" L'amico immaginario." ( Ultima parte )

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Un anno dopo.

Laura era al buio, attivò l'interruttore e le luci colorate iniziarono ad accendersi alternandosi, attorno ai rami dell'albero di natale.
"Ti piace Nino?" chiese Laura.
La donna rimase un pò di tempo nel silenzio ad ammirare quelle luci che rendevano l'atmosfera magica.
Era passato quasi un anno giusto da quel fatidico giorno.
Nino era stato trovato morto in quella grotta, sanguinante e con varie fratture scomposte.
Furono rinvenuti vari resti di ossa, appartenenti ad altrettanti bambini.
Fu svolta un'indagine nella quale i due genitori furono indagati e scagionati.
Vennero comparati i "DNA" delle ossa di almeno altri quindici bambini con quelli delle famiglie che nel corso dei decenni avevano denunciato la scomparsa dei loro piccoli.
Qualcuno tornò alla sua casa e gli fu data sepoltura nella cappella di famiglia.
Si riscontrarono anche resti antichi del secolo passato.
La caratteristica comune era che tutte quelle morti erano dovute a fratture multiple.
L'antropologo forense che si occupò di rimettere insieme quel che restava delle piccole vittime, applicò il metodo del "carbonio-14" sui resti per cercar di dare un'età alle ossa più antiche e risultò che alcune vittime erano morte tra il 1830 e il 1850.
Risalendo alle cronache di quei tempi, risultò che il posto in cui era stata costruita la villa era una zona boscosa e che a detta degli abitanti, nel corso dei secoli, altri bambini erano scomparsi.
"Il bosco del Diavolo" (era stato soprannominato così) era un luogo che la gente evitava di attraversare.
Malgrado le attenzioni delle famiglie, il "Diavolo" riusciva ad intrufolarsi nelle loro abitazioni, portandosi via i loro figli mentre i genitori dormivano sotto l'influsso di un incantesimo.
Si suppose, sempre secondo le testimonianze di quel tempo, che nel bosco, da qualche parte dovessero trovarsi i corpicini dei bambini scomparsi.
Qualche ignaro viandante o pellegrino aveva visto, passando per quella selva, gruppi di bambini giocare tra gli alberi per scoprire in seguito di aver visto dei fantasmi.
Non si trovò mai il demone, l'artefice di tale ignominia.
Per tutti i mesi delle indagini la casa restò chiusa a disposizione delle autorità ; i due coniugi si trasferirono nuovamente in città.
Senza Nino il loro rapporto non era più lo stesso.
La coppia cominciò a litigare perché lei voleva ritornare a vivere in quella casa, Pietro era in pieno disaccordo.
Decisero di separarsi.
Laura tornò alla villa, trovò lavoro in un'agenzia.
Lei era tornata per lui.
Nino l'aveva chiamata il giorno in cui partiva per la città.
"Mamma!"... Sì, era proprio la sua voce!
Le aveva sussurrato che lui era ancora lì e che se fosse tornata, sarebbe stato sempre accanto a lei.
Laura era riuscita a vederlo con la coda dell'occhio, che le sorrideva.
Una volta aveva anche intravisto Fluc, il bambino con il cappello rosso a punta insieme ad altri bimbi.
A volte sentiva Nino ridere e altre volte chiamarla :" Mamma!"
Di notte, quando nel buio piangeva silenziosamente bagnando il cuscino con le lacrime, percepiva come una manina calda poggiata sul dorso della sua mano.
Lei sarebbe rimasta in quella casa sino all'ultimo dei suoi giorni, non da sola come pensava Pietro, ma con Nino, sino a che l'agognata morte le avrebbe permesso di ricongiungersi a lui.

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Se hai un figlio pure tu e questo gioca con un amico immaginario, non sottovalutare ciò che ti dice: ascolta quello che ti racconta perché potrebbe trattarsi di un fantasma o peggio.... Di uno spirito maligno.

"Racconti del terrore."  #1 in BRIVIDO #1in SHIVER #1in ORRORE #1 in SHORT Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora