" L'amico immaginario." ( Parte 8 )

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Quella sera Laura, senza accorgersi, si addormentò di fianco al figlio.
Nel sonno le pareva di udire voci di bambini che ridevano; aprì gli occhi pensando subito di dover correre in camera a controllare Nino.
La stanza era immersa nella semioscurità, illuminata da una piccola luce notturna.
Quando intravide le stelle fluorescenti sul soffitto si rese conto di essere già nella cameretta del piccolo; allungò la mano e toccò il corpicino sdraiato di fianco a lei e sentì il suo respiro lieve.
... Però udiva delle voci di bambini : sicuramente era in dormiveglia e stava sognando.
Parevano tre o quattro bimbi... Forse... Parlavano poco lontano dal letto, sussurravano.
Laura non riusciva ad afferrare le parole, però le sembrava che parlassero di qualcosa di divertente: ogni tanto sentiva dei risolini.
Stese il braccio verso il comodino ed accese la lampada.
La stanza si illuminò, Laura non percepì più nulla.
Controllò Nino poi spense la luce e si diresse nel suo letto.

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27 dicembre:

Quel mattino, alle otto, la donna dormiva ancora; ci aveva messo un pò di tempo per riaddormentarsi dopo aver raggiunto il suo letto ed era sprofondata in un sonno pesante al mattino presto.
Non aveva nemmeno sentito suo marito alzarsi per tornare al suo lavoro.
"Lasciami! Lasciami! Non voglio! Non voglio!"
Le urla di Nino echeggiarono per la casa.
I due genitori accorsero nella camera allarmati dal pianto disperato del bimbo.
"Mamma! Mamma!"urlò allungando le braccia verso la donna.
Grossi lacrimoni scendevano lungo le guance paffute, le  sue labbra tremavano così come il corpicino.
"Tesoro, non è nulla, è stato solo un brutto sogno. È tutto passato." gli disse lei, carezzandolo amorevolmente.
"Non ti preoccupare Pietro, ci penso io."
"Andiamo in cucina adesso? Ti preparo una tazzona con tanto latte e cacao, che ne dici?"
Nino era spaventato a morte, la stringeva forte e tremava.
Lei attese che fosse pronto per raccontarle cosa gli era successo, cercò di rendere l'atmosfera rassicurante.
"Mamma, Fluc vuole portarmi via, vuole che vada a vivere nella sua casa con i suoi amici. Io non voglio!"
Protestò con veemenza.
"Nino non ti accadrà mai nulla di male, mamma è qui e ti proteggerà sempre." replicò lei.
La donna iniziava a preoccuparsi seriamente per questa situazione.
Quando il bambino terminò di fare colazione, Laura lo portò sul divano, sedette accanto a lui, gli prese i piedini, massaggiandoli.
Guardarono i cartoni animati, insieme, finché il piccolo si addormentò.
Laura lo coprì con un plaid, gli afferrò la manina e se la portò alla bocca per baciargliela; così facendo la manica del pigiama scese verso il gomito e notò delle macchie rosso-violacee sull'avambraccio.
Laura tirò su bene la manica, rimase inorridita da ciò che vide: erano lividi.
Impronte di dita che l'avevano stretto così forte da lasciare i segni.
Controllò l'altro avambraccio: idem, era come se qualcuno l'avesse afferrato per entrambe le braccia... Erano segni di una mano piccola, con dita corte.
Andò di corsa a chiamare Pietro.

"Racconti del terrore."  #1 in BRIVIDO #1in SHIVER #1in ORRORE #1 in SHORT Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora