Il pollo era squisito, come d'altronde tutto quello che usciva dalla cucina della famiglia di Irene.
"Come va con i ragazzi? Qualche pettegolezzo da raccontare?" Chiese Paola quando Franco ci ebbe salutato per tornare a lavoro.
Irene mi diede una leggera gomitata, alzando un sopracciglio ritmicamente uj paio di volte e fu impossibile tacere.
"A dir la verità, va stranamente bene ultimamente."
"Soprattutto da ieri sera" disse la mia migliore amica ricevendo un'occhiata eloquente da parte mia.
"Ohh! Sono contenta. Poi ce lo presenterai eh!" Disse Paola, ignorando, per mia fortuna, l'ultima frase della figlia.
Le salutai verso le 15 e passai il resto del pomeriggio a studiare il brano da solista e a preparare la prossima, nonché ultima lezione prima delle vacanze, del mio corso di violino.
Erano le 17:30 quando squillò il mio cellulare, diffondendo nel salotto la melodia iniziale di Pachidermi e Pappagalli.
A chiamarmi era proprio il suo autore:
"Pronto?"
"Ei, ciao. Come stai?"
"Ei! Tutto bene grazie, e tu?"
"Tutto bene, ho appena finito le prove: che ne dici se ci prendessimo...non so, un gelato?"
"Dico che mi andrebbe molto più che bene. Dove ci vediamo?"
"Passo a prenderti da te? Tra una ventina di minuti?"
"Perfetto, a dopo"
"A dopo"
Chiusi la telefonata, rimanendo a fissare la sua foto sullo sfondo dell'iPhone.
Misi apposto il violino e andai in bagno per darmi una sistemata: sciolsi la treccia che avevo fatto quella mattina e lasciai che i capelli, più ondulati del solito, mi ricadessero morbidamente sulle spalle.
Misi giusto un po' di matita nera sotto gli occhi, come al solito.
Francesco citofonó alle sei meno dieci, esattamente venti minuti dopo la chiamata.
Scesi per le scale saltellando sui gradini.
Francesco era proprio accanto al portone e fuori di esso, parcheggiata in doppia fila, c'era la sua inconfondibile macchina."Sei stupenda" commentò lui vedendomi arrivare e sentii le guance andare in fiamme.
Mormorai un grazie, salutandolo con un bacio sulle labbra.
Indossava dei pantaloni grigi, con una cinta nera e t-shirt dello stesso colore.
Al collo portava una collanina che gli avevo visto spesso anche su internet: un laccetto di stoffa nero con legato un anello.Era maledettamente bello, ma non solo in senso strettamente estetico: emanava una sensazione di benessere, di simpatia e di mille altre cose che lo rendevano perfetto.
E poi quello sguardo: attirava il mio come il più forte dei magneti...
Lo baciai una volta di più per sentire ancora quelle labbra morbide sulle mie.
"Ti adoro" dichiarai.
Mi guardò in un modo che non scorderò molto facilmente. Per un attimo e per la prima volta, mi sentii come se fossi stata davvero importante."...o forse qualcosa di più" aggiunsi.
"Lo sai...mi aggrego anche io alla tua affermazione"
Restò a guardarmi un secondo in più e poi mi aprì la portiera dell'auto e salii a bordo.
"Purtroppo questa sera ho una cena con la mia manager e compagnia bella e non potró restare con te quanto vorrei"
"Non fa niente, non preoccuparti" lo rassicurai, poggiando la mano sopra la sua sulla leva del cambio.
Il vento che entrava dai finestrini scompigliava solo lievemente i suoi capelli tenuti fermi con il gel, mentre i miei sembravano più o meno in preda all'uragano Katrina.
Ci fermammo ad una gelateria vicino al centro: all'esterno aveva un'insegna azzurra e color crema, con il nome scritto con uno di quei font delicati e alla moda.
Cinque o sei tavolini azzurri con due sedie ciascuno, occupavano lo spazio esterno.L'interno era degli stessi colori dell'insegna: il bancone in legno aveva una specie di carta da parati a strisce mentre le pareti erano dipinte due di un colore e due dell'altro.
Il frigo con i gusti gelato era davvero enorme e ospitava più o meno una ventina di vasche gelato colorate.
Presi un cono e lui una coppetta, come al nostro primo "appuntamento".
"Come sono andate le prove?" Chiesi mentre ci sedevamo ad un tavolinetto azzurro.
"Bene, bene. Siamo tutti emozionatissimi per il tour! Dio, non vedo l'ora."
Disse con gli occhi che gli brillavano."Sono sicura che andrà benissimo"
"Tu verrai a qualche data, vero?"
Annuii: avevo in programma di andare a tutte quelle più vicine a casa, ma dovevo aspettare che il direttore d'orchestra ci comunicasse per bene le date dei nostri concerti, prima di comperare i biglietti.
"Come potrei perdermi il tour del mio cantante preferito?!"
Rise con quel suo fare adorabile.
Allungò una mano verso di me:
"Hai qualcosa sulla guancia" disse, togliendomi quello che immaginai essere cioccolato con una carezza del pollice.
Gli sorrisi e pensai che se fosse stato qualcun altro, lo avrei considerato la situazione un po' imbarazzante, ma in quel momento la trovavo soltanto dolce.
Non parlavamo molto ma era questo il bello di stare con qualcuno di speciale: potevi chiudere la bocca per un po' senza cadere in un silenzio imbarazzato; goderti la loro compagnia a pieno, lasciando indietro tutto quello che non serve.
Lui sedeva con le gambe incorciate, con una mano teneva la coppetta e con l'altra il cucchiaino di plastica.
Le sopracciglia appena sollevate, le labbra poco dischiuse.
In quel momento mi prese una fitta al petto, troppo forte per essere ignorata.
Mi portai d'istinto una mano sopra il cuore, d'un tratto senza fiato, lasciandomi scappare un gemito di dolore.Vidi il volto del mio idolo contrarsi, in un istante aveva preso un'espressione preoccupata.
Si alzò di scatto mettendomi una mano sulla spalla.
"Stai bene?"
Mi schiarii la voce: il dolore era andato così com'era venuto.
"Si..tutto bene."
"Cos'era quello? Cosa ti è successo?"
"Nulla, non ti preoccupare: tutto apposto." Dissi per poi aggiungere, mostrando le palme delle mani: "Giuro!"
Distese le labbra in un sorriso ancora preoccupato.
"Se ci fosse qualcosa...me lo diresti?"
Era tornato a sedersi, riprendendo a mangiare il gelato senza però smettere di guardarmi.
Pensai che sarebbe stato impossibile mentire guardando dritto in quegli occhi castani."Certo" gli presi la mano.
Gli avevo mentito, chiedendomi fino a che punto avrei cercato di nascondergli il mio segreto.

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Come l'aria
FanfictionLei ha ventinove anni, una passione sfrenata per la musica e un vuoto nel cuore che potrebbe essere colmato da una sola persona. L'unico problema è che questa persona ancora non sa della sua esistenza. Tutto ha inizio in una mattinata dei primi di g...