22. Sagra dei matti da legare e delle annesse stronzate

18K 883 779
                                    





Lo sguardo di Ludovico è oltre ogni dire concentrato su di me, la sua attenzione è focalizzata sulla mia faccia completamente assente e distante da lì, da quel tavolo, da quel soggiorno, da quella casa

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.










Lo sguardo di Ludovico è oltre ogni dire concentrato su di me, la sua attenzione è focalizzata sulla mia faccia completamente assente e distante da lì, da quel tavolo, da quel soggiorno, da quella casa.

L'arredamento della casa di Ludovico Auditore è particolarmente propenso a pareti bianche, mobili dal colore castano e con una punta di antico nelle rifiniture, tappeti ricamati con maestria, mobiletto per gli scotch e per le bottiglie di alcolici in bella vista e decisamente equipaggiato, tende tonalità ecru, un imponente orologio a pendolo che scandisce con precisione il passare dei secondi, dei minuti, delle ore, un camino dal marmo pulito e lustrato con un modesto fuoco acceso per riscaldare l'ambiente, specchi rotondi e piccoli quadri appesi al muro e morbidi divani color verde scuro.

Nessuna foto di famiglia in vista, nessuna foto che ritrae Ludovico oppure Celeste.

Ma non è che me ne importi chissà quanto, in questo momento, di vedere fotografie di un Ludovico poppante o con lo zainetto delle scuole elementari.

No, non m'interessa per niente.

Come nemmeno mi sta interessando quello che stiamo facendo adesso, ovvero studiare storia dell'arte.

Siamo seduti ai lati di un lungo tavolo dal legno scuro, situato proprio in fondo al soggiorno del ragazzo.

In cima a cotale tavolo, esattamente dall'altro capo, vi è Celeste intenta a svolgere i compiti di latino accompagnata da un grande e pesante vocabolario. La ragazzina è china sul quaderno dove sta scrivendo con mano decisa seppur meticolosa parole di una lingua passata, sbirciando di tanto in tanto sull'enorme blocco di pagine accanto a sé, i capelli che le cascano di lato dolcemente sopra il foglio.

È concentrata, lo conferma la piccola ruga formata al centro della fronte, di preciso poco più in su delle sopracciglia, di conseguenza non bada a noi. Non bada a suo fratello e all'amica del fratello. Non bada a me che sto cercando di far preparare Ludovico in vista del compito con risultati scadenti, per non dire di merda.

Ma stavolta la colpa non è soltanto del ragazzo, che si ostina a darmi risposte sbagliate senza ragionarci un po' sopra; stavolta la colpa è anche mia, in buona parte peraltro.

Con il corpo, con il fisico, sono qui, mi trovo qui, seduta su questa sedia di pelle, riversa sopra la superficie del tavolo puntandovici sopra i gomiti, dinanzi a un Ludovico senza speranze; però purtroppo con la mente, con la testa, con i pensieri, sono tutta da un'altra parte.

Lontano, via da lì, da quella casa e dal mio dovere promesso.

Come lo so? Come faccio a esserne così sicura? Be', è molto semplice e facile da comprendere.

Ludovico mi ha appena rifilato una stronzata epocale come risposta e io me ne sono accorta a malapena, anzi, non ho nemmeno protestato, non mi sono incazzata, né quantomeno sbuffato.

Quando Apollo s'invaghì di AtenaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora