voltò a guardarla. "Perdonami, mamma. Ti racconterò tutto." Ida aveva le lacrime agli occhi e provava molta pena per lui.

All'improvviso, dei colpi di battute di mano li fecero voltare entrambi verso Vittorio.

"Bravo, complimenti. Sentiamo cosa hai il coraggio di dirci." E, mentre ironizzava le sue stesse parole, si avvicinò al figlio.

Tommaso mutò totalmente, lo sguardo che rivolse al padre era ostile e pieno di rancore.

"Sono io, invece, che voglio sentirmi raccontare qualcosa da te. Credi di avere il diritto di fare la parte della persona offesa?"

Lo schiaffo che lo colpì alla guancia sinistra lo fece voltare dall'altra parte. Ida si portò le mani alla bocca per trattenere l'urlo di stupore che l'assalì. Vittorio, al contrario, rimase fermo davanti a Tommaso senza spostarsi di un millimetro. Lui scoppiò a ridere e rigirò la testa verso il padre.

"Se adesso sei soddisfatto, aspetto una tua risposta." Ma, invece di parlare, Vittorio alzò di nuovo la mano per colpirlo ancora. Però, Tommaso, fu più svelto, l'afferrò per il polso e lo bloccò.

"Voglio una tua spiegazione" gli sussurrò minacciosamente, guardandolo negli occhi.

"Basta, smettetela" gridò Ida. Sembravano due leoni pronti a scannarsi, e per una madre non era per niente un bello spettacolo. Tommaso, dopo un attimo di esitazione, gli lasciò il braccio, ma non staccò lo sguardo da lui.

"Perché non sei venuto al matrimonio?" gli chiese Ida con voce tremante.

"Perché sposerò Luana."

Non è colpa tuaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora