Capitolo 6

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Il deposito situato in un vecchio comprensorio edilizio era appena fuori città, un luogo ideale per fare delle lotte clandestine o almeno questo era quello di cui era convinto l'agente Gibbs che aveva guidato come un pazzo per tutto il tempo senza dire mezza parola. Scesero dalla macchina in tre, Ziva e McGee sarebbero entrati dal retro, lui dalla porta principale, non aveva senso esitare, ogni minuto, ogni secondo era prezioso.
Entrarono nel deposito in contemporanea da entrambi i lati ma, come c'era da aspettarsi, era completamente vuoto. Riposero le armi nelle fondine ed iniziarono a perlustrare il posto.
"Capo qui c'è del sangue" avvisò McGee scattando delle foto.
"Anche qui ed è parecchio" si aggiunse Ziva da un'altra zona della struttura.
"Prendete dei campioni da analizzare per Abby" rispose distrattamente Gibbs, poi cellulare alla mano chiama Vance: "Leon, siamo nel posto dove probabilmente si facevano gli incontri, ma non c'è nessuna traccia di DiNozzo".
"Capisco, fate tutti i rilevamenti e tornate indietro" ordinò il capo.
Senza rispondere Gibbs mise giù la comunicazione, si tolse il cappello passandosi una mano tra i capelli radi: "Dove poteva essere?" il pensiero che potesse essergli successo qualcosa lo turbava anche senza darlo a vedere esternamente, in realtà era molto preoccupato per il suo migliore agente. Aveva già perso troppe persone nell'arco della sua esperienza all'NCIS, non avrebbe permesso a Tony di morire, non poteva!
Si guardò intorno alla ricerca di qualcosa che neanche lui sapeva bene cosa, finché non lo vide. In un angolo, vicino ad una rientranza nascosto tra i calcinacci, vide una singola macchia di sangue che sembrava formare una croce o una x, controllò meglio trovando un cellulare nascosto in una nicchia in direzione del segno fatto col sangue.
"McGee, Vieni a scattare!" ordinò all'agente che accorse.
"Trovato qualcosa capo?".
"Credo sia di DiNozzo" rispose distrattamente prendendo l'oggetto e riponendolo in una busta per elementi di prova, "torniamo da Abby. Ziva tu resta qui e vedi se trovi altro".
"Si" rispose la donna del Mossad continuando a fare scatti.
Gibbs e McGee rientrarono in auto per tornare in ufficio. Non persero tempo a posare le giacche ma andarono subito nel laboratorio di Abby che gli accolse colma di ansia: "L'avete trovato?".
"Non ancora" sospirò McGee con espressione affranta, la ragazza spostò il suo sguardo verso il capo della squadra che rimase impassibile come suo solito. Come poteva essere così calmo? Tony era sparito da giorni, poteva essere già morto eppure Gibbs non tradiva nessuna emozione...era imperdonabile, ma d'altro canto, sapeva che quell'uomo era fatto così e che farsi trasportare da inutili sentimentalismi non li avrebbe portati da nessuna parte.
"Avete qualcosa per me?" chiese rivolta all'uomo col taglio militare che le sporse le buste con all'interno i campioni di sangue e il cellulare. Ad Abby si bloccò il respiro quando vide l'apparecchio, era quello che aveva dato a Tony, ne era certa!
"Ma questo è di Tony!" mormorò. Lo sguardo di Gibbs s'illuminò: "Ne sei sicura?" chiese.
"Certo, gliel'ho consegnato io personalmente il giorno che è partito, è il suo, ne sono certa!" rispose agitandosi. Aprì il sacchetto delle prove, prese il cellulare e lo collegò al computer che subito iniziò l'elaborazione, poi si voltò nuovamente verso i due uomini: "Ancora qui? Quando saprò qualcosa ve lo farò sapere, ora andate che ho da lavorare, via!" esclamò la scienziata forense buttandoli fuori dal laboratorio.

Fuori in attesa dell'ascensore, Tim sei sentiva irrequieto al pensiero di lasciare l'amica da sola in quel laboratorio. Era perfettamente in grado di svolgere tutti i compiti con estrema professionalità e precisione, ma quanto avrebbe retto il suo cuore a tante emozioni? 
"Povera Abby, si sente in colpa è evidente" sospirò Tim rivolto al capo che si limitò a guardarlo.
"Scusi capo" si affrettò McGee, "ma sono preoccupato per Abby, lei è molto emotiva ora e forse ha bisogno di una mano per...".
"Stai con lei e fatemi sapere il prima possibile" risposte Gibbs entrando in ascensore.
Tim varcò nuovamente la soglia del laboratorio dove trovò Abby rannicchiata in terra in un angolo della stanza con la testa sulle ginocchia.
"Abby?" la chiamò dolcemente mettendole una mano sulla spalla, lei alzò il capo mostrando gli occhi lucidi: "Oh McGee e se fosse ormai tardi? E se Tony fosse già..." mormorò con voce strozzata.
"Non dirlo porta male! Abby stiamo parlando di Tony, avanti! E' sopravvissuto a esplosioni, peste polmonare e proiettili, figuriamoci se muore stavolta!" si fece scappare un amaro sorriso che divenne subito cupo, "lui non può essere morto" concluse con tono così basso che sembrava stesse cercando di convincere in primis se stesso.
"McGee" sussurrò la ragazza abbracciandolo, "stringimi e dimmi che andrà tutto bene, ti prego!".
"Andrà tutto bene Abby, vedrai" sussurrò Tim stringendola a se quando il pc di Abby iniziò a emettere un forte segnale sonoro. Entrambi si precipitarono davanti al monitor e ciò che lessero li lasciò senza parole, il sangue che avevano trovato nel deposito abbandonato era di Tony. Abby si portò le mani davanti alla bocca guardando Tim che rimase impietrito.

 Abby si portò le mani davanti alla bocca guardando Tim che rimase impietrito

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