Capitolo 27

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"Jamie Stewart, giusto? Io sono l'agente McGee e lei è l'agente David" si presentò Tim prendendo posto dall'altro capo del tavolo al fianco di Ziva. "Prima a causa del trambusto non siamo riusciti a prendere la tua deposizione, per questo ti chiedo di raccontarci come sono andati i fatti. Perché ti trovavi in quel deposito armato di pistola?" chiese Tim con voce professionale.
Lo sguardo di ghiaccio di Jamie incrociò quello verde chiaro di McGee: "Lui sta bene?" chiese timoroso di sentire la risposta.

 "Non abbiamo notizie al momento, mi spiace, ma è vivo se è quello che vuoi sapere" rispose Tim.

Jamie si lasciò scappare un sospiro di sollievo rivolgendo lo sguardo al soffitto.

"Sei in pena per Tony? Gesto nobile il tuo" constatò Ziva incrociando le braccia sul petto e guadagnandosi un'occhiataccia da parte di McGee.

"Perché? Ti sorprende?" ribatté il giovane per nulla intimorito.

"Sai, da quel che ci risulta non ci sei andato leggero con lui quando vi siete trovati uno di fronte all'altro, quindi mi chiedevo il perché di tanto interesse" sorrise lei con aria altezzosa, "hai forse intenzione di concludere il lavoro che ti è stato commissionato?" chiese con tono provocatorio.
McGee la guardò perplesso. Non poteva intromettersi nel discorso perché tra di loro vige una regola non detta secondo cui non ci si mette in contrasto o in discussione la tecnica di interrogatorio del collega almeno che non ci si è prima accordati in qualche modo. Lanciò un'occhiata a Jamie che parve sconcertato dalla domanda e poi a Ziva che, dal canto suo, sembrava fuori controllo.

 "Agente David, col dovuto rispetto, non so dove vuole andare a parare! Se avessi voluto uccidere l'agente DiNozzo gli avrei sparato un colpo in testa come mi era stato ordinato" rispose Jamie visibilmente teso, non capiva cosa avesse in testa quella donna dallo sguardo ammaliatrice, ma di certo aveva qualche rotella fuori posto.

"E perché non l'ha fatto?" chiese stringendo le labbra in segno di superiorità.

"Prego?" scattò il giovane sconcertato.

"Scusa Ziva" intervenne Tim imbarazzato, "penso che l'agente David volesse chiederle perché non ha eseguito gli ordini che gli erano stati impartiti" concluse guardando la donna che fece un leggero cenno col capo.
"Perché avrei dovuto? Ero li con l'intento di aiutarlo non certo di ucciderlo".

"Perché?" lo incalzò Ziva.

"Perché volevo aiutarlo? Ovvio perché so che lui avrebbe fatto lo stesso per me" rispose sempre più sconcertato. Quella donna lo metteva a disagio, aveva uno sguardo e dei modi di fare che non gli piacevano minimamente, se non stava attento sarebbe stata capace di accusarlo di chissà quali crimini.

"Come sapevi dov'era Tony?" chiese McGee.

"Perché ho visto il momento in cui l'hanno portato via" spiegò Jamie, "stavo assistendo al suo incontro, quello per cui erano state invitate alcune delle più alte cariche della marina. Purtroppo si portava dietro ancora le ferite del precedente incontro, quello contro di me e non era al pieno della forza, ma si difese bene e alla fine atterrò il suo avversario in pochi minuti, mandando tutti in delirio...".

"Continua!" ordinò Ziva.


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Dato che c'ero ho voluto anticipare ;)
Spero che la storia vi stia piacendo.
Fatevi sentire, mi farebbe piacere scambiare due parole con voi a riguardo.
Alla prossima.

Anna

Fino all'Ultimo RespiroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora