Capitolo 33

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"Leon!" chiamò Gibbs dall'altro capo del corridoio. Il direttore dell'NCIS vide l'uomo corrergli incontro con un'espressione a metà tra il contratto e lo spaventato.

"Gibbs" rispose l'altro andandogli incontro.

"Come sta? Sono passato dalla sua stanza ed era vuota, cosa significa?" chiese Jethro scosso. Non riusciva a controllare le sue emozioni, ma soprattutto a liberarsi dalla sgradevole sensazione che fosse successo qualcosa di davvero grave. Il direttore gli posò entrambe le mani sulle spalle: "Ora cerca di calmarti e prendi fiato" gli consigliò Vance.

"Come diavolo faccio a calmarmi?" scattò pieno di rabbia, "dimmi subito dov'è DiNozzo o...".

"È in rianimazione!". Gibbs guardò il suo direttore stringendo gli occhi: "In rianimazione? Pensavo fosse..." chiese con una smorfia. Vance s'incamminò seguito dal suo uomo: "Ha avuto un arresto cardiaco circa venti minuti fa, ma per fortuna sono riusciti a portarlo indietro, però ora le sue condizioni sono più critiche di prima e le sue possibilità di sopravvivenza sono calate ulteriormente" concluse fermandosi davanti a una porta in metallo con su scritto: "Rianimazione". Suonò al citofono dove diede le sue generalità ed entrambi varcarono la soglia. All'interno c'era un lungo corridoio, una reception e 3 porte in vetro ben chiuse. Vance si fermò davanti alla prima delle tre e invitò Gibbs a guardare oltre il vetro dove l'uomo poté riconoscere il suo uomo col viso contratto dalla sofferenza, il petto scoperto e pieno di elettrodi e diverse flebo attaccate ad uno delle due braccia.

Jethro si avvicinò al vetro fino quasi a sbatterci contro, lo sguardo fisso sul corpo sofferente dell'amico che di tanto in tanto ansimava più forte del solito torcendosi da dolori indicibili.

"Ehi" chiamò l'infermiera di turno alla reception, "non vede che sta soffrendo? Perché non gli date qualcosa?".

"Gibbs" cercò di fermarlo Vance inutilmente.

"Non sono autorizzata a..." provò a rispondere la donna, quando Jethro sbatté entrambe le mani sul bancone facendola saltare dalla sedia.

"Cerca di controllarti!" lo riprese Il direttore.

"Controllarmi? Ma lo hai visto Leon? Sta soffrendo come un cane, quanto ancora deve soffrire? Non sono bastati i giorni di prigionia e le torture?" l'aggredí Gibbs con una rabbia incontrollabile. Vance non rispose, non poteva, perché sapeva che Jethro aveva ragione ed anche lui aveva avuto la stessa reazione.

"Dottore?" tirò un sospiro di sollievo l'infermiera vedendolo arrivare. Come un fulmine, Gibbs si avventò sull'uomo: "Che succede? Cosa significa questo?" chiese indicando la stanza dove era ricoverato Tony.

"Agente Gibbs, il suo amico ha avuto un collasso ed è stato necessario rianimarlo. Per ora è stabile, ma se ora lo imbottiamo con altri farmaci per calmare i dolori, rischiamo che il cuore non ce la faccia. Sono sincero, se la vita dell'agente DiNozzo è appesa ad un filo, sappia che questo è sottile come un capello ora" rispose.

Jethro lo lasciò andare facendo alcuni passi indietro: "morirà?" sussurrò sotto shock.

L'altro scosse il capo: "Non abbiamo certezze che muoia, ma neanche che si salvi. Come le dissi anche prima, è necessario che riprenda i sensi".

"Voglio entrare".

"Non è possibile, mi spiace".

"Indosserò tutte le protezioni del caso, non porterò dentro neanche un bacillo, ma mi permetta di stargli vicino..." fece una pausa, "per favore" concluse con un sussurro.

Fino all'Ultimo RespiroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora