Capitolo 19

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Jamie ansimava per la tensione, le mani gli tremavano come foglie, guardò il volto tumefatto di Tony alla ricerca di un cenno di vita, ma sembrava che l'agente dell'NCIS avesse nuovamente perso i sensi.

"Ehi" lo chiamò con voce tremante, gli sfiorò uno zigomo, "Tony?" chiamò, ma non ricevette risposta. "Oddio..." singhiozzò portandosi le mani alla testa.

"Tony? Tony!!" urlò sconvolto quando tre persone fecero irruzione nella stanza.

"FERMO DOVE SEI, AGENTI FEDERALI!" si sentì schernire, alzò lo sguardo scoprendo il volto pieno di lacrime e vide due uomini e una donna che lo tenevano sotto tiro: "Mi spiace" farfugliò, "non ho fatto in tempo" concluse gettando la pistola e coprendosi il viso con entrambe le mani.
I tre guardarono il corpo di Tony a bocca aperta, la corda che lo teneva saldo al soffitto era piena di sangue così come i capelli, il volto e i vestiti.

"Tony" sussurrò Gibbs avvicinandosi, prese il coltellino dalla tasca e lo lanciò in direzione del collega alle sue spalle: "McGee, dammi una mano e tiriamolo giù!". Tim si avvicinò e tagliò la corda che gli legava i polsi e DiNozzo cadde tra le braccia di Gibbs che lo afferrò al volo e lo adagiò lentamente sul pavimento. Nessuno riusciva a respirare tanta era la tensione. Era chiaro a tutti che Tony riversava in condizioni disperate, ma ne Ziva ne McGee avevano il coraggio di avvicinarsi per accertarsi che fosse ancora vivo.

"Gibbs, è... " mormorò Ziva.

Jethro si chinò sul corpo del suo agente per sentire il battito del cuore.

"Capo?" balbettò McGee, ma Gibbs lo zittì con un cenno della mano. Chiuse gli occhi per concentrarsi meglio, poi lo sentì, un battito lento e appena percettibile che per quanto debole, gli aveva donato speranza. Alzò il capo con un sorriso commosso, prese Tony tra le braccia e gli accarezzò lentamente i capelli: "McGee, chiama un'ambulanza, presto!".

"Subito capo!" s'illuminò l'agente prendendo in mano il cellulare. Nel sentire quella notizia, Ziva si lasciò scappare un sospiro di sollievo e si dedicò ad ammanettare Matis.

"Tony" sussurrò Gibbs al suo orecchio senza che gli altri potessero sentirlo, "non lasciarci, resta con me, resta con me, Tony..." concluse con gli occhi lucidi mentre continuava ad accarezzargli il capo.
In lontananza si sentivano già le sirene dell'ambulanza, l'agente molto speciale Anthony DiNozzo aveva svolto la sua missione, ma ora doveva vincere un'altra battaglia, quella più importante, quella che aveva come posta in gioco la sua stessa vita.

****


La barella con su il corpo esanime dell'agente DiNozzo sfrecciava per i corridoi del pronto soccorso, i medici continuavano a mandargli ossigeno e a praticargli il massaggio cardiaco man mano che avanzavano: Era grave.
Gibbs era dietro i paramedici, continuava a chiamare il nome del suo agente sperando di ottenere una reazione da quest'ultimo, ma Tony non dava segni di vita.

"Aspetti qui, oltre non può andare" gli ordinarono sbarrandogli la strada e portando Tony in sala operatoria. Gibbs si passò una mano tra i capelli e si lasciò cadere su una delle sedie nella sala d'attesa, quella sarebbe stata una lunghissima notte.

"Jethro?" lo chiamò il suo amico e collega, il dottor Mallard, "come sta il nostro Anthony?" chiese col viso contratto dalla preoccupazione. Gibbs scosse il capo, sembrava impossibilitato a parlare e deglutì più volte prima di rispondere all'amico: "E' molto grave Ducky..." sussurrò poi nascose il volto tra le mani ed il silenzio cadde tra i due uomini.



***

Sono ormai a metà della storia, diciamo pure al giro di boa, cosa ne pensate? Sono stata troppo cattiva col nostro Tony? Vorrei sapere cosa ne pensate voi e se la storia vi stia piacendo.
Grazie.
Ciao

Fino all'Ultimo RespiroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora