Capitolo 49

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"Signorina Sciuto?" la chiamò Anna.

"Grazie per prima, io..." rispose singhiozzante.

"Non si preoccupi, avevo capito che era in difficoltà, ma deve essere forte davanti a Tony, lui ora ha bisogno di persone che lo spronino, non di compassione" fece una pausa, "atteggiamenti simili lo feriscono" la riprese l'infermiera.

"Mi dispiace, io..." mormorò.

"Lo so, non è un bello spettacolo e lui ne è perfettamente conscio. Per lui anche respirare è doloroso e rifiuta la benda sugli occhi perché questo gli sbatte in faccia la sua attuale cecità con estrema violenza. Tony è molto forte fuori, ma terribilmente fragile dentro ed ora ancora di più" le rispose incrociando le braccia sul petto.

"Fragile? Chi? Tony?" sorrise Abby, "oh no, lei non lo conosce affatto, lui è un bambinone, è forte e coraggioso...dire che è una persona fragile equivale a offenderlo, mi creda" sorrise riprendendo il controllo delle sue emozioni.

"Ne è davvero sicura?" ribatté Anna, "sa qual è uno dei risvolti piacevoli del mio lavoro? Che la gente che arriva qui non ha filtri ma appare per quel che è. Io forse non conosco il tuo Tony, ma tu? Lo conosci?".

Abby rimase in silenzio continuando a guardare la donna con gli occhi sgranati.

Anna sorrise dandole una leggera pacca sul braccio: "Ora torno dal mio paziente, arrivederci".

"Aspetti!" la chiamò.

Anna si voltò.

"Lui ce la farà, vero?" chiese portandosi le mani al centro del petto.

"E' presto per dirlo, ma sono fiduciosa" sorrise aprendo la porta per poi sparire dietro di essa.

***

Quando rientrò nella stanza trovò Tony profondamente addormentato. Sfiorò la fronte per vedere se fosse calda e gli infilò il termometro per sicurezza, poi preparò l' occorrente per sottoporlo al prelievo di routine per verificare che non ci fossero infezioni o quant'altro.

Raccolse due fiale di sangue che depositò nel contenitore per materiale contaminante, raccolse il termometro e sorrise: "Niente febbre, meno male" disse fra se e se, "se questi campioni risulteranno a posto, potrai ufficialmente uscire dalla zona pericolo, contento?" bisbigliò al suo paziente, "ancora un piccolo sforzo e poi potremo iniziare la salita verso la guarigione" concluse accarezzandogli lo zigomo.

Rimase incantata a fissare i lineamenti del viso di Tony, era così bello: le ciglia lunghe, le labbra leggermente socchiuse e morbide e quel piccolo neo sulla guancia che lo rendeva terribilmente sexy. Sospirò scacciando quegli insani pensieri poco professionali, per passare al controllo delle ferite che gli ricoprivano il corpo. Gli sbottonò la camicia del pigiama fino a sotto l'ombelico, il ventre si muoveva regolarmente in base alla respirazione e le garze posizionate sul fianco e sotto il costato presentavano solo le macchie del disinfettante, segno che non vi erano state fuoriuscite di sangue o altra materia organica. Cambiò i guanti per evitare contaminazioni accidentali ed incominciò la procedura per il cambio di medicazione. Il dottor Cale le aveva detto di non lasciarlo mai solo e di dedicarsi completamente alla sua cura e non era sua intenzione venir meno alla fiducia che il suo superiore aveva riposto in lei. Tolse la prima benda, la ferita era molto umida ma non presentava segni d'infezione. Versò del iodopovidone su una garza sterile ed incominciò delicatamente a pulire la ferita, facendo attenzione a non comprimere o strofinare. Tony gemette in più occasioni e Anna si scusava con lui ogni volta, anche se sapeva che stava dormendo, non riusciva a non farlo. Vederlo saltare ogni volta che sfiorava il suo corpo era straziante, ma non poteva esimersi dal farlo.

"Ho quasi finito, ancora uno po' di pazienza" gli sussurrò ricoprendo la ferita con attenzione.

"Resisterò" rispose Tony facendola saltare dallo spavento.

"Oh cielo! Ti ho svegliato? Scusami!" si affrettò Anna col cuore in gola. Pensava alle sensazioni che aveva provato fino a pochi secondi prima e ringraziò mentalmente Dio di non averle esternate a voce o si sarebbe dovuta sotterrare dalla vergogna.

DiNozzo rise dolcemente: "Ahi, non posso neanche ridere...che male" commentò cercando di toccarsi la parte dolente, ma lei lo afferrò per la mano.

"No! Non devi toccare le ferite senza guanti, potresti infettarle!" scattò lei con tono grave.

"Scusa" mormorò Tony perplesso. Non pensava sarebbe stata così professionale, cioè in teoria doveva esserlo, ma averne una conferma così drastica l'aveva spiazzato e, al tempo stesso, rincuorato. Con lei sapeva di essere in buone mani e al sicuro più di in qualsiasi altro posto.

"Scusa tu" mormorò Anna prendendo una pezza umida e calda e passandogliela sul petto, sotto le ascelle, il costato e il ventre. Le mani le tremavano per lo shock, la sua reazione era stata eccessiva e se ne rendeva conto, ma la paura che potesse farsi del male, che potesse invalidare il sforzi fatti in quelle ultime ore, l'aveva terrorizzata. Sentì la mano di Tony sulla sua e si bloccò irrigidendosi: "Stai tremando, stai bene?" le chiese con un sorriso dolcissimo ed a lei iniziò a mancare l'aria.

"Si" annaspò, "ho solo avuto paura che potessi farti del male e..." le tremava la voce, non aveva mai provato una sensazione simile.

"Non è successo, perché ci sei tu" ci macerò su Tony con una punta di malizia.

Anna liberò la mano e continuò il suo operato: "Devo sbrigarmi e ricoprirti, prima che ti faccio prendere un accidente".

"E' piacevole?" chiese Tony divertito.

"Si... ehm no! Se non la smetti ti lavi da solo, capito?" sbraitò la ragazza al culmine dell'imbarazzo.

Tony rise divertito: "Scommetto che sei tutta rossa ora" fece una pausa ed i suoi occhi divennero improvvisamente tristi, "vorrei tanto vederti...".

Anna lo guardò, solo in quel momento aveva capito dove stava andando a parare l'uomo che aveva davanti e se ne dispiacque. Seppur debolmente, Tony stava di nuovo cercando di costruire una corazza fatta di spavalderia e arroganza, ma era ancora troppo fragile ed il risultato finale fu solo una dose di amaro in bocca che fece ammutolire entrambi.
Concluse la medicazione in silenzio, non sapeva bene cosa dire e Tony sembrava essersi chiuso in un guscio impenetrabile. Si era completamente ammutolito, lo sguardo rivolto ad un soffitto che non poteva vedere, il respiro leggermente affannato a causa del dolore che le ferite gli procuravano e gli occhi rossi come quelli di una persona sul punto di esplodere.

"A cosa pensi?" chiese Anna facendosi coraggio.

"A niente!" sospirò Tony restando assorto.

"A me quel niente interessa, perché non me ne parli?" insistette Anna abbottonandogli il pigiama, "ecco fatto, ho finito di torturarti per oggi" sorrise.

"Tony?" lo chiamò preoccupata.

"Ehi..." riprovò mettendoci ancora più dolcezza nel tono della voce e sfiorandogli la guancia.

Tony si morse il labbro ed una lacrima scivolò sullo zigomo contratto, sentiva tutta la rabbia del mondo convergere nel suo stomaco. Aveva lottato come una tigre, aveva tenuto testa ai suoi aguzzini e continuava a patire le pene dell'inferno a causa delle ferite, ma non gli importava, avrebbe rivissuto tutto se fosse servito a salvare Stewart, Korghin e tutti quei marine coinvolti, ma gli occhi no... non essere più in grado di vedere lo spaventava da morire e più si sforzava di reprimere quella paura, più essa ritornava più forte ed intensa di prima.

"Mi spiace..." mormorò sdrammatizzando con un sorriso, mentre altre lacrime gli rigavano il viso arrossato, "non so cosa mi stia prendendo, forse ho di nuovo la febbre" rise sbattendo più volte le palpebre per scacciare via le lacrime. Anna gli prese la testa tra le mani e l'abbracciò nel limite consentito dalle ferite dell'uomo e lui si lasciò avvolgere da quel caldo e morbido abbraccio dando sfogo a tutta la sua frustrazione attraverso un pianto disperato.

"Si, Tony, non preoccuparti è colpa della febbre" gli sussurrò all'orecchio mentre lui continuava a singhiozzare, "va tutto bene, andrà tutto bene vedrai" continuò a confortarlo tenendolo abbracciato e accarezzandogli il capo con dolcezza.

Fino all'Ultimo RespiroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora