Io ero troppo felice per dire o pensare qualcosa di sensato.
Il medico ordinò al cocchiere di affrettare il passo dei cavalli per giungere quanto prima alla dimora.
Eravamo in aperta campagna a metà strada dalla città e dal paese.
Luisa si stese sui sedili, il dottore controllò il colorito della pelle, la dilatazione delle pupille, cronometrò il battito cardiaco e la frequenza degli atti respiratori.
"È tutto nella norma, ma arrivati a casa dovrò controllare meglio i parametri, bisogna vedere anche se questa morte apparente non abbia portato dei seri danni al cervello a causa della prolungata mancanza di afflusso di ossigeno. Vostra moglie ha mai avuto disturbi del genere sino ad ora?"
"Che io sappia ha sempre goduto di ottima salute."
"Qualcun'altro nella sua famiglia ha già sofferto di episodi di catalessi?"
"Non ne sono a conoscenza, dottore."
La sua attenzione si concentrò tutta su mia moglie; l'uomo la chiamò varie volte:
"Luisa! Luisa! Mi sentite?" poi si rivolse a me: "Bisogna stimolarla verbalmente. La chiami lei, vediamo se riconosce la sua voce."
Così feci. Le sue labbra si mossero e ne uscirono, fievoli, dei suoni.
"La pendola!" esclamò.
Disperavo di vederla tornare alla lucidità, invece quando il maggiordomo ci aprì la porta della carrozza Luisa era in sé anche se sfinita.
La presi tra le mie braccia e mi diressi verso la sua camera, ma tanto insistette che dovetti portarla a guardare "la sua pendola"(come la definiva lei) perché qualcuno la stava manomettendo.
Non riuscii a capire come avesse intuito la presenza dell'orologiaio.
Nella sala tutto era a posto, tutto taceva.
Mentre il medico visitava mia moglie nella sua camera, io parlavo con l'orologiaio:
"Ho controllato il meccanismo: è tutto regolare; non riesco a capire come mai il minuto scatti ogni 72 secondi e non ogni 60. A volte aumenta la velocità, a volte rallenta, poi torna ai suoi 72 secondi...
Ho smontato l'intero ingranaggio, l'ho ricostruito, ma funziona sempre male. Non capisco. Mi dispiace."
"Non fa nulla. Quanto vi devo?"
"Non ho portato a termine il mio lavoro, non mi dovete niente. È la prima volta che mi capita una cosa del genere; vi prego soltanto di non farmi cattiva pubblicità in giro, ve ne prego!"
"Sul mio onore! Vi ringrazio." Gli strinsi la mano.
L'uomo si congedò ed io mi avvicinai al vecchio orologio, afferrai il pendolo tra le mani e lo bloccai.
Udii delle grida che chiedevano soccorso, provenivano dal piano superiore: Luisa stava di nuovo male.
Anche questa volta si riprese subito, fortunatamente.
" 72 battiti al minuto, respirazione regolare! Constatò il medico "chiamatemi subito se dovesse accadere di nuovo e datele 20 gocce di questo." indicò una bottiglietta in vetro scuro " Qualora dovesse avere un'altra crisi."
Mentre Luisa riposava, mi tornavano in mente il " 72 battiti" pronunciati dal medico ed i "72 secondi " rilevati dall'orologiaio... Il malessere di mia moglie al caffè che poteva coincidere con lo smontaggio della pendola...
La seconda crisi nella camera da letto e la mia mano che afferrava il pendolo tenendolo fermo.
Poteva un pendolo scandire il tempo che passa, intimamente collegato al cuore di Luisa?
Lei confermò le mie intuizioni: avevo rischiato di ammazzare mia moglie!

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"Racconti del terrore." #1 in BRIVIDO #1in SHIVER #1in ORRORE #1 in SHORT
HorrorSi tratta di una mia personale raccolta di racconti di fantasmi. ( Stile Gotico, quello che adoro. ) Un quaderno pieno di storie inventate da me nel corso degli anni, con la speranza un giorno, di poter avere qualcuno che le leggesse con piacere. ...