14. Shameless

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Lo ha detto, quel venerdì sera, mentre con fare premuroso e

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Lo ha detto, quel venerdì sera, mentre con fare premuroso e... gentile mi tamponava i graffi con un fazzoletto strappato lì per lì.

Mi aveva avvisata, eppure io non sono stata ad ascoltarlo, l'ho lasciato parlare mandando le sue parole al vento. Non me ne è importato un fico secco dei suoi avvertimenti, delle sue velate minacce, dei suoi rigiri di termini, delle sue frasi con un senso nascosto.

L'ho lasciato fare. Non gli ho dato il giusto peso, come sempre d'altronde.

Il problema è che non ho mai preso Leonardo Aspromonte sul serio. Sono sempre stata imprudente, sprovveduta. Se solo avessi prestato leggermente più attenzione quella sera... se solo avessi analizzato meglio a fondo le sue parole.

Niente lo appaga di più che vedermi scontenta, insoddisfatta, rabbiosa, irritata e... umiliata, a quanto pare.

Dopodiché ha aggiunto dell'altro con una semplicità inaudita mista a veleno. «Da lunedì al Caravaggio si fa sul serio», ha proferito e io l'ho ignorato, ero troppo impegnata a incazzarmi con lui e con la presenza dei suoi amici del tutto imprevista.

Insomma, non mi sarei mai aspettata una mossa del genere. Non che sia una sorpresa, sia chiaro, però inaspettata decisamente sì!

La mia fotografia impera sotto gli occhi dell'agglomerato di studenti, pare stia urlando a squarciagola di essere notata e fotografata a sua volta. Ciò che mi sta accadendo in questi ultimi minuti di questo lunedì mattina di merda è il peggior incubo che ogni liceale teme: essere messo in ridicolo davanti a tutta la scuola.

Per di più con una fotografia che non passa di sicuro inosservata, e dal momento che l'hanno pure immortalata coi cellulari, sicuramente rimarrà nella storia di questo istituto. Finché ne avrò la nausea.

Non fare agli altri ciò che non vuoi sia fatto a te.

Vero, più che vero, ma io non sarei mai arrivata così a tanto. Ho scattato una foto a Leonardo invadendo il suo spazio di privacy, ma rimane unicamente per me, non l'avrei mai pubblicata da qualche parte, né su un social e né in un luogo pubblico.

Tanto meno in luogo pubblico! Anzi, probabilmente entro tre o quattro giorni l'avrei di sicuro cancellata.

Quindi, perché?

Perché tutto questo sta succedendo a me? Io... io... non ho fatto nulla di sbagliato. È ingiusto. Sapevo che al mondo non v'è giustizia, lo so perfettamente, ma almeno per queste piccolezze la davo quasi per scontata.

Io sono sola.

Mi sento sola dinanzi a questa massa di persone fameliche e desiderose sempre di più della rovina del prossimo.

Stavolta nessuno viene in mio aiuto. Marta non c'è perché probabilmente ancora è a casa, Diego non sembra essere arrivato neanche lui, di Marco neanche l'ombra e così vale per Thalìa. Niente bagliore di speranza, di luce. Nessuno che mi viene a salvare.

Quando Apollo s'invaghì di AtenaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora