Capitolo 54

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"Seduto!" ordinò Gibbs entrando in sala interrogatori.

"Agente Gibbs, giusto? Che fine ha fatto il direttore, non mi interroga più lui?" sorrise Blanks pieno di se, "comunque ho chiamato il mio avvocato che sarà qui a momenti e, nel frattempo, non dirò una parola".

"Ma davvero?" sorrise Jethro di rimando, non aveva alcuna intenzione di farsi sottomettere dall'uomo che aveva davanti, la loro era una sfida aperta.

"Penso che il suo avvocato avrà poco da fare, visto che abbiamo le sue impronte e il suo dna nel luogo dove è stato effettuato un furto" provocò Gibbs, "ma c'è una cosa che non mi spiego, come fa una agente della sua risma a ridursi a ladruncolo per ordine di gente corrotta?".

"Non credo che la cosa debba interessarle, agente Gibbs" ribatté Blanks con aria annoiata.

"Ok..." farfugliò Jethro abbozzando un sorriso, "nel precedente colloquio col direttore Vance ha menzionato un probabile tentato omicidio ai danni di un mio agente, cosa puoi dirmi in merito?".

Il prigioniero guardò il soffitto, sembrava assorto dai suoi pensieri, ma Gibbs ebbe la ferma convinzione che lo stesse ignorando di proposito e questo lo fece infuriare.

"Ti ho fatto una domanda!" urlò sbattendo la mano sul tavolo.

"Uh che paura!" rise l'altro divertito, "volete una confessione? Si, ok. Sono stato io a rubare e distruggere quelle prove. Contento?".

"Certo, ma non sono ancora soddisfatto..." gli diede corda Gibbs, "perché sei certo che DiNozzo morirà? Cosa sai di questa storia?".

L'uomo buttò un occhio all' orologio appeso alla parete: "Non darti pena agente Gibbs, tra poco ne saprà di più anche lei" sorrise.

Jethro socchiuse gli occhi perplesso, non riusciva a capire il sento dell'affermazione di Blanks, quando McGee fece irruzione nella stanza pallido come un cencio: "Capo, puoi venire un attimo? È urgente!".

Di solito questo tipo di interruzioni mandavano Gibbs in bestia, ma questa volta era diverso, percepiva che c'era qualcosa che non andava, qualcosa di grave.

"Vai, Gibbs vai, io ti aspetto qui" rise Blanks seduto in modo scomposto.

Jethro non rispose e uscì dalla porta dove ad aspettarlo trovò, oltre a McGee, anche Vance e Fornell.

"Che succede? Tobias che ci fai qui?" chiese allarmato.

"Abbiamo avuto visite in ospedale stasera" rispose Fornell scuro in viso.

"Eh...?" lo invitò Gibbs a parlare.

"Mi dispiace Jethro".

Gli occhi di Gibbs si riempiono di lacrime ed il suo corpo ebbe un sussulto. Tobias continuava a parlargli, ma lui ormai non riusciva a sentire più niente, come se l'intero mondo fosse immerso in una fitta rete di ovatta. Il suo sguardo continuava a spostarsi da Leon a Tobias a Tim senza trovare pace... Ma davvero era tutto finito? Davvero Tony non c'era più? No! Non poteva accettarlo! Non poteva.

"Jethro?" lo scosse Tobias per le spalle, "hai sentito quello che ti ho detto?".

"Si" sussurrò appena l'uomo, poi aprì nuovamente la stanza degli interrogatori dove lo attendeva un Blanks gongolante: "Brutte notizie agente Gibbs? Dalla tua faccia, si direbbe proprio di si" rise.

"Tu lo sapevi lurido bastardo!" urlò Gibbs gettandogli le mani al collo.

"No, capo!".

"Gibbs, fermati!".

"Jethro!!".

"Lasciatemi, lasciatemi andare! Tony...Tony non c'è più, no!!". Le urla strazianti di Gibbs raggiunsero l'open space dove molti degli agenti presenti si scambiarono sguardi ammutoliti. Vance e Fornell lo portarono via di peso, mentre Tim soccorse l'arrestato che era rimasto a terra pallido.

"È impazzito?" chiese Blanks tessendo più volte.

"Dovrei lasciarti a terra a soffrire" mormorò Tim a denti stretti.

"È davvero morto?" chiese l'altro perplesso.

"Ti sembrava forse che Gibbs stava fingendo?" ribatté McGee teso.

"Io sapevo che dovevano solo spaventarvi, doveva essere solo un avvertimento, ma evidentemente hanno cambiato i loro piani" borbottò fra se e se.

"Chi?" lo incalzò Tim.

"I Grey Eagle ".

Tim sorrise: "Ottimo" disse guardando l'uomo a terra, poi si voltò verso lo specchio, "Sentito tutto capo?" chiese.

"Si McGee, forte e chiaro!" rispose Gibbs dalla stanza di osservazione.

"Che cosa...?" ansimò Blanks confuso. La porta si aprì e Gibbs fece il suo ingresso con Vance e Fornell sorridenti: "Grazie per la collaborazione, signor Blanks".

"Di cosa state parlando? Io non vi ho..." mormorò per poi bloccarsi, "è vivo! Non è vero che lo hanno ucciso" realizzò incredulo.

"Già!" sorrise Gibbs gongolante.

"Tanto non vi servirà a nulla saperlo! Non riuscirete a fermarli, quelli sono dei professionisti! Lui è un uomo morto che cammina!" urlò il prigioniero con così tanta foga da schiumare dai lati della bocca.

"Certo, ma ora in piedi!" ordinò Vance aiutando McGee ad alzarlo.

"Lasciatemi!" si dimenò.

"Ehi, dovè finito il tuo autocontrollo?" rise Gibbs dandogli dei leggeri schiaffetti sulla faccia. L'altro grugní di rabbia.

"Andiamo, c'è una cella che ti aspetta" s'intromise Leon compiaciuto, poi lasciò il suo posto a Ziva che con McGee, portarono l'uomo in cella.

"Certo che sei stato spaventoso" commentò Fornell rivolto a Gibbs, "pensavo ti sarebbe preso un colpo!".

"Posso dire di esserci andato vicino" ammise Jethro abbassando lo sguardo, "per un attimo non ho capito più nulla, volevo solo fargliela pagare...".

"È naturale, solo io e McGee sapevamo la verità" ribatté Vance facendosi scappare un sorriso, "piuttosto come stanno i tuoi ragazzi?" chiese rivolto a Tobias.

"Oh, domani avranno un bel mal di testa, ma stanno abbastanza bene, il signor DiNozzo è Tony non si sono accorti di nulla, ma quella donna si è presa un colpo" fece una pausa, "quando ci siamo accertati che a Tony non fosse successo nulla, è andata su tutte le furie" gli scappò un sorriso.

"Chi?" s'interessò Leon.

"Credo si riferisca all' infermiera che ha il compito di assistere DiNozzo" s'intromise Gibbs.

"Proprio lei, è un tipetto in gamba" sorrise Fornell.

"Capo abbiamo una traccia" avvisò McGee intervenendo. I tre divennero improvvisamente seri in volto e seguirono l'agente fin nell'open space.

Fino all'Ultimo RespiroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora