Capitolo 29

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"Gibbs?" lo chiamò Abby con voce pacata.

"Abby! Cosa succede?" chiese notando l'espressione contratta della ragazza.

"Ecco..." mormorò giocando con le dita delle mani, "se ti dico una cosa, prometti di non arrabbiarti?" gli chiese timidamente.

"Mi sono forse mai arrabbiato con te?".

"No, cioè si, ma sempre con ragione, ma non è questo il punto!" tergiversò l'analista forense.

"E allora qual è il punto? Ho un'indagine da portare avanti e non ho...".

"Ho chiamato Senior!" lo interruppe urlando tutto d'un fiato quello che aveva represso fino a quel momento. Vide Jethro fissarla con occhi vitrei, sembrava che avesse addirittura smesso di respirare tanto che Abby scattò spaventata: "Gibbs, tutto bene?" chiese, ma senza ricevere risposta.

"Ecco lo sapevo che ti saresti arrabbiato, ma cerca di capire Gibbs, Senior avrà i suoi difetti certo, ma è pur sempre suo padre, aveva il diritto di sapere, non credi?" si giustificò la ragazza.

"Si certo, un padre che non l'ha mai considerato...un padre che preferisce correre dietro ai suoi amici ricconi pur di venire in ospedale quando Tony era in fin di vita a causa della peste polmonare..." mormorò Gibbs con un filo di voce mentre lottava con tutte le sue forze contro l'impulso irrefrenabile di spaccare qualcosa.

"Non dire così, sono sicura che il signor DiNozzo avrà avuto le sue motivazioni se quella volta non si è presentato in ospedale" lo difese Abby.

"Certo Abby, te le ho appena elencate, non hai sentito?".

"Sei arrabbiato con me, vero?".

"No, Abby".

"Si Gibbs, ti conosco e lo so che sei arrabbiato con me..." insistette la ragazza.

"E allora non chiedermelo!" sbraitò Jethro con rabbia. Il suo scatto fu così improvviso da far indietreggiare Abby dalla paura.

"Capo!" sospirò Tony da dietro le spalle di Abby, aveva uno sguardo triste, ma serio al tempo stesso, quegli occhi color smeraldo lo stavano rimproverando duramente e l'uomo si sentì una fitta al petto.

"Scusami Abby, mi spiace, non volevo alzare la voce con te" sospirò cercando le parole giuste , "perdonami".

"Fa niente Gibbs, infondo hai ragione tu" abbozzò un sorriso forzato la ragazza.
L'uomo socchiuse gli occhi: "Che vuoi dire?".

Abby non rispose ma continuò a sostenere il suo sguardo ricambiandolo con uno altrettanto triste e smarrito, poi ebbe un'intuizione: "Ha detto che non verrà, vero? Senior non verrà?" chiese mentre sentiva ancora una volta la rabbia montargli dallo stomaco e salire fino alla testa.
La ragazza scosse il capo: "Ha detto che stasera aveva una cena importante, non so bene dove, che gli avrebbe sfruttato un ottimo affare e avrebbe preso un aereo domani e poi mi ha chiesto di salutarglielo".

Gibbs non credeva alle sue orecchie, non poteva credere che un uomo del genere avesse avuto la fortuna di diventare padre e di gettarla così in malo modo. Se in quel momento avesse avuto quell'uomo davanti agli occhi, probabilmente l'avrebbe colpito senza pensarci due volte.

"Gibbs?" lo chiamò Abby preoccupata.

"Le hai spiegato che domani Tony potrebbe essere morto?" sospirò portandosi una mano sulla fronte, era saturo di tutta quella situazione.

Lei annuì: "Certo, ma lui dice che Junior è un DiNozzo e che ci vuole ben altro per farlo fuori".

Gibbs sorrise istericamente: "Certo..." mormorò guardando Tony che si strinse nelle spalle sfoderando un sorriso così triste da far male, poi l'immagine sparì e a Jethro non rimase che voltarsi e riprendere il suo cammino dopo aver dato un pugno così forte alla parete da far saltare la giovane patologa.

Fino all'Ultimo RespiroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora