12. Where is my mind?

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Mi sono dovuta fermare un attimo perché altrimenti sarei collassata a causa delle forti emozioni che mi hanno invaso all'improvviso senza darmi il tempo di elaborarle con calma

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Mi sono dovuta fermare un attimo perché altrimenti sarei collassata a causa delle forti emozioni che mi hanno invaso all'improvviso senza darmi il tempo di elaborarle con calma. Mi sono lasciata cadere a terra, con le spalle contro il muro del Maverick – se non altro pulito e non sudicio – e le palpebre serrate. Le tengo chiuse perché altrimenti le lacrime di un pianto disperato sarebbero uscite rovinandomi tutto il make-up di Halloween. Ma tanto è inutile, sono già straripate alcune.

Vedo i miei amici, Diego, Marta, Marco, Veronica e Thalìa. Vedo Diego e Thalìa ballare insieme, senza sfiorarsi, poiché conoscendo Diego ancora sa bene che non è il momento di esagerare.

Vedo Marco e Veronica che si agitano in una danza strana, particolare, non consona alla serata, ma loro se ne fregano, amano comportarsi da strambi.

Vedo Marta, corsa via incazzata chissà dove dopo aver appurato della compagnia in questa assurda nottata. La vedo con Lunanuova al seguito, che la rincorre per chissà qualche pazzo motivo, non mi vengono in mente idee plausibili.

Posso solo ipotizzare che Marta si metterà nella sua tipica modalità di ghiacciolo e farà una sfuriata al professore incolpandolo di aver erroneamente scelto il Maverick come luogo di divertimento. Incolpandolo di aver rovinato il nostro divertimento.

Vedo tutti loro, tutti quelli intrecciati alla mia vita. Li vedo mentre mi perdo in un pianto quasi disperato. Con i palmi delle mani mi premo contro i graffi che mi sono procurata alla gola, bruciano un bel po' ora che comincio ad accorgermene.

«Ma perché cazzo mi stai aiutando, porca puttana? Io e te ci odiamo a morte!». È ciò che ho urlato a Leonardo poco fa, dentro il bagno degli uomini, sorpresa e incredula che mi stesse dando una mano.

Diamine, perché? Perché preoccuparsi per Matilde, la dea Atena dell'Artistico, colei che è al primo posto della sua lista nera. L'unica cosa che lega lui a me è semplice e puro odio. Non può essere che avvenga il contrario, non può essere! Io che mi preoccupo per lui o lui che si preoccupa per me, non esiste! È una cosa che va contro natura.

«D'ora in avanti vorrò più di così».

Cosa avrà voluto dire? Che cosa avrà mai voluto farmi capire con questo? Cosa vorrà di più? Vorrà rendermi letteralmente in polvere? Vorrà fare in modo di farmi odiare dal Caravaggio intero, compresa la mia fazione? Non capisco, non riesco a elaborare.

Non ho provato neanche a reagire, a chiedergli che cosa stesse intendendo. Sono scappata come una codarda dando ascolto alla vocina dentro la mia testa, che mi ha imposto di andarmene via. Sono scappata via da Leonardo, cosa mai accaduta prima, mai una singola volta.

L'ho sempre affrontato, ogni giorno, da quando ne ho memoria. Non ho mai tremato di fronte a lui, sono sempre stata sicura di me e sfrontata. Un po' per giusta causa, un po' per divertimento. Alla fine, nonostante i nervi sempre tesi, mi diverte questa sorta di battaglia, mi tiene attiva, vigile, mi tempra nel carattere.

Quando Apollo s'invaghì di AtenaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora