'Crybaby pt.1'
Speciale n* 2di3
(A/N: questa vicenda parte da metà capitolo 62)Vedevo Jimin inginocchiato a terra, riverso su se stesso, le mani fra i capelli. Era scosso da forti singhiozzi e mugolava cose senza senso.
Non mi faceva pena, inizialmente.
Pensai che era ciò che si meritava per avermi portato via Taehyung, per averlo fatto star male e avergli dato un pugno. Pensai che le parole pronunciate da Taehyung fossero esatte, giuste.
Volevo essere con lui, medicargli la ferita, aiutarlo. Ero sicuro che lo avrebbe fatto qualcun altro; magari il ragazzo di cui era innamorato, o Hoseok, o perfino Seokjin. E non io.Jimin non osava alzare la testa, guardarmi, e gliene ero grato. Ma perché? ... Ovvio, perché ero incazzato con lui per aver fatto del male a Taehyung.. o forse?
Nah, impossibile. Allontanai quell'ipotesi dalla mia mente.
Però forse avrei dovuto aiutarlo; rimasi indeciso sul da farsi per cinque minuti buoni, poi pensai a Taehyung: lui avrebbe sicuramente voluto io lo aiutassi. E così feci.Mi accostai a Jimin, inginocchiandomi di fianco a lui, <<Forza, tirati su..>> provai.
Vedendo che non ottenevo risposta, gli misi un braccio sulla vita e lo tirai in piedi. Le gambe gli cedettero, e se non avessi continuato a reggerlo proprio per questo timore sarebbe caduto.
Individuai la panchina più vicina e ce lo feci sedere.
Si rannicchiò con le gambe al petto, continuando con pianto un po' più controllato. Lo trovai stupido.
Se devi piangere fallo, cazzo.
Lo dissi ad alta voce, e i suoi occhi si allargarono.
Forse pensava fossi arrabbiato, e lo ero.. forse.
Sospirò,poi trattenne il respiro.
Sospirai anche io; <<Smettila di fare il bambino e se vuoi piangere, piangi.>>
Cercai di controllare il mio tono, ma le cose mi uscivano sempre dette in modo scontroso.
Tuttavia ottenni l'effetto voluto, Jimin scoppiò a piangere in maniera molto violenta, appoggiando la testa sulla mia spalla. Cercai di abbracciarlo, e mi chiesi come poteva star comodo in quella posizione, ma non feci domande.
Continuò così per circa mezz'ora, con le vecchie e i jogger che ci guardavano male, e le donne che portavano via i bambini.
'tsk, non si può nemmeno consolare un... amico..', pensai.
Quando i singhiozzi terminarono, Jimin non si spostò, e io non mossi il braccio.
Dopo poco, di scatto si allontanò, abbassò lo sguardo sulle sue Sneakers e rimase muto.
Questo dettaglio lo avevo precedentemente notato anche in Taehyung. Aish, chissà dov'era e con chi era! Tornai concentrato sul mio compito, che nella mai mente mi era stato affidato proprio da Tae,: aiutare Jimin.
<<Allora?>> chiesi <<Come ti senti?>>
Dirlo risultò ancora più stupido che pensarlo.
<<... uno schifo...>> sussurrò.
<<Mh, forse è la cosa migliore..>>
Lui annuì, e poi si scusò.
<<Per cosa di preciso ti stai scusando?>>
Sospirò pesantemente; <<Per averti allontanato da Tae, per essere un fottuto bambino, per averti fatto assistere a questa scena patetica, perché per colpa mia ti sei assunto la responsabilità di consolarmi contro la tua volontà e... e per...>> credo la cosa gli risultasse parecchio difficile da dire, poiché ci mise svariati minuti a completare la frase <<..e per essermi innamorato di te.>>
Ecco. A questo punto avrei voluto tirargli un pungo io. Che cazzo di scuse del cazzo!
<<Fammi il piacere!>> risposi aspro, accendendo una sigaretta.
<<Come scusa?>>, per la prima volta mi guardò, ma io non lo feci. Di nuovo, non seppi perché, ma fui grato di non incontrare il suo sguardo.
Risposi continuando a fumare; <<Non scusarti per cose di cui non sei pentito, perché so che non rimpiangi l'essere innamorato di me. E io non voglio nemmeno tu lo faccia.>>
Potevo immaginare il suo viso stupito senza voltarmi. Non disse nulla, probabilmente perché non sapeva cosa dire.
<<Ti va di fare qualcosa?>> gli chiesi spengendo la sigaretta contro l'albero che avevo di fianco.
<<Umh... perché me lo stai chiedendo?>>
Mi voltai verso di lui, che tornò con lo sguardo alle Sneakers. Allora, forse, non ero l'unico ad evitare il contatto visivo.
<<Vorrei evitare di ritrovarti di nuovo piangente nel mezzo del parco, e anche che tu faccia qualche cazzata per i sensi di colpa. Quindi ho intenzione di passare con te il resto del pomeriggio, e di riaccompagnarti a casa. Da lì, il mio compito sarà terminato.>>
Probabilmente si aspettava qualcosa di diverso, ma non sono mai stato un bravo bugiardo, quindi optai per la verità.
Si morse il labbro riflettendo sulla mia "proposta".
<<M-magari un gelato??>> chiese alzando lo sguardo. Se ne pentì subito; non del gelato, ma di aver alzato gli occhi. Le sue guance si tinsero di rosso, e gli occhi si ingrandirono.
Queste erano caratteristiche che avevo notato anche in Taehyung, ma al momento non ci pensai.
Annuii, alzandomi e sprimacciandomi i jeans.
<<Su, pazzo che prende il gelato a dicembre.>>
Fece spallucce e si alzò, per qualche motivo me lo ricordavo più alzo. Invece era poco più basso di me.Raggiungemmo un bar a caso nei dintorni del parco, e chiedemmo due gelati alla vaniglia.
La commessa ci guardò in modo strano, ma annuì prendendo l'ordine. Pagai io, non seppi perché.
Ci sedemmo ad un tavolo abbastanza lontano dalla porta da cui entrava il freddo invernale, e ci togliemmo le ghiacce.
Per un po' il silenzio regnò padrone, poi Jimin parlò: <<Hyung... cosa dovrei fare adesso?>>
Sapevo si stava riferendo a Taehyung, cercai di pensare.
<<Lasciargli tempo, credo sia l'unica cosa giusta tu possa fare.>>
Jimin sospirò, poggiando la testa tra le mani.
<<Sono un coglione.>> disse con rassegnazione.
<<Si, si lo sei. Ma lo siamo tutti, in fin dei conti.>>
Sembrò sentirsi meglio, e appoggiò le guance sulle mani. Con i gomiti appoggiati sul tavolo, questa posizione gli evidenziava le guanciotte rosee.
Carino, pensai. Ma mi riscossi subito.
<<Hyung... so che non è il momento magari, ma potresti parlarmi di te?>>
Per qualche motivo la domanda non mi stupii.
<<Cosa vorresti sapere?>> chiesi di rimando.
Ci pensò un attimo; <<Tutto quello che ti va di dirmi, io ti ascolto!>> Di nuovo, i suoi occhi brillarono.
Ci riflettei un po'; a me piace il nero. Non è il miglior modo di iniziare, ma è un colore che mi piace molto. Con Namjoon produciamo canzoni, e anche quella cosa mi piace. Preferisco la pioggia e l'inverno all'estate ed il sole. Sono figlio unico, sono di Daegu, e non vedo i miei genitori da due anni, non ci prendiamo molto. Ho un cane, si chiama Holly.
Jimin sorrise. Probabilmente quella massa informe di informazioni a caso gli era bastata.
La cameriera di prima ci portò i due gelati.
<<Io preferisco l'estate, invece, ma non il sole, perché mi scotto sempre..>> Lo trovai di nuovo adorabile, e mi imposi di smetterla.Più tardi, facemmo una passeggiata nel parco e poi, in seguito ad una chiamata di Hoseok, lo raggiungemmo da Namjoon.
Ci costrinsero a vuotare il sacco, e non opponemmo resistenza. Jimin pianse, ma lasciai a Seokjin e Hoseok il compito di consolarlo.
Namjoon mi volle parlare da soli, nella sua camera.
<<Come stai?>> chiese fissandomi negli occhi.
Non me lo chiedeva da anni, perché la mia risposta era sempre la stessa; non lo so.
Restammo in silenzio per un attimo, poi una domanda mi sorse spontanea:
<<Nam, cosa ne sto facendo del mio amore per Taehyung?>>
Lui fece spallucce, ed entrambi vedemmo chiara la riposta.
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Fanfiction||Dove Jungkook è uno spirito che vive in un libro, e Taehyung ha la brillante idea di aprirlo, quel libro.|| BTS||J.jk&K.th 03.02.17-19.09.17 •Complete• ;ex 'Just a book -Vkook/Taekook'; -@emyjhx