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"Sei stato grande stasera"
Gli dissi, specificando poi ulteriormente:
"Cioè, intendo al concerto. Ma in effetti anche in altre occasioni...vabbè hai capito cosa voglio dire: sei un grande artista"

Si sporse dal suo lato del letto, esausto ma felice, rimanendo sospeso vicino al mio viso.

"Ti amo" disse con dolcezza, con un sorriso incantato sulle labbra.
Due paroline che da sole bastavano per dire un miliardo di cose.

"Ti amo" Gli risposi.

Dire semplicemente 'anche io' suonava banale.

"Mi amerai anche domani?" Chiese poi, rimanendo in quella posizione.

"Per una vita intera" Confermai, carezzandogli dolcemente una guancia.
Erano parole che sapevano di verità.

"Ed io per altre cento" dichiarò, dandomi un bacino sulla punta del naso e tornando a sdraiarsi accanto a me, spalla contro spalla.

Avevamo spalancato le finestre e risistemato il letto: adesso ce ne stavamo sdraiati, esausti ed un po' indolenziti, in attesa di addormentarci.

Era tardissimo: saranno state le tre del mattino e dalla finestra entrava aria tanto fresca che dovetti coprirmi con il lenzuolo prima di scivolare nel sonno, con una mano che sfiorava quella di Francesco.

.-.-.-

"Oddio! È tardissimo!"
Sbottò Fra, svegliandomi d'improvviso la mattina seguente.

"Scusa, scusa! Non volevo svegliarti" aggiunse abbassando la voce e sorridendomi con un'espressione di scuse.

Si era alzato di scatto ma si era avvicinato nuovamente per stringermi una mano mentre si infilava i pantaloni con l'altra, saltellando per fare più in fretta.

"Non ti preoccupare. Ma tardissimo per cosa?"
Chiesi, inclinando il cuscino di tre quarti contro il muro e guardandolo.

"Dorina mi aveva detto che ci saremmo visti alle 10:30 e mancano sette minuti. Se faccio tardi mi ammazza"

Prima che potessi dire altro, lui si era infilato anche una maglietta pulita, presa a caso dalla valigia, e passato le dita tra i capelli, per sistemarseli alla meno peggio.
Risultato? Era comunque figo. Ma proprio tanto figo.

"Aspettami qui, ok? Non ci metterò molto. Torno con la colazione: promesso."

Mi schioccò un veloce bacio sulle labbra e scappò dalla porta dicendo:
"Scusa ancora se ti ho svegliato...se ti serve la doccia prendi pure gli asciugamani: sono puliti"
Mi lanciò un bacio con la mano e sparì.

Rimasi un altro minuto tra le lenzuola, e poi andai in bagno a fare una doccia, rubando gli asciugamani di Francesco.

Una volta rivestita trovai una copia del Giovane Holden sopra il divanetto della camera.

Era uno dei miei libri preferiti in assoluto: lo avevo consigliato a Francesco, pensando che gli sarebbe piaciuto.

Non resistetti alla tentazione di leggerlo per la terza volta, mentre aspettavo il suo proprietario.

Succedeva sempre così quando mi immergevo in un libro: mi dimenticavo di tutto quel che mi circondava.

Infatti Francesco rientrò in camera ed io non ci feci nemmeno caso, tanto ero presa dal libro.

Me ne accorsi solo quando mi ritrovai la sua faccia al contrario, difronte alla mia.

"Buongiorno" mi salutò: si era piegato sopra di me da dietro il bracciolo del divano e mi guardava al contrario.

Come l'ariaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora