5. Breaking

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"La vera follia è fare finta di essere felici, fare finta che il modo in cui ti vanno le cose sia il modo in cui devono andare per il resto della tua vita; tutti i desideri, le speranze, tutte le gioie, le emozioni e le passioni che la vita ti ha tolto sono lì davanti a te, puoi riprenderti tutto!"

Mr. Beaver (2011)



"Dicono che, devo calmarmi e respirare un po' di più,dicono che, devo staccare il cane da quell'auto blu,dicono che,gli omini del calcio balilla a testa in giù non vanno bene,va bene, va bene ma poi dicono che,non devo accomunare fede e schiavitù,...

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"Dicono che,
devo calmarmi e respirare un po' di più,
dicono che,
devo staccare il cane da quell'auto blu,
dicono che,
gli omini del calcio balilla a testa in giù non vanno bene,
va bene, va bene ma poi dicono che,
non devo accomunare fede e schiavitù,
dicono che,
dovrei baciarvi a stampo come le Tatù,
dicono che,
mi spediranno in cielo come una Soyuz.
Ok, va bene, va bene, va bene avrai ragione tu!
Ho le ossessioni amico serie,
mi prendono per il sedere tipo sedie,
come quando sei malato di schizofrenia e il prete ti convince che il diavolo ti possiede,
davanti al pianoforte ho le visioni,
come te che ti avvicini e mi chiedi
"Allevi suoni?",
dovrei guarire ma detto tra me e te ho meno chance delle previsioni meteo.
Magari chiedo scusa ai leghisti,
magari, scrivo a caratteri cubitali,
voglio la Padania libera via dall'Europa per il gusto di chiamarvi extracomunitari,
chiedo scusa ai discotecari, fighetti, politici, elfi, facoceri, gnomi e re,
che poi dicono gli artisti sono comunisti,
i comunisti ce li avete in testa come me!
Dicono che,
devo calmarmi e respirare un po' di più...".


La canzone del Capa riecheggia a gran volume per tutto il cortile del Caravaggio, in ogni angolo, si propaga quasi a macchia d'olio.

Entra nelle nostre orecchie, si imprime nel cervello — senza traccia di brutalità alcuna — e fa esultare, fa librare nell'aria le nostre menti, la nostra fantasia, ci fa staccare i piedi dal terreno, elevandoli su, nell'alto del cielo; verso colui che ha ordito questa manifestazione politica: il ragazzo con i capelli ridotti a un nido di merli.

Un senso di libertà e di potere si diffonde attraverso le braccia, le dita delle mani che si agitano in rumorosi applausi, attraverso le ciocche danzanti che vanno al ritmo del saltellare, attraverso occhi ricolmi di esultanza ed emancipazione.

Alcuni nemmeno conoscono questo cantante — autore geniale di testi su testi, strofe su strofe, poesie —, altri non fanno caso al significato della canzone, altri ancora esultano senza magari condividere l'ideologia di questa improvvisata, lasciandosi trasportare semplicemente dal momento. Piccole e gracili foglioline secche in balìa di una tempesta più grande di loro.

Gli alunni esplodono in grida di giubilo e tripudio — gioioso inno verso un qualcosa che accomuna e che avvicina —, quasi sovrastano le note di "Avrai ragione tu"; alcuni studenti, persino qualcuno del Classico, rilasciano un'essenza che ha tutto il sapore dell'euforia e cantano. Ne scandiscono parola per parola, traendone vigore e quella dolce spontaneità tipica del nostro essere adolescenti inquieti e visionari.

Quando Apollo s'invaghì di AtenaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora