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Chiacchierammo un po' del più e del meno, per conoscerci meglio.

"Qual é il tuo film preferito?" Mi chiese, appoggiandosi con i gomiti sull'alto bancone della cassa.

"The Imitation Game! È quello con Benedict Cumberbatch e Keira Knightley, lo conosci?"

"Ne ho sentito parlare ma non l'ho mai visto."

"Il tuo qual é?"

Ci pensò sù.
"Probabilmente The Blues Brothers" disse, annuendo poi come se si fosse convinto della risposta.
"Ti piace leggere?" Domandai io.

"Si, assolutamente. Anche se in questo periodo non ho avuto molto tempo per farlo. E a te?"

"Praticamente li divoro i libri. Di qualsiasi genere: fantasy, gialli, romanzi storici..."

"Io adoro i romanzi storici" Commentò.

Gli sorrisi, appoggiandomi accanto a lui sul bancone.

"E invece nel tempo libero cosa fai?"

"Diciamo che mi piace disegnare e fino a qualche tempo fa andavo in moto non appena potevo. Poi gioco a pallavolo, ma niente di serio. E tu? L'essere così fantastico ti impegna per parecchio tempo?"

Mi diede un bacio sulla guancia.
"Beh innanzitutto mi permetto di dissentire sull'ultima affermazione. Per il resto, adoro andare in bicicletta in mezzo alla natura e andare a correre...Hai detto che andavi in moto?" Chiese con un luccichio curioso negli occhi scuri.

"Esatto" confermai
"Hai smesso? Perché?"

"Non ho proprio smesso... diciamo che ho solo messo da parte" indugiai un momento, cercando di capire se quel che avevo detto fosse la verità o solo una bugia raccontata anche a me stessa.
"Ho avuto un incidente un po' di tempo fa: sto aspettando, come dire...il momento giusto"
Credo fu il tono che usai a dissuaderlo dall'indagare oltre: intuivo la sua curiosità, ma non mi andava davvero di parlarne.

Sobbalzai.
"Scusa, sai che ore sono?"
Mi ero praticamente dimenticata che alle 16 dovevo tenere il corso di violino.

Si sporse sul bancone per controllare sullo schermo del computer.

"Sono le 15:30"

Ringraziai il cielo per non essere di nuovo in ritardo

"Sarà meglio che vada: alle 16 comincia il mio corso di violino e non posso far aspettare i ragazzi"

"D'accordo" disse raddrizzandosi.

Feci per dargli un bacio sulla guancia ma mi fermai a metà strada, guardando le sue labbra.

Mi mise una mano sul braccio e dopo qualche secondo lo baciai.

Un solo bacio però non era abbastanza.

Le sue braccia mi avvolsero in un abbraccio e continuammo a baciarci.

Diciamo che non fu affatto un bacio a stampo.

A riscuoterci dal bacio fu il campanello dello porta, che potrei aver silenziosamente maledetto nella mia testa.

Sciolse l'abbraccio e mi diede un altro piccolo, dolce bacio, lasciandomi a desiderare che durasse di più.

"Ci sentiamo più tardi, va bene?" Disse dolcemente prima di andare ad accogliere il nuovo cliente.

Come l'ariaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora