La rabbia fu tale che svenni e fu un bene perché credo che sarei impazzito.
Albeggiò e mi svegliai intirizzito.
In un primo momento pensai d'aver fatto un incubo ma quando la mia mente fu lucida, dovetti constatare che tutto era successo realmente.
Accanto a me si trovava una ciotola di legno, piena di latte ancora fumante ed una fetta di pane nero, pareva appena sfornato: era morbido, odoroso e caldo.
Mangiai in fretta poi iniziai a perlustrare la piccola grotta.
Tastai le pareti per vedere se trovavo dei passaggi, ma erano compatte.
Nei tre filari di nicchie continuavano ad ardere le fiammelle dei lumini.
Le grate d'oro erano conficcate bene nella roccia ed erano spesse e resistenti.
Non c'era dubbio che tutto fosse stato preparato per bene.
Pensai che un meccanismo per farle aprire ci dovesse essere e magari era esternamente, alla portata del mio braccio, ma non ottenni nulla.
Non mi accorsi della presenza di Veneria e continuai con i miei disperati tentativi.
"Credi che il meccanismo sia tangibile? È frutto di un incantesimo: non potrai mai liberarti se non lo desidero!"
Si diresse verso il villaggio, il paniere sotto il braccio, ridendo delle mie imprecazioni.
" Questa sera verrò a raccontarti dei tre nuovi spasimanti che sono venuti a cercarmi!" gridò nella mia direzione.
Passarono due cacciatori, una mendicante, un branco di cani randagi. Nessuno si accorse di me.
Ero al limite della disperazione quando passò di lì la vecchina della casetta decrepita.
Si arrestò davanti a me e mi guardò.
Lei mi vedeva, ma la mia gioia fu delusa, non era in fondo la complice di Veneria?
"E così anche voi siete stato gabbato. Vi voglio dare la possibilità di sfuggirle; speravo voi foste colui che l'avrebbe portata alla ragione, che le avrebbe cambiato il cuore e invece..."
"Cara vecchina, io non mi fido di voi, vi ho vista che siete in combutta con quella donna!"
"E come credete di aver avuto la possibilità di ascoltarci se non l'avessi voluto?"
"Non ci credo!"
"Ed i briganti che vi avrebbero ammazzato durante il viaggio, se non fossi intervenuta io?"
"Come fate a sapere...?"
"Mi credete ora? Sono la madre di Veneria. Sembra impossibile, vero? È la disperazione di vederla com'è: cattiva, che mi ha invecchiata anzitempo.
In questo foglio c'è scritto come fare per rompere l'incantesimo.
Avete a disposizione due desideri, usateli con saggezza, e vi prego, se fosse possibile, di usarne uno per mia figlia; per avere tutto questo ha venduto l'anima al diavolo, ma qualora riuscisse a perdere il privilegio che ha in amore, il contratto sarebbe nullo e Venaria sarebbe salva."
"Come mai vostra figlia nutre un odio innaturale per gli uomini?"
"Ha amato molto, anni fa, è la delusione d'amore che l'ha cambiata. Per farla tornare com'era un tempo, dovrebbe innamorarsi di un altro uomo... Ma ancora non è arrivato colui che la amerà spiritualmente, prima che per la sua bellezza esteriore. Ho potuto aiutarvi questa seconda volta; fate che rimanga per me anche un po' di bene." terminò sconsolata.
Ringraziai la vecchina; ella si allontanò passetto dopo passetto, molto lentamente.
Aprii il foglio e lessi.
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"Racconti del terrore." #1 in BRIVIDO #1in SHIVER #1in ORRORE #1 in SHORT
TerrorSi tratta di una mia personale raccolta di racconti di fantasmi. ( Stile Gotico, quello che adoro. ) Un quaderno pieno di storie inventate da me nel corso degli anni, con la speranza un giorno, di poter avere qualcuno che le leggesse con piacere. ...