Capitolo 17

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Quando Leon e Jethro entrarono nella salaconferenza, trovarono il marinaio Korghin che camminava nervosamente avanti e indietro all'interno della sala. Aveva i vestiti sporchi e lacerati in più punti, il volto e le braccia ricoperte di ferite ed un'espressione molto spossata.
"Agente Gibbs?" chiese non appena li vide.

"Sono io" rispose Jethro facendogli cenno di sedersi, "questo è il direttore Leon Vance e lei è....?".

"Jerald Korghin, sono colui che vi ha contattato settimane fa" disse tutto d'un fiato. Sembrava molto agitato, così Gibbs prese dell'acqua e gliela offrì.
"Grazie" sussurrò bevendone alcuni sorsi.

"Jerald perché ha chiesto di me?" chiese Gibbs cercando di non farsi sopraffare dalle emozioni. L'istinto era quello di attaccarlo al muro e chiedergli notizie di DiNozzo, ma doveva rispettare l'etichetta o questa volta Vance gli avrebbe tolto il caso e non aveva alcuna voglia di attaccare anche il direttore dell'NCIS sullo stesso muro del marine. Si sentiva come un'animale in gabbia pronto a esplodere.

"E' stato l'agente DiNozzo a dirmi di rivolgermi a lei e di chiedere espressamente di lei soltanto".

"DiNozzo?" mormorò Gibbs tradendo un accenno di emozione.

"Ha visto l'agente DiNozzo? Ha sue notizie?" scattò Vance con estremo stupore da parte di Jethro. Il marine scosse il capo lentamente, sembrava molto provato tanto che fu percosso da fremiti.

"Marine, cerchi di contenersi!" lo rimproverò Gibbs, "e ci racconti cos'è successo".

Kurghin bevve un altro sorso d'acqua e iniziò il suo racconto: "l'agente DiNozzo è una persona straordinaria, non ho mai conosciuto qualcuno come lui. Si è infiltrato nel circuito degli incontri, mi ha protetto e..." sospirò, "ha fatto l'impossibile per farmi arrivare qui oggi".

"Continui..." lo incalzò Gibbs.

"Dopo il suo primo incontro era ridotto molto male, aveva dovuto affrontare il campione e le ferite riportate in quell'occasione l'avevano costretto a letto per tre giorni consecutivi, il quarto giorno, quando finalmente era in grado di muoversi si recò all'arena dove si organizzavano gli incontri per scattare delle foto come elemento di prova, ma li fu coinvolto in un nuovo incontro per il giorno dopo, cioè tre giorni fa" bevve un altro sorso d'acqua, "quando si decide un incontro non ci si può tirare indietro o le conseguenze a cui si va incontro sono catastrofiche e lui mi aveva detto che non mi avrebbe lasciato solo per cui avrebbe affrontato anche quell'incontro e, in quell'occasione, mi avrebbe aperto una via di fuga".

"E come?" chiese Vance.

"L'incontro di tre sere fa era per dei pezzi grossi della marina che venivano apposta per vedere il nuovo campione e cioè l'agente DiNozzo in azione, ma lui era ancora convalescente e..." scosse di nuovo il capo stringendo le mani a pugno.

"E cosa, marine?" scattò Gibbs irritato.

"Mi disse di scappare durante il suo incontro, che lui avrebbe tenuto alta l'attenzione del pubblico quanto più possibile e così feci, mentre mi posizionai sotto la jeep per lasciare la base, sentii delle persone parlare ed una di queste diceva all'altro che il campione era un agente e che non avrebbe lasciato vivo la base" concluse guardando Gibbs negli occhi, "io non so come hanno fatto a scoprirlo, ma se così fosse..." si lasciò scappare una lacrima, "mi spiace signore, io sarei dovuto tornare indietro, avrei dovuto avvisarlo ma ho avuto paura..."singhiozzò.
Gibbs gli posò una mano sulla spalla: "Hai fatto la cosa giusta, se fossi tornato indietro avresti reso vani gli sforzi di DiNozzo e poi tu eri la sua missione" poi guardò Vance, "qualcuno ha parlato è evidente".

Vance lasciò la stanza seguito da Gibbs che s'incontrò con Ziva nei corridoi:"Gibbs a casa del Colonnello ho trovato solo la governante che mi ha detto che non lo vede da tre giorni" gli comunicò.

"Da quando hanno scoperto l'identità di Tony" rispose Jethro distrattamente.

"Cosa?" mormorò Ziva sgranando gli occhi.

Vance fece irruzione nella stanza degli interrogatori, afferrò con forza il tenente mettendolo in piedi e sbattendolo contro il muro: "Sei stato tu? Tu hai tradito DiNozzo! Ecco il perché di quei versamenti sul tuo conto!" lo aggredì sotto lo sguardo attonito di McGee.

"Non so di cosa parli" farfugliò l'uomo.

"Davvero?" lo scosse Vance, "puoi smettere di recitare, ormai abbiamo le prove e il testimone, finirai davanti la corte marziale per il tuo coinvolgimento nella morte di alcuni marine e forse di un agente dell'NCIS, per cui fossi in te scaricherei un po' la coscienza, ammesso che ne hai una".
Gibbs si gustò la scena senza rispondere, poi lo sguardo del tenente Gillian intercettò quello di Korghin: "Tu... eri tu la talpa? Maledetto traditore!" provòa reagire, ma il pronto intervento di Vance e Gibbs lo assicurarono con più forza contro la parete: "Sta fermo!" tuonarono all'unisono.
Poi lo presero di forza rimettendolo seduto: "E ora rincominciamo daccapo: Dov'è Anthony DiNozzo?" chiese Gibbs con uno sguardo che lasciava poco spazio alla compassione.
Gillian guardò prima Vance e poi Gibbs: "Ormai è tardi..." mormorò ansimante.
"Ci dica dov'è!" urlò Gibbs.

"Non ha mai lasciato la base... è nella zona che usiamo per gli addestramenti. Tra la boscaglia c'è un caseggiato che usiamo per le esercitazioni notturne, è ben nascosto dalla vegetazione" alzò lo sguardo verso Vance, "è li che dovete cercarlo" concluse.

Vance guardò Gibbs: "Vai!".

"Prega invece che sia ancora vivo o la tua vita diventerà un vero inferno!"minacciò Gibbs prima di lasciare la stanza. Il tenente abbassò lo sguardo insegno di colpa, ormai era finita.


Fino all'Ultimo RespiroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora