Capitolo 32

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"Alt da qui non si passa!" intimò un agente della sicurezza armato di mitra.

"Siamo agenti federali, io sono l'agente Gibbs e lui e l'agente McGee" rispose Jethro mostrando i distintivi.

"Mi spiace signore, ma questa è una proprietà privata e non sono tenuto a farla passare. Ordini dall'alto" concluse il sorvegliante che non aveva prestato particolare attenzione ai distintivi, sembrava che avesse imparato la frase a memoria e la recitasse come un mantra con volto visibilmente annoiato.

"Capo se dobbiamo aspettare il mandato, Coole ci sfuggirà" mormorò Tim.

"Lo so McGee" mormorò Jethro guardando davanti a lui, quando vide il loro uomo che stava attraversando la pista per raggiungere il piccolo aereo che lo stava aspettando col motore acceso, "eccolo!" avvisò.

"Dannazione!" disse il più giovane dei due sconfortanto.

Gibbs inserì la retro marcia per fare inversione.

"Capo non mi dire che ce ne andiamo?" scattò McGee.

"No! Piuttosto, ce l'hai la cintura di sicurezza?".

"Certo, perché?" ribatté Tim perplesso.

Gibbs inclinò leggermente il capo facendo emergere sulle labbra un sorriso affatto rassicurante: "Ora vedrai, tieniti forte McGee!" avvisò il capo dell'NCIS inserendo la prima e scagliando la macchina a tutta velocità verso la barra elevatrice.

"Ehi cosa credi di fare?" urlò inutilmente il sorvegliante, mentre dall'esterno dell'auto si distinguevano chiaramente le urla di panico di McGee che era saldamente attaccato al cruscotto.

L'aereo aveva iniziato a muoversi sulla pista, ma questo non sembrava minimamente turbare Jethro che accellerò ulteriormente per raggiungere il veicolo.

"Capo cosa vuole fare?" chiese McGee in preda al panico, "così ci ammazziamo!".

"Tieniti forte e non parlare, se ti mangi la lingua poi mi ritroverò con due agenti in meno!" rispose con non curanza Gibbs.

Affiancò il piccolo aeroplano facendo vedere il distintivo al pilota, poi con una mossa azzardata spostò la macchina mettendola di traverso sulla pista obbligando il pilota a fermarsi. Scesi dall'auto McGee, pallido come pochi, intimò al pilota di lasciare la cloche, mentre Gibbs si fiondò al suo interno.
"Che diavolo succede? Chi siete voi?" inveì il colonnello Coole dal suo posto passeggiero.
"Cambio di programma, oggi lei non andrà da nessuna parte" rispose Gibbs continuando a tenerlo sotto tiro.
"Non sa con chi sta parlando!" si alzò impettito il militare, quando Jethro lo spinse nuovamente sulla poltrona: "Certo che lo so! Sto parlando con un assassino, uno stupratore e un traditore della sua stessa patria ma, cosa più grave, con colui che ha quasi ucciso un mio uomo".
L'altro sogghignò: "Mi sta accusando di qualcosa, ma dove sono le prove?" chiese cercando furtivamente la pistola che aveva nascosto in una tasca laterale del sedile.

"Un po' più a destra" suggerì Gibbs notando il movimento furtivo con cui l'uomo stava cercando la sua arma, "forza, cosa sta aspettando? La prenda! Mi serve solo una scusa per premere il grilletto e mi creda, per me non ci sarebbe gioia più grande" concluse l'agente dell'NCIS.
"Capo...". Tony era lì, accanto a lui e teneva la sua mano su quella di Jethro, "Gibbs, non farlo...".
Le mani di Gibbs vennero scosse da un fremito mentre il suo sguardo era puntato su quello dell'uomo che intimorito, decise di rinunciare a suoi propositi di fuga ed alzò le mani in segno di resa.
"Capo?" accorse McGee tutto trafelato, "tutto bene?".

"Leggigli i suoi diritti McGee" rispose rimettendo la sicura all'arma. Scese dall'aereo diretto alla macchina quando il suo cellulare prese a squillare.
"Leon?" mormorò leggendo il nome sul display, "Gibbs" rispose.
"Gibbs, vieni subito in ospedale" rispose l'uomo dall'altro capo, la voce era agitata, sembrava molto scosso.
"Leon che succede?".
"DiNozzo, ha avuto un arresto cardiaco". A quelle parole il cellulare gli scivolò dalle mani andando a rompersi in terra. Cosa aveva detto Leon? Arresto cardiaco? Tony era andato in arresto cardiaco? Chi? DiNozzo? Il suo DiNozzo? No, non era possibile! Ci doveva essere di sicuro un errore, lui non poteva essere... Si guardò in torno alla ricerca della sua immagine, ma questa volta non apparve.
"Tony?" sussurrò con un filo di voce.

Notò Tim scendere dal veicolo con l'arrestato, aveva un istinto incontrollabile di prendere la pistola e trivellarlo di colpi, ma a cosa sarebbe servito? Si sentiva mancare l'aria. Vance gli aveva detto di correre in ospedale, non aveva un attimo da perdere!
"McGee, fatti venire a prendere da Ziva!" gli urlò dopo essere montato in auto.
"Ma cosa? Capo dove vai?" chiese inutilmente Tim.
Jethro azionò il motore corse via sgommando come un pazzo, destinazione: ospedale!


Fino all'Ultimo RespiroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora