3. Avrai ragione tu

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"Quando non sei in grado di combattere abbraccia il tuo nemico. Se ha le braccia intorno a te non può puntarti contro il fucile."

Sette anni in Tibet (1997)











Durante la nostra riunione del tutto improvvisata, mentre che vigeva il ticchettare dell'intervallo, il cielo è stato principalmente cheto e di intenzione cortese con noi studenti, intenti ad affrontare una discussione di estremo valore

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Durante la nostra riunione del tutto improvvisata, mentre che vigeva il ticchettare dell'intervallo, il cielo è stato principalmente cheto e di intenzione cortese con noi studenti, intenti ad affrontare una discussione di estremo valore.

È stato misericordioso — pare abbia voluto dimostrare una singolare pietà verso coloro che stavano subendo un'ingiustizia in piena regola, verso di noi, studenti anelanti di equità, quell'eguaglianza che Diego tanto decanta.

Dava quel sentore di minaccioso, contorni di nuvole opache colme d'acqua, ammassate l'una sull'altra, a rivoltarsi senza pace; ma non ha mostrato il benché minimo cenno di irrequietezza, quasi volesse aspettare il momento perfetto per esplodere.

Dopodiché, appena Diego ha emesso il verdetto di candidarci come Rappresentanti d'Istituto e di tendere un'imboscata al preside Gandolfo, ecco che quel cielo fosco tanto clemente è scoppiato d'ira — come prima che entrassi nell'edificio, prima della mia interrogazione — e ha colpito senza preavviso e con rabbia accentuata tutti quei poveri sventurati che se ne stavano fuori nel cortile a fumare, a mangiare, a chiacchierare, a cazzeggiare; a godersi la dovuta pausa scolastica, insomma.

Noi compresi.

Il che fa del tutto pensare a un oscuro presagio. Quale magnifica coincidenza che abbia iniziato a piovere proprio nell'esatto attimo in cui abbiamo deciso di alzare i tacchi e partire alla carica.

Non sono affatto una di quelle persone che crede fermamente negli Astri, nelle carte, nella previsione del futuro o di quelle piccole cose che portano sfortuna o suggeriscono che questo e quello è bene non farlo. No, non io. Ammetto di essere una ragazza con un'avversione sconfinata per la fantasia e vivace amante della creatività e dell'inventiva, però questo genere di credenze proprio no — è un qualcosa che non mi appartiene.

Sono piuttosto realista — la realtà, per quanto volessi aggrapparmi con disperazione all'utopia e alle illusioni, è sempre stata severa e sadica con me. La realtà ha forgiato al mio interno una solida incudine di obiettività, concretezza che va ben oltre la mia età.

Pillole di serietà, in dose esagerata io ne ho ingoiate.

Però... c'è sempre un dannato però a scavare nel bel mezzo di tutta quella presa di coscienza.

Il fatto che un fulmine abbia brillato su, in alto di quel cielo paziente e al tempo stesso intimidatorio, spezzandolo a metà, sembra voler esortare che la nostra idea di partecipare alle candidature sia stata una stronzata. Come a ragguagliarci dicendo "Poveri stolti, idea peggiore non poteva varcare le vostre menti. Siete ancora in tempo per non commettere una sciocchezza".

Quando Apollo s'invaghì di AtenaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora