Capitolo 34

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La pioggia cadeva battente da non riuscire a vedere i propri passi. Quando Luana era arrivata a La nuova moda c'era solo qualche nuvola sparsa nel cielo. Forse, quel repentino cambiamento di tempo, voleva essere un segno decisivo di svolta. Erano due settimane che Luana cercava di parlare con Tommaso. Tutte le volte che si trovava nell'azienda Umberti provava a rimanere da sola con lui, ma, o non si faceva trovare o, abilmente, era sempre in compagnia di altri. Era evidente che la evitava e, se le rivolgeva la parola, lo faceva solo in termini lavorativi. Brian aveva accettato di disegnare la collezione invernale, e lei era così diventata la modella ufficiale per quella sfilata. Entrare e uscire come se niente fosse da quel posto era un po' insolito, ma Luana si stava pian piano abituando. Brian aveva scelto di lavorare con lo staff de La nuova moda, e del proprio team, aveva lasciato solo i collaboratori che già erano in Italia, cioè due sarte, un fotografo, il suo secondo stilista e lei.

Quella mattina, Luana, aveva da consegnare alcuni disegni a Tommaso. Non era compito suo ma di Jack (il secondo), però, malignamente, l'aveva corrotto e si era appropriata delle bozze, così da essere ricevuta per poter parlare con lui. Dopo un'ora di incertezza se salire oppure no al terzo piano, si era convinta e impossessata di coraggio. Clara non era alla sua postazione, e Luana bussò direttamente alla porta dell'ufficio. Nessuna risposta. Attese qualche secondo e ribussò. Niente. Allora girò la maniglia e fece capolino. L'ufficio era vuoto. Arrivò fino al centro della stanza e si guardò intorno. Le tornarono alla mente i momenti del giorno della conferenza stampa. Tommaso l'aveva scaraventata senza riguardo contro una porta, ma solo a pensarci le batteva convulsamente il cuore. Mentre sorrideva da sola come una matta, non si accorse che qualcuno era entrato.

"Cosa ci fa lei qui dentro?"

Luana si voltò di scattò, sorpresa, come se stesse rubando. Passata la breve paura, sperava che il nuovo arrivato fosse Tommaso, invece, altri non era che la sua fidanzata. Monica Leone si avvicinò ancora di qualche passo, e si piazzò davanti a lei. Aveva una cartellina in mano che teneva appoggiata al petto. Luana si schiarì la voce. Non si erano mai incontrate, si erano solo intraviste sporadicamente.

"Noi non ci conosciamo. Sono Luana Fiorenzi, Elle Flores in America", e le allungò la mano.

"Monica Leone, la fidanzata di Tommaso Umberti" le rispose, ricambiando il saluto. "È vero, sapevamo entrambe chi fossimo, ma non ci eravamo ancora presentate." Monica le sorrise. "Allora, come mai si trova qui?"

Luana la vedeva così da vicino per la prima volta, rendendosi conto di quanto fosse bella. Sembrava una brava persona, gentile e amabile. Anche se lei voleva provare del risentimento nei suoi confronti, il comportamento di Monica non le dava modo.

"Possiamo darci del tu?" le propose amichevolmente Luana.

"Come mai ti trovi qui?" incalzò Monica. Pareva che aveva capito l'intenzione di Luana di prendere tempo. Faceva bene, quindi, a essere sincera.

"Dovevo consegnare dei disegni al vice presidente" rispose Luana, mantenendo le distanze da Tommaso. "Sai quando torna?"

Monica le passò accanto, e andò a poggiare la cartellina che aveva in mano sulla scrivania, poi, girò dietro di essa e aprì il primo cassetto, estraendo una busta gialla. Luana si voltò e la guardò. Monica ritornò di fronte a lei con la busta in mano.

"È probabile che per oggi non ritorni in ufficio. Sto uscendo per incontrarlo e consegnargli questa." E sollevò leggermente l'involucro giallo. "Poi, pranzeremo insieme, e nel pomeriggio andremo a vedere degli abiti da sposo." Monica lo disse con tutto l'entusiasmo che aveva in corpo, senza badare al fatto che, le sue parole, arrivarono come a dei coltelli nel cuore di qualcun altro. Luana provò a non mostrare la sua afflizione, e sorrise a sua volta.

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