Capitolo 12-8: Occhi

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Prima che Michael parlasse con i suoi compagni riguardo a quelle "strane visioni", prima che Tutti loro andassero a parlare con il dottor Lingard e Arus... Qualcos'altro stava accadendo.

<< Continueremo a fingere, vero?>>
Una voce femminile ruppe il silenzio nella stanza.

Tesla era seduto sul bordo del letto, a petto nudo, rivolto verso la porta. Stava raccogliendo i suoi pantaloni dal pavimento

<< Di che parli, esattamente?>>
Domandò, fingendo di non sapere nulla, mentre infilava i pantaloni una gamba per volta.

<< Smettila. Non hai davvero niente da dirmi?>>
Rispose la voce femminile.

Tesla, dopo aver indossato i suoi pantaloni, si voltò verso la ragazza.

Eva era distesa nel letto, dietro di lui, senza nessun vestito addosso.
La sua espressione era un misto fra tristezza e rabbia: nemmeno lui riusciva a capire cosa stesse provando.

Tesla la guardò dritta negli occhi, senza soffermarsi neanche un secondo sul suo corpo. 

<< Mi dispiace.>>
Le disse, voltandosi. Il suo sguardo si era rabbuiato di colpo.

<< "Ti dispiace"? Il giorno prima eri a casa mia, e quello dopo eri scomparso nel nulla. Neanche tuo padre sapeva il motivo.>>
Il tono di Eva era visibilmente infastidito. Anche se non la stesse guardando negli occhi, sapeva che lo stesse trapassando con lo sguardo.

<< Hai parlato con mio padre?>>
Le domandò, sorpreso, senza voltarsi.

<< No. Ma ho sentito qualcosa mentre parlava con qualche suo subalterno.>>
Gli rispose, con un tono infastidito.

Tesla sentì dei movimenti nel letto, e poco dopo sentì un soffice calore nella sua schiena.
Poco dopo due lunghe braccia femminili gli avvolsero il collo, abbracciandolo.

<< Mi hai lasciata senza nemmeno dirmi dove stavi andando... Perché?>>
Gli domandò, appoggiando il lato della sua testa a quella di Tesla.

I due ragazzi rimasero in silenzio per qualche secondo: l'espressione di Tesla era molto tesa, quasi colpevole.

<< E' a causa dei nostri genitori: nessuno dei due accetta la nostra relazione, per questo ci hanno separati. Non potevo continuare con questa relazione clandestina... Dovevo trovare una soluzione per farla funzionare.>>
Le rispose, toccandole un braccio con la sua mano.

<< Quindi hai pensato di andare ad Avalon?>>
Chiese Eva, senza lasciare il compagno.

<< Si. A causa del padre di Xane, mio padre ha perso molta influenza ad Asgard. Come risultato, il nostro fidanzamento è stato rifiutato da tuo padre. Lui aveva paura di unire la sua famiglia ad una "sull'orlo del disastro". Non posso dire di non capire cosa volesse dire, ma non potevo accettarlo.>>
Le rispose, spiegando le sue ragioni.

<< Quindi, come buon uomo delle caverne che sei, hai preso la tua clava e hai smesso di pensare. Sei corso ad Avalon, hai sfidato Xane e hai provato ad umiliarlo. Volevi, per caso, fare un "dispetto" a Xernes?>>
Gli domandò Eva. 
Nonostante non potesse vederla in volto, si sentiva trapassato da parte a parte dal suo sguardo pungente.

<< Più o meno, si. Volevo dare una lezione a quell'uomo: lui è stato la causa della rottura del nostro fidanzamento. Non appena ho scoperto che Xane, il figlio di Xernes Ravier, fosse iscritto all'istituto Star ne ho approfittato per iscrivermi anche io. Quindi ho lasciato Asgard immediatamente, e ho partecipato all'esame di ammissione... Lo ho sottovalutato, e ho preso una batosta.>>
Le rispose.

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