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'Namjin'

"È stato ormai un paio di anni fa.
Io avevo appena iniziato l'università, mentre lui stava terminando gli studi superiori.
Eravamo amici da molto, ma non avrei mai immaginato che potesse ricambiare i miei sentimenti-" qui la sua voce si abbassò un po', e notai che era arrossito "-ad ogni modo, stavo cercando di farmela passare; capisci anche tu che in un modo o nell'altro sentivo di doverlo fare.
Così iniziai a frequentare una ragazza del mio corso di scienze umane, il suo nome non è importante.-" ricominciai a guardare la strada che scorreva senza intoppi fuori dal finestrino mentre ascoltavo con vivo interesse
"-intendiamoci, non che avessi avviato quella conoscenza con un secondo fine, anzi. Avevo davvero sperato che funzionasse, era una brava persona. Non le è successo nulla, il passato è dovuto al fatto che..-" si fermò un attimo a riflettere "-diciamo che non siamo rimasti in buoni rapporti. E non la biasimo.
Non mi sto giustificando, davvero, ma non ho fatto nulla intenzionalmente.
Potrei dirti che la colpa è stata la sua, di lui intendo, ma sarebbe vigliacco in qualche modo.
La colpa sta sempre in mezzo Tae, ricordalo.
Avrei potuto fare tante cose per evitare che la faccenda si concludesse così, avrei potuto prendere tante precauzioni per stare più attento ai suoi sentimenti, di lei, e avrei potuto comportarmi diversamente, ma non lo feci.
Tutt'oggi me ne rammarico a volte.
Sono convinto sarebbe stata un'amica preziosa.
Ad ogni modo, lui non l'aveva presa bene, questa nostra frequentazione.
Inizialmente pensavo fosse solo piccato perché, effettivamente, avevo cominciato ad allontanarmi da lui e dagli altri, seppur a mio parere in modo impercettibile.
Cucinavo, pulivo e rompevo di meno. Nessuno aveva da lamentarsi, in un primo momento.
Ripensandoci mi rendo conto che col passare dei mesi ero diventato davvero molto più assente di quanto avrei voluto, e ci volle lui per farmi tornare alla realtà.
Non che io fossi così spensieratamente preso dalla nostra, se così possiamo definirla, relazione; ci mettevo del mio per immergermici fino alla punta dei capelli, con lo scopo di restituirle in parte l'affetto che lei mi dava, ma anche con l'egoistico desiderio di dimenticarmi di lui.
Pensavo di esserci riuscito, ma mi sbagliavo.-" io avevo ripreso a guardarlo, sembrava così.. adulto, mentre parlava. Sospetto ci stesse mettendo del suo per farlo, però mi sembrava così irreale che avesse solo pochi anni più di me. Parlava con gli occhi fissi alla strada e le mani salde sul volante
"-Per fartela breve, possiamo dire che lui iniziò a farmi il filo. Inizialmente in modo imperscrutabile, poi in maniera molto più estrosa.
Non dirò che "ero giovane e non sapevo come comportarmi", mi adagia nella cosa.
Mi faceva piacere, non lo nascondevo all'ora e non lo nascondo adesso, con te, che lui avesse finalmente mostrato un qualche interesse per me.
Tuttavia un motivo per cui non mollai tutto e corsi da lui c'era.
Prima di tutto, nonostante io non l'abbia fatto a dovere, volevo proteggere i sentimenti di quella che potemmo definire la mia ragazza di all'ora.
E non nasconderò nemmeno che mi trovavo bene assieme a lei, mi aveva dato molto di più di quanto non avessi potuto chiedere; in un certo senso spero che anche lei possa dire questo di me, ma ci credo poco. Metto le mani avanti, non sono perfetto, ma neanche un mostro. E giuro che l'ho sempre trattata a dovere, e l'ho amata, in un certo senso. So che potrai pensare sia un modo sbagliato di vivere la cosa, e spero non mi giudicherai per questo.
Io l'ho amata, non lo nego, ma forse in parte il mio cuore era rimasto lì dov'era: ai piedi di lui.
Dov'è ancora, per intenderci.-" tacque un attimo, probabilmente per risalire al filo del discorso
"-Stavo dicendo.. si, giusto. Iniziò a farmi il filo, e con il tempo la cosa divenne abbastanza evidente: regali, fiori, bigliettini.
So che non sembra, ma è un tipo romantico.
Io non trovavo in me l'autostima per credere che potessi interessargli davvero, e nemmeno il coraggio di lasciare colei che per tanto tempo aveva colmato un vuoto nella mia vita.
Ma questa situazione di stallo, ne piacevole ma neanche spiacevole, non era destinata a durare.
Di fatti una sera lui bevve troppo, e fini a casa mia, o meglio nostra.
Disse tante cose; disse di amarmi, da tanto, che tutte le poesie e le rose che mi aveva regalato in questi mesi erano autentici simboli d'amore, e mi chiese di fare una scelta: lui o lei.
Lei per l'appunto era in casa, e si dimostrò ancora una volta degna di tutto il bene del mondo.
Mi permise di occuparmi di lui, lo fece restare, e non lo cacciò via come qualunque, credo, ragazza gelosa avrebbe fatto.
Ma ahimè, al nostro risveglio, aveva scelto lei per me.
Di lei nessuna traccia. E della sbronza di lui solo tanto mal di testa.
Aveva lasciato un biglietto per entrambi.
Nel mio, me lo ricordo quasi a memoria ma te ne farò la parafrasi, mi chiedeva perché non avessi chiuso con lei prima, risparmiandole quest'ultima umiliazione e una serie di sofferenze che io, per dir la verità, non mi ero reso conto di averle arrecato. Mi insultò anche, ma giusto un po', e me lo meritavo. Mi disse che mi aveva amato, come probabilmente io non avevo fatto con lei, e mi diceva addio. Concordai con entrambe le cose.
Come ultima cosa mi augurava di essere felice, e mi chiedeva di starle alla larga 'fin quando non riporterai un 100 con lode in biologia'. E la nostra professoressa di biologia è una gran stronza, lasciamelo dire.-" rise, una risata piena di rammarico e... nostalgia? "-Nella lettera di lui gli augurava il meglio e gli chiedeva, motivo per chi ti ripeto quanto buona e pura fosse, di prendersi cura di me e di assicurarsi un posto nel mio cuore, perché lei non c'era riuscita.
Ancora oggi faccio l'impossibile per un 100 e lode in biologia, per tornare a parlarle.
Non mi rivolge più la parola, ma ogni tanto, durante le lezioni monotone in università, sento il suo sguardo posarsi su di me, seppur per pochi secondi.
Ma quando mi volto a guardarla, il suo viso è nuovamente rivolto alla lavagna, e non c'è traccia di tristezza nei suoi occhi, solo nostalgia che li accomuna ai miei.
Mi chiedo se ogni tanto le manco, perché a me lei manca, la sua presenza in sé mi manca.
E devo ringraziarla, perché quella mattina, quando ci risvegliammo soli con due lettere, grazie a lei iniziammo qualcosa di bello, che portiamo avanti da quasi due anni.-" sospirò, e lo feci anch'io. Una storia incredibile "-Questo per dirti, Taehyung, che delle volte dal male nasce un bene. È inevitabile però che qualcuno ne rimanga ferito, in diverse maniere, modi e misure.
Ma la vita va avanti, e la storia continua, perdendo e acquistando persone, cose ed esperienze.
Spero di non averti annoiato."

***

Ripensando al racconto di Seokjin, guardo la sveglia. Sono le 4.40 del mattino, e del sonno che avevo ieri di ritorno da casa di Namjoon non c'è traccia.
'Magari vado a fare due passi.'
Ho tanto a cui pensare.


(A/N: Prendetelo come un capitolo "speciale";
sono più di 1000 parole e non è di molta importanza per lo sviluppo della storia, ne per il proseguimento della trama, ma mi è venuto così di getto e non mi andava di sprecarlo.
Seokjin non è perfetto, ha commesso i suoi errori ma è comunque finito felicemente con Namjoon.
Tae avrà la sua stessa fortuna??
Spero non vi abbia annoiato, ci ho anche messo più impegno ed è scritto diversamente dagli altri, quindi spero vi piaccia.
Se vi va più avanti, o magari alla fine idk, potrei fare un'approfondimento su come andarono le cose.. let me know.)

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