Un anno e mezzo dopo. (Giugno 2020)
Dopo quella notte, di convivenza ne parlammo ancora e ancora e ancora, ma senza mai attuarla seriamente per via del lavoro di Francesco.
Insomma, praticamente dormivamo sempre insieme ma non avevamo una casa tutta nostra: a volte io stavo da lui, a volte lui da me.
Quel giorno era lui a dormire da me e per fortuna, essendo sabato, non c'era motivo di alzarsi presto.
La mia idea di "non alzarsi presto" coincideva più o meno con "alzarsi all'ora di pranzo", ma Francesco non era decisamente dello stesso parere così si alzò per primo e poi venne a svegliarmi.
Era accovacciato al lato del letto, che era abbastanza alto da permettergli di appoggiare il mento sul materasso e fissarmi con naturalezza.
Mi svegliai perché era arrivato più o meno con la stessa silenziosità di un rinoceronte con i tacchi.
Aprii gli occhi, sobbalzando nel trovarmi il suo viso così vicino."Buongiorno!" Disse.
Mugugnai qualcosa e mi girai dall'altra parte con l'intenzione di rimettermi a dormire, ma lui mi scavalcò e atterrò sulla parte di letto che aveva occupato durante la notte.
"Non puoi ignorarmi a lungo" constatò con un sorriso.
"Me ne sono accorta"
Mi coprii con il lenzuono fin sopra la testa."Sono le dieci e mezza" proclamò lui, alzando la serranda e lasciando entrare la luce.
Poi saltò di nuovo sul letto e la rete sottostante fece un rumore poco rassicurante.
Tirai giù la coperta quanto bastava per scoprire gli occhi e lo trovai con una faccia vagamente colpevole.
Feci appena in tempo a metterlo a fuoco che mi aggredì bloccandomi e impedendomi di coprirmi di nuovo la faccia con il lenzuolo.
"Dai, alzati che tra un po' devo partire...ricordi?"
"Uff...devi proprio?" dissi con una voce talmente assonnata che non seppi se lui riuscì effettivamente a capire cosa avessi detto.
Avrebbe trascorso a Milano, alla sede della sua casa discografica, proprio la settimana in cui capitava il nostro anniversario.
"Allora ce l'ho fatta a svegliarti! Buongiorno"
"Buongiorno"
Mi diede un bacino sul naso.
"Purtroppo te l'ho detto: non posso rimandare"
"Cos'hai sulla faccia?!" Chiesi visto che aveva una striscia bianca sulla guancia.
Si pulì e si osservò la mano.
"Farina"
"...farina?!"
"Esatto! Se ti alzi scopri anche il perché...è una sorpresa"
"Uhh wow" dissi ammirata.
"Credo che mi toccherà alzarmi, a questo punto."Mi scostai di lato e alzai il lenzuolo ma non per togliermelo di dosso ma piuttosto per far mettere Francesco accanto a me, nonostante fosse tutto vestito ed in effetti anche infarinato.
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Come l'aria
FanfictionLei ha ventinove anni, una passione sfrenata per la musica e un vuoto nel cuore che potrebbe essere colmato da una sola persona. L'unico problema è che questa persona ancora non sa della sua esistenza. Tutto ha inizio in una mattinata dei primi di g...