Capitolo 12-1: Ambizioni

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Michael sentiva solo il rumore del vento e delle onde che si scontravano contro la nave. Il sole era alto, era ormai circa mezzogiorno ed erano in viaggio da qualche ora. Nel giro di poco tempo sarebbero finalmente tornati ad Avalon. Ad aspettarli, anche i loro compagni avevano finito i loro compiti, a loro insaputa.
Michael era appoggiato ad un muro in metallo, mentre osservava dalla distanza la compagna, Lucy, mentre era appoggiata ad una ringhiera e guardava il cielo. Non aveva aperto bocca fin dal giorno precedente, e lui non aveva alcuna intenzione di forzarla: quando avrebbe voluto parlare, lo avrebbe deciso da sola. 

- E' sicuro sia la scelta giusta, padrone? -
Gli domandò una voce femminile.

<< Si, per ora preferisco che si prenda il suo tempo... A proposito, grazie di aver "cambiato" voce, Phoenix. Insomma, sentirti con una voce maschile, pur sapendo che fossi femmina... Mi metteva a disagio...>>
Le rispose, portandosi una mano in testa e sorridendo.

Abbassò lo sguardo, diventando serio.

<< Quindi tu conoscevi Vali? Ha parlato anche di uno strano "virus"... Aveva qualcosa a che fare con quello strano ragno che abbiamo affrontato tempo fa?>>
Domandò il ragazzo, incuriosito.

Phoenix non rispose.

<< Ok... Non credo di aver mancato il bersaglio. Se non vuoi parlarne, non ti obbligherò.>>
Le disse il ragazzo. Phoenix non rispose neanche stavolta.
Michael fece un cenno con la testa, mentre si guardò intorno. Si grattò il capo, per poi voltarsi verso Lucy.

Per qualche minuto cadde il silenzio, rotto solo dal rumore delle onde e di qualche gabbiano nel cielo.

- Non ha più importanza cosa sia accaduto tra me e Vali. -
Disse Phoenix.

<< Va bene, non preoccuparti. Vali ha detto che sarebbe andato a controllare la zona dove Mirfah venne infettato, per controllare se ci fossero altre tracce di quel virus. Sei preoccupata per lui?>>
Le domandò poco dopo, sorridendo.

- Ho paura che possa sentirsi in colpa... -
Gli rispose Phoenix, con un tono amareggiato.

Michael divenne serio: le parole che Vali disse gli rimbombarono in testa.

"Secondo te perché ho dovuto distruggere la sesta generazione?!"
Quelle parole, gli avevano messo una strana sensazione in corpo. Vali aveva sterminato la razza umana, una volta, con le sue stesse mani.
Era davvero assurdo... Quante volte la razza umana era stata distrutta, e quante volte lo sarebbe stata ancora? Era il mondo sbagliato? O erano le regole imposte dagli Angeli?
Queste domande lo attanagliavano. Non riusciva a capirlo.

"La razza umana è stata spazzata via ottantatré volte." 
Le parole che Iris rivelò al gruppo, quando incontrarono Lucy e Andromeda per la prima volta gli tornarono in mente.

Michael strinse i pugni, colpendo la parete metallica a fianco a lui.

<< Quindi? Cosa le è preso, si può sapere?>>
Gli domandò una voce femminile, proveniente da dietro di lui.

Michael si voltò rapidamente, riconoscendo la donna.

<< Alexandra...>>
Disse, senza pronunciare altre parole.

La donna era appoggiata alla parete metallica con la schiena, mentre aveva appoggiato una gamba nella ringhiera davanti a lei. 
Come suo solito, guardava il ragazzo con le braccia conserte e un sorriso malizioso in volto.

Michael la guardò di sbieco.

<< Ha incontrato suo padre.>>
Le rispose rapidamente.

Alexandra non reagì. Sembrava stesse aspettando altre informazioni.

<< Credevano entrambi di essersi persi a vicenda. Non lo ha riconosciuto, e si sente in colpa.>>
Aggiunse poco dopo, voltandosi verso Lucy...

Alexandra iniziò a ridere di gusto.

<< Tutto qui? E' per questo che è così depressa?! Non ho parole, sono davvero sorpresa.>>
Disse, sorpresa e divertita, mentre si passò un dito sotto l'occhio sinistro per asciugarsi una lacrima: era così divertita che stava per piangere.

Michael fece un verso infastidito.

<< Dovrebbe essere grata di sapere che sia vivo. Di sapere che entrambi lo sono. Rimanere così è un comportamento da bambini stupidi.>>
Gli disse, dirigendosi nella sua direzione e fermandosi proprio davanti a lui.

Alexandra gli mise due dita nel collo, scendendo lentamente fino al suo petto.

<< Sai, quando una ragazza così debole si trova in quello stato, portarsela a letto è semplicissimo.>>
Gli disse all'orecchio.

Michael non rispose: continuò a seguire Alexandra con lo sguardo.

<< Io ho ucciso i miei genitori. Tutti muoiono prima o poi. Anche lei morirà. Anche suo padre, anche i tuoi amici, anche tu. La tua fortuna prima o poi finirà, Michael. Mi chiedo quale divinità ti abbia messo gli occhi addosso, per darti una vita così tranquilla: nessuno che conosci soffre, anche i tuoi nemici sono diventati tuoi alleati. Ma, caro mio, la fortuna prima o poi finisce. Voi morirete, io morirò. Tu, morirai. E, considerando come vivi... Sarai l'ultimo. Li vedrai morire uno ad uno, impotente. E quel giorno queste mie parole ti torneranno in mente.>>
Gli disse, accarezzandogli il volto.

<< E' per questo che non voglio nessuno intorno: le persone sono solo pesi. Più ne hai e più i tuoi nemici potranno ferirti. Non potrai difendere tutti. >>
Michael la guardò furioso.

<< Oh, non guardarmi così... Se vuoi, però, posso aiutarti a farti passare il tempo...>>
Gli disse poco dopo.
Il ragazzo le afferrò con forza la mano, per poi spingere la ragazza nella parete di metallo e bloccarla.

Si avvicinò al suo volto, con una espressione minacciosa.

<< Non lascerò che muoiano, a costo della mia vita.>>
Le disse rapidamente.

<< Utopia. Non puoi proteggere tutti, e lo capirai nel peggiore dei modi. Vuoi fare l'eroe? Vuoi essere il protagonista, eh? Lascia che te lo dica: se vuoi esserlo, dovrai perdere qualcosa. Un vero eroe perde sempre qualcosa. E sai chi sarà la prima persona che perderai?>>
Gli domandò, sogghignando e indicando qualcuno con un gesto del capo.

Michael strinse la presa sulla ragazza, e il suo corpo iniziò a fumare.

Alexandra fece un verso di dolore: il corpo di Michael stava diventando sempre più caldo.

<< Non lascerò che muoia. Non morirà nessuno. Per quanto io ti odi... Neanche tu.>>
Le disse, infastidito, mollando la presa.

Alexandra si resse il polso con la mano: aveva dei segni di bruciatura.

<< E ora sparisci dalla mia vista. Se ci sono persone che odio... Sono le persone come te.>>
Le disse, dandole le spalle.

Alexandra digrignò i denti.
Lo guardò furiosa, ma poi sorrise.

<< Cosa farai quel giorno, eh? Quando morirà davanti ai tuoi occhi?>>
Gli domandò.
Michael si bloccò di scatto.

<< Cadrai sulle ginocchia e piangerai? Ti scaglierai furioso contro il tuo avversario? Lo ucciderai? Lo lascerai vivere? O morirai come un idiota, mentre guarderai i tuoi compagni morire davanti ai tuoi occhi, impotente e moribondo nel terreno?>>
Aggiunse poco dopo, mentre il ragazzo si voltò.

<< Non hai ancora visto come funziona il mondo. Tu non hai visto quanta merda lo ricopre. IO lo ho visto... Lui lo ha visto. Tu no. Vuoi proteggere tutti, vuoi salvare anche i tuoi nemici. Vai, salvali. Dai loro le spalle. E poi, quando darai loro le spalle... Ti ritroverai un coltello nella schiena: ti volterai, dolorante, per ammirare i corpi fatti a pezzi dei tuoi compagni. E il loro assassino che sorride. E' questo che ti aspetta. >>
Gli disse, sorridendo.
Michael spalancò gli occhi, mentre il suo pugno iniziò a fumare.

<< Sai che ho ragione. Mi assicurerò di non morire fino a quando non accadrà... Così potrò dire "te lo avevo detto".>>
Concluse, dandogli le spalle e allontanandosi.

Michael digrignò i denti, e strinse i pugni. Voleva colpirla.

<< Ti è successo, vero?>>
Le domandò.
Alexandra si bloccò di colpo.

<< Hai perso tutto, proprio come Shiro.>>
Aggiunse poco dopo.

<< Il suo nome è Zeno... Non chiamarlo con quel nome fasullo!>>
Gli rispose, voltandosi, con una espressione furiosa.

<< E' vero. Hai ragione. Avete avuto dei passati problematici, quasi tutti quelli che conosco hanno avuto un passato terribile. Lucy ha perso villaggio dopo villaggio. Xane ha perso sua madre davanti a lui. Shiro ha perso i suoi compagni. Seryu aveva perso la sorella. Tutti quelli che ho conosciuto, anche Abraxas e Mirfah, hanno avuto un passato orribile. Proprio per questo, non posso permettere che le persone intorno a me soffrano.>>
Le disse.
Alexandra lo guardò con gli occhi spalancati, sorpresa.

<< Da soli non possiamo fare niente... Da soli perdiamo. Dobbiamo lavorare insieme per impedire che le persone intorno a noi soffrano. Possiamo farlo... Non ci sono solo persone terribili nel mondo.>>
Concluse poco dopo, porgendole la mano.

Alexandra lo guardò con una espressione confusa.

<< Come puoi avere una visione così positiva? Dopo tutto quello che hai vissuto... Dopo tutto quello che hai scoperto!?>>
Gli chiese, facendo un passo indietro.

<< Non lo so. Forse è una motivazione stupida, forse è solo un capriccio di un ragazzino. Ma è ciò che voglio fare. Sono determinato a portare a termine il mio ideale. E non ho intenzione di fallire, a costo della mia stessa vita.>>
Le rispose.

Alexandra fece un verso infastidito, dandogli le spalle.

<< Sei un pazzo.>>
Gli rispose, voltando un angolo.

La ragazza si appoggiò alla parete, guardando verso il cielo.

< Idiota... Come può esistere qualcuno come lui?!>
Pensò, infastidita.
Poco dopo si portò una mano al petto.
Il suo respiro si fece più lento, e poco dopo si allontanò.

<< E' fatto così. Non puoi cambiarlo.>>
Disse una voce femminile.
Alexandra si voltò lentamente, per poi sorridere.

<< Mi sembrava di essere osservata per tutto questo tempo.>>
Le disse.

<< Iris, giusto?>>
Domandò poco dopo, osservando la donna da capo a piedi.
Iris stava fluttuando nell'aria vicino a lei, con una espressione seria in volto.

<< Non sperare di poterlo manipolare. Essendo una succube posso vedere cosa sei in realtà.>>
Le disse Iris, minacciandola.

<< Oh? Davvero? E cosa sapresti di me, sentiamo?>>
Le domandò, incrociando le braccia e sorridendo.

<< Come è usare parte del potere di Venus?>>
La domanda di Iris fece infastidire la ragazza.

Alexandra la guardò con una espressione infastidita.
Il suo respiro si fece pesante.

<< Mi chiedevo dove ti avessi già visto.>>
Rispose Alexandra, furiosa, mentre stringeva i pugni.

< Non avrei mai pensato che un'umana sarebbe riuscita ad usare parte dei poteri di mia sorella...>
Pensò Iris, sorpresa.

<< I poteri di una succube non funzioneranno su di lui, quindi non provare neanche ad usarli. E' sotto la mia protezione: certe magie non hanno effetto su di lui grazie alla mia presenza.>>
Le disse rapidamente, Iris.

Alexandra sorrise... Era un sorriso infastidito.

<< Neanche su di lui avevano avuto effetto...>>
Disse, ridendo istericamente, a bassa voce tra se e se.

<< Sparisci dalla mia vista. Non ho ne tempo ne voglia di parlare con te, demone.>>
Disse poco dopo alla donna, allontanandosi.

Iris non rispose: scomparve.



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Fine capitolo 12-1, alla prossima!

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