-Marta non fare film mentali. Marco ha l'abitudine di guardare tutti.-
-Guarda caso proprio a quelle parole guardava noi, guardava te.- disse maliziosa.
-Lasciamo stare, è meglio.-
Il concerto andò avanti quando ad un tratto partì la canzone "In un giorno qualunque". La bionda spalancò la bocca. Conosceva a memoria la scaletta della serata, Marta gliel'aveva ripetuta fino al voltastomaco. Ma quella particolare canzone non c'era. Marta si mordeva il labbro e guardava Daniela.
-Brutto stronzo..- sussurrò Daniela tra sé e sé.
-Tu lo sapevi?- continuò rivolgendosi alla manager.
-Io so tutto.- disse ammiccando.
Ad un tratto le lacrime iniziarono a scendere sulle guance della ragazza. Marco aveva ricordato quella canzone. E come tempo prima, si alzò avvicinandosi al parapetto di metallo. Marco la guardò come aveva già fatto durante la stessa canzone al Teatro Augusteo e le sorrise. Lei non riusciva a smettere di piangere.
Finito il concerto, le due ragazze si precipitarono dietro le quinte. Marta fu la prima ad entrare.
-No Dani, torniamo indietro. Non è il giusto momento.- disse Marta prendendo la mano di Daniela.
-Ma di cosa ti preoccupi? Ho già visto Marco un milione di volte senza maglia.-
Lasciò la mano della manager ed entrò anche lei. Ma avrebbe fatto meglio ad ascoltare Marta, avrebbe risparmiato molto dolore. Avrebbe risparmiato di fantasticare su tutto.
-Avevi ragione, non sarei dovuta entrare.-
Francesca tratteneva Marco per le spalle e le sue labbra erano poggiate su quelle del ragazzo. Lui non faceva nulla per staccarsela di dosso. Daniela pensava che quella canzone, quella di cui lui si era premurato di inserire nella lista del concerto, dovesse significare qualcosa. Ma no, le labbra su quelle di Francesca dicevano tutto. Trattenne le lacrime che pizzicavano gli occhi. Marco alzò lo sguardo e la vide lì, ferma ed immobile all'entrata del backstage.
-Marta, torno in albergo. Chiederò a qualcuno di accompagnarmi.- disse subito.
-Si, non preoccuparti. Mi raccomando.- lei annuì ed uscì di corsa. La folla di fan era enorme.
Marco si staccò da Francesca, lo aveva incatenato e poi baciato. Vedere Daniela scappare via fu come una lancia dritta al cuore. Le corse dietro ma la folla di fan formatasi all'entrata del backstage lo costrinse a fermarsi. Tornò subito dentro urlando contro Francesca.
-Come hai potuto fare una cosa simile?- le disse urlando e dirigendosi verso il suo camerino.
-Ma Marco.. Pensavo che tu...-
-Niente, non dovevi nemmeno permetterti di pensare. Non c'è niente tra di noi. Il solo fatto che ho deciso di passare un po' di tempo con te non vuol dire che siamo fidanzati. Io non ti amo, tu non mi piaci, punto.- detto questo chiuse la porta del camerino ed iniziò a scaraventare tutto all'aria. Si tolse frettolosamente la giacca e la lanciò con prepotenza dalla parte opposta del camerino. Gli oggetti presenti sul mobile con lo specchio vennero fatti volare e lo stesso specchio venne crepato da un pugno del ragazzo. Marta entrò di corsa.
-Marco, calmati!-
-Sono uno stronzo. Non dovevo allontanarmi troppo da lei. Non dovevo smettere di parlarle.-
-Si, sei uno stronzo.- confermò la manager.
-Marta non ti ci mettere anche tu. Dov'è andata?-
-Ha detto che andava in albergo. Sei un cretino. Non ti sei nemmeno accorto di come ti guarda e come ha sofferto per te.-
-Si, sono davvero un cretino. Non pensavo nemmeno di esistere per lei. Pensavo di essere un semplice amico.-
Daniela tornò in albergo e, prima di entrare in stanza, si fermò al bar. Ordinò una vodka fruttata. Dopo la prima ce ne fu anche una seconda.
Passarono trenta minuti, iniziò a formarsi un piccolo gruppetto di ragazze che aspettavano Marco. Decise che per quel momento non aveva nemmeno intenzione di sentire il suo nome.
Ma perché poi? Marco non le aveva espresso nemmeno una volta il suo affetto per lei. Forse era solo pietà quella che muoveva il ragazzo a simpatizzare con lei. Bevve velocemente il contenuto del bicchiere e salì in camera.
Prese tutta la sua roba e la mise in valigia. Voleva andare via, non voleva vederlo più. Tutte le sue illusioni di avere una sola speranza dopo Deborah erano svanite. E poi sulla base di cosa costruiva le sue fantasie? Sulla base della gentilezza del ragazzo? Sulla base della sua gelosia occasionale? Sulla base dell'affetto sconfinato della madre del ragazzo per lei? Daniela aveva preso l'abitudine di essere considerata la fidanzata di Marco, anche se per scherzo o finzione. Ogni volta che Nadia la nominava come "fidanzata di suo figlio", lei sognava un po'.
Dopo circa trenta minuti stava per chiudere la valigia. Di colpo si aprì la porta e si richiuse subito. La ragazza si girò verso la porta alla quale era poggiato Marco di schiena con il viso basso.
-Marco, vai via. Non credi di avermi fatto soffrire abbastanza?- disse tutto d'un fiato. Era lei che parlava oppure l'alcool?
-Cosa stai facendo?- chiese ignorando completamente la domanda precedente.
-Sto andando via. Vado lontano da te.-
Marco si allontanò dalla porta per fermarsi di fronte la ragazza che tra le mani aveva una maglia. Gliela prese e la gettò lontano, sul letto.
-No, non farmi questo.-
-Io invece lo faccio. Sono stata una stupida. Ho creduto un sacco di cose. I tuoi sguardi, la tua gelosia. Per finire "in un giorno qualunque". Guarda il caso, la canzone che più mi colpisce. Lo sai che effetto mi fai ma resti uno stupido Marco.-
-Sono tutto quello che vuoi ma non andare via.-
-Sei uno stronzo. Uno stronzo di cui non..- ripeté mentre gli colpì forte il petto. Marco le poggiò un dito sulle labbra, le prese la mano e la portò alle sue labbra per baciare delicatamente il dorso e poggiarla sulla sua guancia.
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Capitolo infinito. Questa volta, prima del capitolo figo (e sottolineo FIGO), ho bisogno di taaaaaaaaaaaaaaanti pareri.
Enjoy!
♥
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Dell'amore non so niente, conosco solo te.
FanfictionNon è la solita storia d'amore. Ma cos'è davvero l'amore? Farfalle? Arcobaleni? No.