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E poi tutto precipitò.
La vista cominciò ad annebbiarsi: benedissi il fatto di non aver già messo in moto l'auto e di non trovarmi in mezzo alla carreggiata.

Il cruscotto, che ero convinta fosse solido, sembrava una massa scura e ondeggiante.

Per quel riuscivo a vedere, mi sembrava che la macchina si stesse chiudendo su di me.

Poi arrivò il dolore al petto: devo ammettere che non me lo aspettavo.

Presi il cellulare.
Cercai di sbloccare lo schermo per accedere alla lista dei contatti.

Un'attacco di panico mi serrò ancora di più il petto quando mi resi conto di essere completamente sola, come se tutta la situazione non fosse sufficientemente drammatica.

Cercai di mantenere regolare il respiro.

Finalmente sbloccai il telefono.

Ero in un mare di sudore freddo.

Premetti il tasto sbagliato e chiamai Francesco. Attaccai subito.

Cercai il contatto di Irene, l'unica persone che poteva e voleva darmi una mano in queste occasioni

La chiamai:

"Ei Gabbanina!"
Disse la sua voce allegra e squillante all'altro capo del telefono.

Mi dispiaceva disturbarla.

"Irene, ti prego, puoi venire a prendermi?"

"Cristo, cosa succede?" Sentii la sua voce preoccuparsi.

"Mi sento svenire, sono in macchina, sto male."

"Accosta immediatamente."

"Sono ferma" non la insultai per la domanda stupida solo perché non ne avevo le forze. "Sono davanti al negozio di musica di Francesco, quello vicino casa mia."

Sentivo che stava prendendo delle chiavi e parlando con qualcuno.

"Ok. Arrivo. Respira...e cerca di non morire" aggiunse, forse scherzando per tirarmi su il morale o forse no.

"Sono a due minuti da lì. Ho appena preso la macchina"
Disse dopo un po'.

Aspettai, la chiamata ancora aperta.

Avevo la nausea e mi girava la testa e poi vidi dei fari in lontanaza.

"Sei tu?" Chiesi, con voce talmente bassa che dubitai mi avesse sentito.
"Si"

Una macchina ferma in mezzo alla strada, una mano che apre lo sportello.

Ad un certo punto so che si tratta di qualcuno di familiare ma non so chi.

Tutto è confuso e sembra non cambiare mai, un attimo minuscolo che sembra eterno, un ultimo sospiro e perdo conoscenza.

Come l'ariaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora