Capitolo 20

203 11 2
                                    

Le ore passarono lentamente, nessuno gli aggiornava e nessuno dell'NCIS si era fatto vivo per fargli rapporto. Jethro aveva bisogno di tenere la mente impegnata o sarebbe impazzito.
"Tieni" disse Abby con in mano un bicchiere di caffè bollente, Gibbs alzò lo sguardo e quando vide il volto scosso dell'analista forense si sforzò di sorriderle come segno d'incoraggiamento.

"Grazie" mormorò l'agente dell'NCIS prendendo il bicchiere.

"Ducky tu..." chiese poi rivolta a dottore, ma lui scosse il capo: "No cara, ti ringrazio, niente caffè per me". Lei sorrise tristemente, poi si rivolse di nuovo a Gibbs: "Notizie di Tony?" chiese.

"No" rispose secco Gibbs.

"Tu stai bene Gibbs?" gli chiese preoccupata.

"Certo".

Abby guardò Ducky come in cerca di aiuto, messaggio che l'anziano dottore percepì al volo: "Ascolta Jethro, sono giorni che non ti fai una bella dormita, è da quando è sparito Tony che praticamente nessuno di voi torna a casa, perché ora non finisci il caffè e non vai a riposarti? Ci pensiamo io e Abigail qui".

Gibbs scosse il capo in segno di negazione: "Non posso Ducky, non posso lasciarlo di nuovo solo ad affrontare tutto questo, non posso" sussurrò.
"Oh Gibbs!" l'abbracciò la ragazza con forza, aveva il cuore colmo d'ansia per l'amico, se Tony fosse morto, una parte di loro sarebbe inevitabilmente morta con lui e quello che più avrebbe sofferto di quella perdita sarebbe di sicuro stato Jethro.
Il cellulare dell'uomo prese a squillare: "Si?!" rispose.

"Capo? Notizie di Tony?".

"No McGee è ancora sotto i ferri, tu novità sul caso?" sospirò fiacco.

"Niente di buono signore, stiamo cercando il colonnello Coole ovunque ma senza risultato per ora".

"Controllato gli aeroporti?".

"Si signore, niente".

"Sia voli di linea che privati?".

McGee tacque dall'altro capo del telefono. "McGee?".

"No capo, ma lo faccio subito".

Gibbs mise giù la comunicazione: "A volte aveva ragione Tony quando diceva che doveva fare tutto lui" borbottò, ma nessuno dei presenti gli rispose. Sapeva che McGee e Ziva stavano facendo l'impossibile, ma non poteva far a meno di chiedersi se era davvero lì il suo posto o se sarebbe stato meglio per lui tornare all'NCIS a dare una mano.

La porta della sala operatoria si aprì lentamente, il primo ad uscire fu il chirurgo che aveva operato Tony, aveva il volto stanco e contratto e la sua espressione non migliorò quando si trovò davanti Gibbs, Abby e Ducky. Nessuno parlava, nessuno aveva il coraggio di chiedere, poi il dottor Mallard prese coraggio e si fece avanti: "Sono il dottor Mallard, patologo all'NCIS, la prego ci dica, quali sono le condizioni di Anthony?".

Fino all'Ultimo RespiroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora