Capitolo 2

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Anche se aveva smesso di piovere, l'aria rimaneva comunque fredda e Luana non si pentiva affatto di aver scelto di indossare una camicia con stivali alti.

"Mary, perché non chiudi il tettuccio dell'auto, fa un po' freddo" le propose, stringendosi nelle sue stesse braccia.

"Ma scherzi! Quest'aria è ottima per iniziare a riscaldarsi!" rispose Mary. Ma Luana continuava a pensare che, se non fossero arrivati al più presto a destinazione, l'avrebbero dovuta ricoverare per polmonite.

"Ma dove stiamo andando? Ancora non me l'hai detto..."

"Stasera sarà la miglior serata della tua vita, stiamo quasi per arrivare."

Dopo un quarto d'ora, si fermò davanti a una porta rossa, con sopra un insegna con la scritta 'Black Moon'.

"Ecco qua, siamo arrivati." Il sorriso malizioso di Mary destò qualche dubbio a Luana.

"È questo il tanto agonico locale? Non sembra granché..." osservò.

"Aspetta a entrare e poi giudicherai. Questo locale viene frequentato dai migliori figli di papà della città, è uno dei migliori!" spiegò Mary.

"Chissà quanto costa..."

"Non ti devi preoccupare, stasera paghiamo con i soldi del mio papino!" e sventolò sotto il naso di Luana una carta di credito color oro.

"Sei una ragazza impossibile" constatò rassegnata.

L'amica fece finta di non sentirla e, con un passo velocissimo, la trascinò all'interno. In meno di cinque minuti, erano sedute su un divanetto a semicerchio rosso, che faceva posto per quasi dieci persone, con al centro un tavolo in vetro colore nero. L'illuminazione era molto tenue, delicata, da vero locale chic.

"Volete prendere qualcosa?" Il cameriere disturbò i pensieri di Luana, che presa alla sprovvista, non seppe cosa dire. Mary, invece, fu molto più rapida e ordinò due calici di vino rosso.

"Eravamo d'accordo di non prendere alcolici" la riprese Luana. Ma l'amica continuò a non ascoltarla. Esasperata, lasciò sorvolare e la diede vinta a lei.

Appena il cameriere posò i bicchieri sul tavolo, Mary ne prese uno alla velocità di un falco, che l'uomo stava per rovesciare l'altro. Quando si allontanò, anche Luana prese il suo.

"Sei sempre la solita. Stavi facendo fare una pessima figura a quel ragazzo."

"Carino anche quello!" Continuava a ignorarla.

All'improvviso, Mary diede una gomitata a Luana, che per poco non le fece buttare il vino addosso.

"Ma che cavolo fai...!"

"Luana, guarda chi si sta avvicinando, guarda quei tre uomini laggiù, stanno venendo proprio verso di noi."

"Ma io non vedo nessuno..." Con lo sguardo stava ancora cercando di individuare chi fossero quelle persone, quando senti di nuovo la voce del cameriere di prima.

"Scusatemi, lo so che avete pagato per avere tutto il divano per voi, ma non essendoci più posti liberi, vorrei chiedervi se poteste far sedere anche quelle tre persone laggiù." Indicò i tre uomini. "Pagheranno la loro parte, che a voi sarà rimborsata. Ci dispiace per l'inconveniente."

Mary sembrava incantata e, senza consultarla, approvò la richiesta del cameriere. Non che dovesse farlo perché era stata lei a pagare, ma poteva almeno chiederle un parere, era anche lei seduta lì.

"Salve ragazze, non volevamo disturbarvi, ma stasera siamo arrivati troppo tardi e non c'era più posto." Si accomodarono di fronte a loro due. Il ragazzo che parlò per primo era carino. Alto, biondo, occhi scuri e con un espressione molto simpatica. Quello seduto alla sua destra era alto quanto lui, stessi occhi, ma solo che aveva i capelli più scuri e più lunghi. Il ragazzo, invece, seduto alla sua sinistra, era quello che colpì di più Luana. Alto almeno venti centimetri più degli altri, aveva i capelli neri e gli occhi di un azzurro chiaro che avrebbero riflettuto anche nella notte più buia. Appena si rese conto che lo stava fissando, distolse subito lo sguardo e riprese ad ascoltare il ragazzo biondino.

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