"La chiesa dissacrata." (Parte 3 )

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Quando spostai la tendina vidi solo il vuoto.
La navata centrale era occupata da panche di legno, salii i tre gradini posti in fondo, superai una piccola balaustra costituita da colonnine sinuose e mi ritrovai nell'abside: era di forma semicircolare ed aveva il tetto a cupola su cui si aprivano delle strette finestre da cui filtrava la luce.
Al centro del soffitto pendeva un grosso candelabro.
Le pareti erano dipinte con scene di angeli, Madonna e profeti...
Ancora una volta mi parve di udire qualcosa ma non vidi nessuno.
La mia voce rimbombava nel vuoto mentre, avvicinatomi al leggio , mi ero messo a leggere un brano dell'apocalisse, in tono alto.
Pareva che all'interno della chiesa il tempo si fosse fermato; mi sedetti su una panca per fare qualche schizzo.
Questa volta non mi ero sbagliato: udii perfettamente un rumore e vidi che mi osservava dal pulpito.
"Perché ti nascondi, hai paura forse?" gli gridai.
Ma il fantasma scomparve.
Dopo qualche attimo potei vederli bene, tutti lì davanti a me: lui, il padre, sua moglie ed i due adolescenti, una ragazza ed un ragazzo.
Non erano figure nitide, vedevo questi spettri come immagini riflesse sul vetro; queste persone parevano tangibili ma a guardarle meglio erano trapassate dalla luce e dagli oggetti che avevano alle loro spalle.
"Tu ci vedi!" esclamò l'uomo " Non hai paura di noi?"
"Sono venuto per accertare la veridicità di ciò che si dice riguardo la chiesa. Voi siete la famiglia di cui mi hanno parlato, quella uccisa dal prete?"
"Si." rispose con profonda tristezza il fantasma.
"Mi date il permesso di farvi un ritratto?"
"Tu ci salverai, tu non hai paura" replicò lo spettro " Ti abbiamo aspettato per anni."
"Non so cosa poter fare per voi, se non pregare."
"Purtroppo non sappiamo neanche noi come essere liberati dalla maledizione" rispose affranto, l'uomo.
"Raccontatemi la vostra storia." proposi.
"È la storia del mio peccato e, a causa mia, ne hanno pagato le conseguenze anche la mia amata consorte ed i miei due figli.
Io ero il figlio cadetto della stirpe degli Andria; cinque anni dopo nacque il secondo maschio, il quarto in ordine di nascita, dopo due femmine.
Ero piccolo per comprendere come stessero andando le cose ma quando compii dieci anni e Lucio ne aveva cinque, a quell'epoca avevo già capito quale sarebbe stato il mio destino se non avessi agito in fretta.
Mio padre era diventato di giorno in giorno, sempre più amabile nei confronti di quel piccolo babbuino, tanto quanto con me, era diventato scostante.
Soffrii molto a causa di questa discriminazione d'affetto e compresi ben presto che se non toglievo di mezzo quell'intrigante, la brutta fine l'avrei fatta io.
Non seppi per molto tempo il motivo che spingeva mio padre a nutrire astio nei miei confronti.
Anni dopo, mia madre in letto di morte mi confessò che quello che mi aveva cresciuto non era il mio vero padre.
Lui sapeva.
Aveva sempre saputo.

"Racconti del terrore."  #1 in BRIVIDO #1in SHIVER #1in ORRORE #1 in SHORT Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora