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-Non penso che siano tatuaggi questi.- le fece osservare Marco.

Daniela restò in silenzio a confermare la sua tesi.

-Chi è stato?- ma la ragazza non rispose. Si limitò ad abbassare la testa.

-Va bene, forse non ti fidi ancora di me per potermene parlare. Ma sappi che io sono qui.-

-Marco, non ho bisogno di pietà. L'ho sempre affrontata da sola. Non ho bisogno di nessuna pietà.-

Daniela si alzò dalla poltroncina per dare le spalle a Marco e coprirsi il braccio livido. Sentì Marco alzarsi e poggiarle la mano sulla spalla.

-Non avevo intenzione di farti questa impressione. Cercavo solo di aiutarti!-

Daniela abbassò la testa con il senso di colpa per aver risposto male a quel ragazzo che non aveva niente a che fare con tutta quella storia. Si scusò prontamente e tornò a sedere con Marco.

Il ragazzo le chiese quanti anni avesse anche se era poco educato chiedere l'età ad una ragazza.

-Ho 18 anni, compiuti il mese scorso.- Marco sorriso per la giovane età della ragazza. Guardò l'orologio al polso e si accorse che era ora di andare via.

-S'è fatta 'na certa. Devo andare!- esordì Marco.

-Oh, è tardi. Hai ragione.- Daniela prese la borsa e la mise a tracolla. Guardò Marco sistemarsi e prendere qualcosa dalla tasca. Daniela aveva un punto di domanda stampato in fronte.

-Dove cazz.. Eccolo!- Marco tirò fuori falla tasca il suo iPhone bianco. Lo porse a Daniela.

-Non sono bravo con ste cose, ma mi segneresti il tuo numero di telefono?- chiese il ragazzo grattandosi la testa. Daniela rise leggermente e prese il telefono in mano segnando il suo numero.

-Ecco, tieni.- restituì il cellulare a Marco e gli donò un sorriso.

-Sai, sei la prima che non sviene/grida/piange/urla...-

-Sai, sei una persona normale che ha avuto la fortuna di spiccare sugli altri.- rispose prontamente Daniela. Era ciò che pensava. Non considerava la figura di Marco come quella di un dio. Lui amava, odiava, mangiava, dormiva come una comune persona. Perché trattarla diversamente?

-Oh beh, sei la prima anche che mi dice queste cose. Andiamo. Dove abiti?-

-Ehm...-

-Cosa?-

-Ho mandato via la mia amica perché immaginavo si facesse tardi. Non ho pensato a come tornare a casa.- la ragazza di guardò i piedi imbarazzata. -Magari prendo la metropolitana!- aggiunse convinta.

-Ma non se ne parla proprio! Ti accompagno io!!- si offrì Marco.

-Ma no. Hai sostenuto un concerto, sarai stanchissimo.-

-Si, sono stanco. Ma posso comunque accompagnarti a casa!-

-Se ne sei sicuro, accetto volentieri! L'idea di tornare a casa in metropolitana e poi a piedi non mi allettava molto.-

-E allora andiamo!- 

Marco prese mano di Daniela. Tornarono nel backstage dove trovarono Marta indaffarata con le scartoffie.

-Marta, accompagno Daniela a casa!-

-Va bene.. COSA? MARCO COSA?-

-Hai capito bene. Non scocciare!- Marta si premette una mano in fronte in segno di resa e gli consegnò le chiavi della sua Fiat.

Uscirono dal teatro senza dire una parola, Daniela seguì Marco in silenzio. Lo osservò camminare e si domandò perché avesse quelle movenze da pinguino.


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Mhh, dovrei continuare? Non so cosa ne pensate. Sto andando nella direzione giusta secondo voi?
Let me know.

Dell'amore non so niente, conosco solo te.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora