29.

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Posò una mano sul fianco di lei e la attirò a sé. L'altra mano si posò delicatamente sulla guancia della ragazza, la baciò ancora. La sua lingua chiese il permesso di entrare, Daniela glielo concesse senza esitazioni. Sentì tutto il sapore del caramello e della vaniglia del liquore che aveva appena bevuto Marco. Le loro lingue iniziarono a danzare come anche le loro mani.
-Dove sei stata tutto questo tempo?- chiese lui mentre si allontanava per prendere fiato.
-Sempre qui, accanto a te. Sei sempre stato troppo stupido per vedere.- disse prendendolo in giro.
-Mo te faccio vede' io lo stupido.- Stava quasi per afferrarla e portarla sul letto ma il cellulare del cantante squillò.
-Ti sei salvata, ma per poco.- le chiese di scusarlo mentre andava alla finestra.
-Pronto Marta? Ma te pare il momento?- disse scocciato.
-Si, mi sembra tutto il momento. Devi registrare. Ti voglio subito in terrazza, qualunque cosa sconcia tu stia facendo con Daniela.-
-Non sto facendo niente. E poi che ne sai te?-
-Io so tutto. Sbrigati!- disse per poi attaccare il telefono. Posò il cellulare in tasca e si passò una mano tra i capelli.
-Vieni, andiamo in camera mia che poi devo registrare in terrazza.- disse prendendo la mano di lei.
-Marco ma sono le due di notte!-
-E lo dici a me che dormirei fino al mese prossimo? Ma preferirei fare altro dopo questa sera.- disse guardandola maliziosamente.
-Mengoni, calmi i suoi bollenti spiriti. Non è il momento.- gli diede un pizzicotto sul fianco. Entrarono in camera del cantante. Lui chiuse la porta e la poggiò contro la parete. Si avventò su di lei senza chiederle il permesso, l'urgenza di baciarla era troppa.
-Marco, farai tardi.- disse lei mentre gli mordeva il labbro.
-E' già tardi. E poi senza di me non si fa niente.-
-E visto che sei tu il protagonista, muoviti! Marta dopo se la prende con me.- lo allontanò da lei, imponendogli di cambiarsi per poter registrare. Salirono in terrazza entrando mano nella mano. Nessuno se ne accorse, solo la manager la quale aveva assunto le sembianze di un falco.
-TU!- disse indicando Marco, il quale arretrò per lo spavento. –Lì, su quella sedia.- disse infuriata.
-E tu!- disse indicando la ragazza. –con me. Andiamo a prendere un caffè mentre Marco registra!- e le sorrise. Capì subito cosa fosse successo. Subito dopo il concerto Marco era diventato una belva, Marta non riusciva a controllarlo. Questo solo perché aveva visto Daniela correre via senza sapere cosa fosse realmente successo. Si accomodarono entrambe a qualche tavolo di lontananza da Marco, il quale osservava attentamente Daniela.
-Su, il cantante ti sta spogliando con gli occhi. Affittatevi una stanza, santo cielo!- disse con finta esasperazione. Ma subito dopo sorrise e si precipitò ad abbracciare la ragazza.
-Finalmente quello stupido si è deciso a dirti tutto ciò che prova!- il sorriso della manager partiva da un orecchio per arrivare all'altro.
-Si, ci ha messo molto. E questo ha portato molte sofferenze.-
-Marco è fatto così. Non è sicuro nemmeno delle parole che dice. Deve prima capire di star per perdere una persona prima di dirle cosa veramente prova. Ma l'importante ora è che l'abbia fatto.- Daniela annuì semplicemente. Parlarono per altro tempo e Daniela non riuscì a togliere gli occhi di dosso al cantante che era molto preso dalla registrazione. Gli occhi rossi di lui indicavano la stanchezza e dai gesti che faceva stava parlando del suo esercito. Ogni volta che toccava l'argomento si emozionava visibilmente.
Dopo una decina di minuti Marco si alzò, ringraziò il cameramen e si avvicinò alle ragazze.
-Allora? So le tre di notte e voi state ancora in piedi?- disse sedendosi accanto a loro.
-E tu? Non mi dici niente?- chiese Marta.
-Che te devo di'?- disse vago.
-Niente, lascia stare. E' meglio che andiamo a dormire che Palermo ci aspetta!-
Daniela fu la prima ad alzarsi dal tavolo. Le girava la testa e lo stomaco per via dell'alcool bevuto prima. Salutò i due ragazzi e si diresse in camera. Accese la luce ma non riuscì a chiudere la porta che subito corse in bagno a vomitare. Sapeva di non riuscire a reggere molto bene l'alcool, ma lei non aveva resistito all'impulso di berlo. Dal bagno sentì dei passi. Immaginò fosse Marco.
-Marco, resta lì. Ora vengo.- disse la ragazza alzando la voce. Il ragazzo si distese sul letto.  Lei si ricompose, lavò i denti e tornò in camera. Si bloccò sulla soglia della porta. Non era Marco quello disteso sul letto. Le paure dei mesi precedenti tornarono prepotenti a colpirle lo stomaco. Le immagini degli stupri tornarono nella sua mente. Quello disteso sul letto era il suo peggior incubo con una pistola in pugno.
-Ciao bambolina!- disse mentre accarezzava la pistola.



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Dell'amore non so niente, conosco solo te.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora