Capitolo 33 (parte 1)

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Luana si contorceva le mani, percorrendo avanti e indietro la stanza d'albergo. Aveva appuntamento con Brian per andare insieme alla conferenza stampa a La nuova moda. Solo che, già da un'ora, era pronta e in uno stato di fibrillazione. Quando Brian le aveva detto che avrebbero partecipato alla conferenza insieme a Vittorio e Tommaso Umberti, il suo cuore pareva che volesse esploderle. Era assurdo ritrovarsi a confronto tutti e quattro insieme! Non poteva nemmeno evitare di presentarsi, vista la sua notorietà con la Brian's creation. Parte delle domande dell'intervista erano già state concordate, quindi poteva stare tranquilla, ma, si sapeva, c'era sempre quel giornalista impertinente e curiosone. Brian le aveva anche detto della proposta lavorativa da parte de La nuova moda. Lui non aveva dato ancora nessuna risposta, ma Luana, era convinta, che Brian avrebbe accettato, solo per fare ripicca. Desiderava vendicarsi di Vittorio Umberti più di lei e, da buon amico che era, avrebbe fatto di tutto per proteggerla.

Le squillò il telefono, facendola soprassalire. Era Brian che le comunicava di essere arrivato davanti alla porta dell'hotel.

Salita in macchina cercò di non dare a vedere tutta la sua ansia.

"Andiamo, sono pronta" esclamò vivace. Forse troppo.

Brian si voltò a guardarla. Aveva una mano sul volante e l'altra sotto il mento, in modo da scrutarla meglio.

"Non mi convinci per niente. La tua apprensione è visibile a occhio nudo e ti tremano le mani dall'agitazione."

Luana, istintivamente, le strinse forte in grembo come a nasconderle.

"Ti sbagli. Sono solo un po' nervosa per ciò che potranno dire a sorpresa i giornalisti. Sono abili a rigirare le risposte a loro favore" si giustificò lei, sorridendo più che poté.

"Se lo dici tu." Brian non era affatto persuaso, ma lasciò perdere, ritornò in posizione di guida e partì.

Arrivarono a La nuova moda in perfetto orario. Scesero dall'auto ed entrarono fianco a fianco dalla porta principale. Ad attenderli c'era una ragazza, presentatasi con il nome di Clara, che li accompagnò nella sala conferenza al terzo piano. Uscita dall'ascensore, Luana prese un profondo respiro e cercò di cacciare via tutta l'agitazione. Brian le strinse delicatamente la mano senza dire nulla. Era quello il suo modo di darle coraggio, le ricordava che non era da sola, che lui c'era sempre di fianco a lei.

Ah, come avrebbe voluto innamorarsi di lui, era l'uomo perfetto, pensò rammaricata.

"Prego, signori." Clara aprì la porta della sala, e si mise di lato per farli entrare. Per primo passò Brian e, con passo lento, Luana lo seguì. Almeno una ventina di giornalisti erano già posizionati con computer e macchine fotografiche nei primi posti della stanza; altri erano all'in piedi dietro di loro, solo con carta e penna in mano. Appena Luana e Brian entrarono, alcuni di loro iniziarono a fotografarli. Vittorio Umberti, vedendoli, si alzò dalla sua postazione e gli andò incontro. Lui e il figlio erano già seduti dietro al bancone di legno bianco, allestito con una grande composizione di fiori messa ai piedi di esso e, un'altra, più piccola, al centro. I quattro microfoni con le bottiglie d'acqua erano stati perfettamente allineati fra di loro, e aspettavano ognuno il proprio ospite.

"Mister Gray, piacere di rivederla." Vittorio allungò la mano e strinse quella di Brian.

"Il piacere è mio" rispose lui.

Vittorio si volse anche verso Luana e la salutò, come se la vedesse per la prima volta.

"Miss Flores, benvenuta", e strinse la mano anche a lei. Vedere quel suo finto sorriso fece rabbrividire Luana.

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