All'età di undici anni mi capitò di fare un vero e proprio incubo che è rimasto impresso nella mia memoria negli anni seguenti, a causa dell'orrore che sentii e le notti insonni che passai.
Ricordo che mi trovavo in una casa, capita spesso di inventarla, di essere consapevoli nel sogno che si tratta della propria dimora ma che non ha nulla di familiare con quella del mondo reale.
Ero a mio agio; ricordo che entrai nella mia camera da letto e mi guardai attorno: le pareti erano tappezzate con carta a fiori, di un colore azzurrino, le tendine alle finestre erano bianche e formavano morbidi drappeggi, il letto aveva un copriletto bianco ricamato con una fantasia di colori, il piccolo caminetto era vuoto e pulito, nascosto da una griglia.
Doveva essere una stagione calda, forse primavera inoltrata, il sole era molto luminoso.
Ancora ricordo il vaso rosa con le margherite bianche, sul mio comodino.
Pareva un bel sogno, ma poi cambiò.
L'incubo iniziò con il pianto di un bambino, non riuscivo a capire da dove provenisse, guardai attorno nella camera poi controllai le stanze adiacenti ma il pianto si affievoliva.
Solo nella mia camera sentivo i singulti più vicini.
"Dove sei? Dove sei?" cominciai a chiamarlo, angosciato e con le lacrime agli occhi, impressionato dai suoi gemiti disperati.
Mi accorsi che provenivano dal camino, da dietro la griglia.
Vidi la sua chioma bionda.
Mi avvicinai.
"Sono stato rinchiuso qui dentro!" disse tra i singhiozzi " Aiutami ad uscire!"
La griglia era solo appoggiata, non dovetti far altro che spostarla.
Nei sogni tutto pare possibile, come il non sapere uscire da un caminetto.
La figura del bimbo biondo mi apparve per intero, piegato sulle ginocchia in un abitino scuro ed impolverato, il teschio con le lacrime che colavano dalle cave orbite scure...Dovettero passare degli anni prima di dimenticare del tutto quella brutta esperienza.
Crebbi, mi fidanzai, acquistai una bella casa nella periferia del paese di M*; la mia ragazza ed io, decidemmo la data del matrimonio.
Si trattava di una casa un pò vecchiotta ma in buone condizioni, l'avevo acquistata ad un buon prezzo: il suo padrone aveva deciso di trasferirsi in un'altra regione d'Italia e necessitando di contanti e di averli nelle sue mani quanto prima, aveva abbassato il prezzo di vendita.
Io avevo fatto verniciare pareti, porte, finestre, il cancello d'ingresso...Dovetti oliare gli infissi che cigolavano ogni qualvolta si aprivano e chiudevano le porte.
Scegliemmo i mobili e dopo aver sistemato tutto ci sposammo e mi trasferii con mia moglie nella nuova casa.
Dopo pochi giorni iniziarono a capitare delle cose strane...
Perlopiù succedevano di notte, quando nel silenzio era facile distinguere i suoni che produceva l'abitazione.
Rumori strani ci svegliavano: pareva che qualcuno grattasse le unghie sui muri, si udivano gemiti che le porte non producevano più, ansiti, pianti lontani.
Mia moglie Margherita era terrorizzata al solo pensiero di passare ulteriori notti sotto quel tetto e mi pregò di abbandonarla e metterla in vendita perché riteneva che fosse infestata.
Compresi, purtroppo tardi, il vero motivo per cui avevo fatto un affare conveniente acquistando quell'alloggio.
Era questo il motivo per cui si era dileguato il vecchio padrone.

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"Racconti del terrore." #1 in BRIVIDO #1in SHIVER #1in ORRORE #1 in SHORT
HorrorSi tratta di una mia personale raccolta di racconti di fantasmi. ( Stile Gotico, quello che adoro. ) Un quaderno pieno di storie inventate da me nel corso degli anni, con la speranza un giorno, di poter avere qualcuno che le leggesse con piacere. ...