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Mi svegliai di soprassalto, impiegando qualche secondo per capire dove mi trovassi.

"Buongiorno" disse Francesco, coperto soltanto per metà dal lenzuolo bianco.

"Ei buongiorno"

Allungò la mano e mi spostò una ciocca di capelli dalla fronte, sistemandola dietro l'orecchio.

Mi sorrise, ancora un po' assonnato.

Accostai il volto al suo fino a quando in nostri nasi si sfiorarono.

Dovetti combattere l'impulso di fregarmene di tutto e tutti e rimanere una giornata intera in quel letto con Francesco.

La sveglia sul mio telefono suonò immediatamente dopo quella di Francesco.
Lui si allungò sopra di me per raggiungere il comodino e premette sullo schermo dell'iPhone, interrompendo la suoneria.

Fece per ritrarsi e tornare sdraiato come in precedenza ma poi si bloccò, poggiato con un gomito sul materasso e con l'altro braccio teso verso il telefono.

Io me ne stavo ferma ad ammirare il suo viso concentrato, quando quelle dita delicate si fermarono sul mio viso una alla volta.

La sua faccia, a pochi centimetri dalla mia, mi faceva venire le farfalle nello stomaco.

Mi guardò da quella distanza ravvicinatissima, senza fare nulla per qualche secondo, semplicemente contemplandomi.
Era talmente vicino che dovevo guardare un occhio alla volta.

"Sei bellissima" disse poi, guardandomi con occhi dolci.

Immaginai di non essere esattamente il massimo dello splendore appena sveglia, ma non feci polemica, anzi, presi per prima l'iniziativa e lo baciai.

Si udì un tonfo al piano di sotto e la bocca di Francesco, prima sorridente, si fece una linea piatta.

Lo vidi girare leggermente la testa per ascoltare meglio e poi fiondarsi fuori dalla camera da letto e giù per le scale.

Lo seguii, quasi inciampando sui gradini.

"Filì!" Disse tirando un sospiro di sollievo non appena arrivò alla fine della rampa di scale.

Il suo petto si alzava e abbassava a ritmo veloce.

"Non sapevo fossi tu...mi hai spaventato. Cos'era quel rumore?" Continuò.

"Ciao" dissi io a Filippo, quando stava per ribattere.

Vidi sul suo viso una leggera sorpresa che svanì tanto in fretta quanto era comparsa.

"Ciao! Come stai?" Chiese il fratello minore.

"Tutto bene...e tu?"

Fece "ok" con le mani prima di riprendere a parlare:

"Scusate per lo spavento. Volevo alzare le serrande e sono inciampato su quel puff" disse indicando con un piede l'oggetto incriminato.

Dalla serranda della finestra difronte a me, intuii che non aveva fatto in tempo a finire di tirarle su prima che arrivassimo.

Come l'ariaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora