Capitolo 30

174 12 6
                                    


Dopo aver congedato Korghin, Leon Vance ritornò nella stanza dove era ricoverato l'agente DiNozzo. Si fermò ai piedi del letto ad osservalo in silenzio, quel corpo martoriato, quel viso pieno di bende e cerotti, la mascherina attaccata al respiratore che si appannava ogni volta che espirava, le palpebre immobili come il resto del corpo; tutto questo pesava sulle spalle di Vance come un macigno.

"Noi due non siamo mai andati molto d'accordo, vero agente DiNozzo?" iniziò Vance col suo monologo diretto all'uomo dell'NCIS che non dava cenni di vita, "anzi, diciamocelo chiaramente, non ci siamo mai sopportati, ma tu eri un mio subordinato ed io un tuo diretto superiore e quindi hai sempre accettato di buon grado tutto quello che ti imponevo di fare. Questo avrebbe fatto di te un ottimo agente agli occhi di chiunque, ma io non riuscivo a apprezzarti come avrei dovuto perché avevo visto come il caso della morte di Jenny Sheppard ti aveva condizionato. Ti avevo mandato sulle navi proprio perché non volevo più averti nell'NCIS, non volevo un uomo di cui sentivo di non potermi fidare fino infondo, un uomo che aveva lasciato morire il suo stesso direttore, però..." sospirò Vance prendendo posto sulla sedia accanto al letto, "Gibbs ha lottato con le unghie e coi denti per riaverti in squadra ed io non riuscivo a capacitarmene. Lui è fatto a modo suo, ma è un ottimo agente con un ottimo spirito di osservazione e di giudizio e devo ammettere che aveva ragione lui. DiNozzo tu sei un ottimo agente, uno dei migliori all'NCIS e me lo hai dimostrato in molte occasione e in questa soprattutto" fece una pausa guardandosi i palmi delle mani.
Il "bip" dei macchinari era l'unica certezza che Vance aveva di parlare con una persona in vita eppure farsi quel monologo davanti ad una persona così grande e in quel momento così fragile, gli faceva uno strano effetto. "DiNozzo puoi sentirmi?" riprese rivolto al ragazzo che continuava il suo silenzioso lottare contro la morte, "non ti ho mai perdonato la morte di Jenny, perché la sua morte ha cambiato anche la mia realtà ed anche se dentro me so per certo che tu non avresti potuto far nulla per evitarla, ti ho odiato per anni" aspettò alcuni secondi con la speranza che magari Tony aprisse gli occhi per mandarlo al diavolo, "poi ho trovato un fascicolo segreto di Jenny e in quel fascicolo si parlava di te". Vance alzò lo sguardo verso il monitor che segnava gli impulsi vitali, la pressione sanguigna era in diminuzione ma i segnalatori acustici non sembravano considerarla un'anomalia. "Voglio che tu sappia la verità DiNozzo, Jenny Sheppard aveva un male incurabile, anche se quella volta tu ti fossi battuto al suo fianco, lei sarebbe comunque morta da li a pochi mesi, ma lei ha deciso di morire con onore e combattendo. Nel fascicolo secretato lei ti solleva da ogni responsabilità. Quando è partita, sapeva che stava andando in contro a morte certa e ha volutamente tenuto te e Ziva lontano dal pericolo, ma non è tutto" si alzò per avvicinarsi al viso del ferito, "in quel fascicolo c'era anche un messaggio per te, perché sapeva che ti saresti sentito in colpa e voleva che non ti facessi distruggere da quello che era successo, perché conosceva la tua forza ma anche la tua fragilità" continuò. Si avvicinò ancora di più a Tony per potergli sussurrare il messaggio di Jenny nell'orecchio: "Sei stata la mia ombra, la mia spalla e la mia punta di diamante. Nessuna persona che occupa una carica come la mia, poteva sperare in un collaboratore migliore. Perdonami se ho deciso di non portarti con me in questo ultimo viaggio, ma era una cosa che dovevo fare da sola perché semmai ti fosse successo qualcosa, Jethro non me l'avrebbe mai perdonato" concluse Leon scostandosi dal volto del subordinato.
"Jenny Sheppard non ti riservava rancore e, se non si è rivolta a te, è stato solo per proteggerti e non perché non si fidasse. Io te l'ho lasciato credere per mesi perché seppure lei ti aveva perdonato, io non ci riuscivo" sospirò, "ma mi sbagliavo, la fiducia di Jenny era ben riposta e ora io lo so. Non mollare agente DiNozzo!" concluse posando la sua mano su quella di Tony. "L'NCIS ha bisogno di persone come te, per cui cerca di farti forza, coraggio ancora un piccolo sforzo e...", un forte "bip" continuo scosse il direttore Vance che posò lo sguardo sul monitor constatando ciò che più temeva: DiNozzo era in arresto cardiaco.

*******************************************

Tony è in arresto cardiaco, ce la farà a superare anche questo brutto momento? 
Fino all'ultimo respiro...continua, mi raccomando di leggere e votare e, se la storia vi piace, fatela leggere ai vostri amici.
Ciao :D

Fino all'Ultimo RespiroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora